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Ultimatum UEFA: la Svizzera relativizza

Il parlamento svizzero deve ancora esprimersi su parte dei crediti necessari all'Eurofoot 2008 Keystone

L’Unione europea di calcio (UEFA) tira la briglia: prima della fine dell’anno, le federazioni svizzera e austriaca devono recuperare sui tempi, se vogliono rimanere organizzatori dell’Euro 2008.

I responsabili svizzeri ne prendono atto e ostentano ottimismo.

La lettera è arrivata con la firma di Lennart Johannsson e Lars-Christer Olson, rispettivamente presidente e segretario generale dell’UEFA, ed è diretta ai presidenti delle federazioni nazionali di calcio svizzera e austriaca.

Grazie alla stampa domenicale, la lettera ha ormai raggiunto il grande pubblico. Vi si leggono delle richieste perentorie e ben precise da rispettare entro la fine dell’anno.

Le richieste dell’UEFA

In primo luogo c’è la questione logistica : dopo il voto negativo della popolazione di Zurigo al progetto del nuovo stadio dell’Hardturm (una delle otto strutture previste), gli organizzatori devono proporre delle nuove soluzioni per garantire il campionato.

Entro il 30 novembre si vuole poi una firma con i gestori degli stadi, per assicurare che tutto sia pronto al momento giusto. Inoltre si richiede al più presto un accordo con la politica per garantire la sicurezza attorno alle manifestazioni.

Evidentementi toccati dai problemi nati a Zurigo, allarmati dalla reazione leggera degli organizzatori e dall’apparente inerzia degli ambienti politici, i vertici dell’UEFA hanno deciso di aumentare la pressione.

L’UEFA è arrivata al punto di minacciare chiaramente gli organizzatori di ritirare il mandato di organizzazione della manifestazione (cosa mai successa dalle origini della manifestazione nel 1960).

Parlando con gli organizzatori, «non si sente che ci troviamo di fronte all’organizzazione di un avvenimento importante che richiede coordinazione e serietà», ammonisce il portavoce dell’UEFA, William Gaillard, ai microfoni della Radio della svizzera romanda. «E il tempo incalza».

Niente di nuovo sotto il sole

«Non capiamo esattamente la reazione dell’UEFA. Ci sembra innanzitutto una reazione politica; questa presa di posizione non minaccia in nessun modo lo svolgimento dell’EUROFOOT in Svizzera», rispondono in coro il responsabile del dossier in Svizzera Christian Mutschler e il direttore dell’Ufficio federale dello sport Heinz Keller.

«Siamo veramente sorpresi del fatto che questa lettera confidenziale si trovi nei media – spiega a swissinfo Christian Mutschler – ma in definitiva non rivela niente di nuovo. Già a metà settembre, in occasione di un incontro, l’UEFA ci aveva resi partecipi delle cose che i suoi responsabili ritengono vadano migliorate».

Per quanto concerne il problema dello stadio di Zurigo, il responsabile svizzero di Euro 2008 sottolinea che le discussioni sono ancora aperte. Si pensa di rinnovare il Letzigrund, l’altro stadio della città sulla Limmat. Inoltre si ricorda che l’UEFA aveva dato il suo assenso di massima ad un’eventuale concentrazione in tre stadi svizzeri.

La questione sicurezza

Il direttore dell’Ufficio federale dello sport ricorda che i costi della sicurezza sono già in discussione. Un gruppo di lavoro che integra comuni e cantoni sta già analizzando le misure prese quest’anno in Portogallo.

«Il 25 settembre 2002 – ricorda Heinz Keller – è stato adottato un decreto federale. Questo accorda 3,5 milioni di franchi e prevede un contributo da parte di comuni e cantoni di ulteriori sette milioni».

«Visti i cambiamenti a livello mondiale e le nuove condizioni di sicurezza, questi soldi non basteranno. È per questo che il gruppo di lavoro preparerà un nuovo messaggio all’indirizzo del parlamento. In dicembre toccherà al Consiglio federale discuterne, ad inizio anno sarà la volta delle camere».

Carenza di professionalità

L’ottimismo e la fiducia dei responsabili svizzeri si scontrano con le critiche virulente arrivate dalla centrale dell’UEFA. Alcune fonti ben informate affermano di capire il perché dell’ultimatum sferzato dall’organizzazione del calcio continentale.

«Contrariamente all’Austria che avanza velocemente, l’Associazione svizzera di calcio ci ha messo più di sei mesi per designare il direttore responsabile dell’organizzazione. E questo senza una vera ricerca», si fa notare.

I critici aggiungono che il progetto di Zurigo non è stato difeso davanti al popolo con la forza necessaria. Inoltre mancano le basi legali per combattere in maniera efficace gli hooligan e il traffico dei biglietti falsi; manca inoltre una protezione seria dei diritti commerciali per l’evento.

Questi elementi, associati alla carenza di professionalità di cui hanno fatto prova i dirigenti del calcio svizzero in occasione dell’«affare Frei» durante gli Europei in Portogallo, la situazione comincia a diventare imbarazzante e potrebbe compromettere l’immagine del paese.

Fortunatamente per la Svizzera, non sembra esserci un’alternativa valida che possa soffiarle l’organizzazione dell’Eurofoot 2008.

swissinfo, Mathias Froidevaux
(traduzione: Daniele Papacella)

12.12.2002: Il comitato esecutivo dell’UEFA assegna l’organizzazione dell’Eurofoot 2008 a Austria e Svizzera.
25.09.2002: concessione di un credito di 3,5 milioni di franchi federali e 7 milioni cantonali.
08.09.2004: le numerose procedure di ricorso portano i finanziatori a rinunciare al nuovo stadio di Zurigo Harturm.
16.08.2004: un comunicato UEFA indica le zone d’ombra dell’organizzazione austro-svizzera.
03.10.2004: una lettera confidenziale dell’UEFA diventa di dominio pubblico.

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