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«Un regalo alla città di Roma»

ISR

Per celebrare i suoi sessant'anni d'attività, l'Istituto svizzero ha aperto alla popolazione della capitale le porte di Villa Maraini, offrendo una «serata caleidoscopica» di arte e scienza.

Che cosa accomuna l’«Eos Guitar Quartet», il fisico Maurizio Falanga, gli scrittori Dacia Maraini e Paul Nizon? Risposta: l’Istituto svizzero di Roma (ISR). La festa di compleanno dell’ISR ha infatti riunito – in occasione dell’evento pubblico «Fabbrica di pensieri e sogni» – membri ed ex membri dell’ISR nonché le famiglie dei benefattori.

Venerdì 4 luglio la splendida dimora che ospita l’ISR è dunque diventata un grande palcoscenico: all’interno della villa, nel parco e nella dépendance – tra numerose installazioni artistiche – si sono alternati poeti, musicisti e scienziati.

«Abbiamo voluto dimostrare la nostra gratitudine alla città di Roma in cui viviamo e lavoriamo, offrendo come regalo una serata magica con ospiti di altissimo livello», afferma entusiasta il direttore dell’ISR Christoph Riedweg.

Preambolo «…dalle dita rosee»

A inizio serata, sul palco allestito nel giardino della villa sale l’«Eos Guitar quartet», l’unico quartetto di chitarre europeo a partecipare regolarmente ai festival più importanti in Europa e Sud America. Uno dei musicisti, David Sautter, ha soggiornato all’ISR tra il 1991 e il 1992.

Il complesso propone all’affascinata platea le «Eos variations». Si tratta di brani in anteprima assoluta, tratti dal progetto «20+»: nel 2008, infatti, il gruppo festeggia i vent’anni d’esistenza.

A questo album hanno contribuito musicisti di tutto il mondo – tra cui Paco de Lucia – con una serie di composizioni sul tema della figura mitologica greca di Eos, la dea dell’aurora dalla dita rosee.

Il ricordo di Dacia Maraini

Poco dopo, tocca a Dacia Maraini – una delle scrittrici italiane più famose, e tra le più tradotte al mondo – prendere la parola: il suo intervento s’intitola «Tra storie di famiglia e poesie». Il bisnonno dell’autrice, Otto Maraini (1863-1944), è infatti l’architetto che ha progettato la sontuosa residenza.

«Quando ero bambina si favoleggiava della famosa Carolina, bellissima e ricchissima», ricorda Dacia Maraini. «La famiglia era caratterizzata da due anime: gli industriali e gli artisti. Tra queste due componenti c’era molto rispetto, e il ramo più facoltoso – a cui non appartenevo – ha sempre dato prova di grande generosità, attenzione alla cultura e mecenatismo: la donazione di questa villa ne è la testimonianza».

L’autrice, scherzando, ha ricordato che solitamente gli eredi non sono contenti quando le proprietà di valore sono lasciate a uno Stato, ma Villa Maraini fa eccezione: la sua destinazione è stata degna e l’ha protetta da liti per la spartizione.

Il buio e la luce

Dacia Maraini ha poi voluto dedicare al nonno Antonio e al padre Fosco alcune poesie, intercalandole al racconto della sua storia famigliare, segnatamente il soggiorno in Giappone – dove l’etnologo Fosco si era trasferito per motivi di studio – dal 1938 al 1947.

Un racconto appassionante, seguito con grande attenzione dal folto pubblico. A un certo punto, Villa Maraini piomba nel buio a causa di un’interruzione di corrente. Una spettatrice ne approfitta per avvicinarsi al palco e chiedere a Dacia «E poi cosa capitò?», riferendosi al rifiuto dei genitori – menzionato poco prima dalla scrittrice – di aderire alla Repubblica di Salò.

Tornata la luce, Dacia Maraini risponde alla domanda: «Questa decisione fu sanzionata con due anni di prigionia in un campo di concentramento. È stata una grande lezione di coerenza: chi ha delle idee, le deve difendere fino in fondo».

La scoperta del mondo di Paul Nizon

Un altro momento intenso della serata è stata la lettura, da parte dell’autore Paul Nizon, di un passaggio tratto dal romanzo Canto. Il libro è stato pubblicato nel 1963 ed è considerato il primo e unico esempio di antiromanzo nella letteratura di lingua tedesca.

Lo scrittore svizzero di origine russa – da trent’anni residente a Parigi – è stato membro dell’ISR tra il 1959 e il 1960. «Essere nuovamente qui mi emoziona molto. Questo è il luogo in cui tutto è cominciato, in cui la mia vita d’artista ha preso avvio», dice a swissinfo Paul Nizon.

«L’anno trascorso a Roma è stato un periodo di grande cambiamento, in cui mi sono lanciato alla scoperta di me stesso e di questa città a cui sono estremamente legato. Ho approfittato della libertà».

Tutti sul tetto

Per finire in bellezza, tutti gli ospiti della villa sono stati invitati a salire la magnifica scala monumentale interna e a raggiungere la terrazza superiore, da cui si abbraccia con lo sguardo tutta l’Urbe.

Sotto il cielo romano, il fisico e astronomo Maurizio Falanga – membro dell’ISR dal 2000 al 2001 – accompagna i presenti in una «passeggiata attraverso la galassia». Grazie alle immagini proiettate su un grande schermo, viene ripercorsa l’affascinante storia dell’astronomia dalle origini fino ai giorni nostri.

Così, tra le stelle, i pianeti e le luci di Roma, si conclude una serata davvero magica.

swissinfo, Andrea Clementi, Roma

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