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swissinfo lancia un sito di musica alpina

Suonatori di corno alpino si dirigono al festival internazionale di Nendaz Keystone

Uno speciale multimediale e un doppio CD prodotto da swissinfo/SRI presentano musica popolare tradizionale e contemporanea: un invito alla scoperta.

Il corno alpino e lo jodel sono riconosciuti in Svizzera e all’estero come due pilastri della cultura popolare elvetica.

Avete mai desiderato suonare un corno alpino? Se pensate che i vostri polmoni non siano all’altezza, potete in tutta tranquillità assemblare una melodia online.

Il “tune composer” di corno alpino è uno dei giochi che si trovano su www.swissalpinemusic.ch, uno speciale multimediale sulle tradizioni e le forme moderne della musica folk svizzera. Lo speciale è in sei lingue: italiano, tedesco, francese, inglese, giapponese, cinese.

“Con il composer gli utenti possono comporre la propria melodia e poi spedirla agli amici”, spiega Christian Strickler, redattore musicale di swissmusic, il sito musicale di swissinfo.

L’elemento interattivo contiene 17 tonalità, programmabili nell’ordine e nella durata che si desidera. André Scheurer, redattore di Radio Swiss Classic, ha creato i suoni direttamente sul corno alpino.

Varietà regionali

“L’arte del corno alpino non sta nella quantità di aria che si butta nello strumento, perché non ha valvole”, spiega Scheurer, che ha studiato la tromba. “L’altezza dei toni varia a seconda della tensione delle labbra e della pressione dell’aria”.

Il trombettista ha suonato per il tune composer “tutti i toni che si possono creare su di un corno alpino. Con un po’ di esercizio si potrebbe salire ancora, ma i toni acuti sono i più difficili e anche più rari”.

Lo speciale presenta anche video sul corno alpino e una carta della Svizzera, su cui vengono segnalate tutte le variazioni regionali: “La Svizzera tedesca è quella più rappresentata, ma abbiamo trovato esempi praticamente in tutti i cantoni”, spiega Strickler.

Alti e bassi

I brani musicali sono scaricabili online. Completa l’offerta un doppio CD che copre uno spettro musicale che spazia dallo jodel, al pop al jazz, alla musica elettronica: “Volevamo mostrare tutto lo spettro delle possibilità e la grande ricchezza di forme”, puntualizza Strickler.

I testi coprono la storia del corno alpino in Svizzera. Mostrano che lo strumento tradizionale dei guardiani di mucche in alcuni periodi è caduto nell’oblio. “Arrivò quasi all’estinzione quando nell’800 perse il suo significato di mezzo di comunicazione tra alpigiani. La produzione di formaggio di alpe si spostò progressivamente nei caseifici dei villaggi a valle”, così spiega il fenomeno Brigitte Bachmann-Geiser.

Cartoline elettroniche

L’etnologa e musicologa mostra come la tradizione del corno alpino fu rianimata e si è trasformata negli ultimi 30 anni nella variegata scena musicale attuale: il corno alpino ha trovato posto anche nella musica classica, jazz e pop.

Le cartoline elettroniche mostrano tipici paesaggi alpini svizzeri: mucche, suonatori di corno alpino, capanne, un ruscello, un lago, nevi perenni. I colori ricordano i poster turistici degli anni ’20 e possono essere inviate ad amici e parenti.

swissinfo, Andreas Keiser
traduzione, Raffaella Rossello

Dall’ampiezza dell’area di diffusione (dai Balcani ai Pirenei) si può intuire che il Corno delle Alpi -in virtù della grande portata della sua voce- venne usato fin da epoche remote dai pastori per segnalare pericoli imminenti da una montagna all’altra e come strumento di richiamo ( i famosi “ranz de vaches”).

Le prime testimonianze scritte risalgono addirittura al 2° secolo d.C.: ne fa riferimento lo storico romano Tacito come strumento caratteristico delle popolazioni germaniche nella sua opera “De origine et situ Germanorum” defininendolo cornu alpinum.

I segnali di comunicazione tra una montagna e l’altra sono all’origine dello jodel e del corno alpino.

L’amore per la natura e per la cultura tradizionale sono temi centrali della musica alpina.

Nel 1827 il musicologo Joseph Fétis descriveva il corno alpino come “strumento nazionale svizzero”. Mentre spariva dalle Alpi, il corno cominciò a diventare un’attrazione turistica.

Le associazioni di jodler protessero lo strumento, ma indipendentemente da esse negli anni ’70 ricominciò ad essere utilizzato come strumento solistico.

Nell’800 ci furono pochi compositori di corno alpino. Nel 1972 Jean Daetwyler diede nuovi impulsi allo strumento componendo il “Concerto per cori alpini e orchestra”, che venne eseguito per la prima volta a Parigi, al teatro d’opera Palais Garnier.

Questa riscoperta del corno alpino ispirò in seguito più di cinquanta composizioni orchestrali in cui viene utilizzato anche il corno alpino.

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