Un taglialegna svizzero a Parigi
Il celebre Musée d'Orsay ha sborsato 2,52 milioni di franchi per aggiudicarsi uno dei «Taglialegna» del pittore svizzero Ferdinand Hodler (1853-1918).
Il motivo, che Hodler dipinse una ventina di volta, è parte della coscienza collettiva elvetica. Non da ultimo perché fu scelto per le banconote da 50 franchi del 1912.
Di anni dal 1912 ne sono passati molti e pochi svizzeri ricordano il motivo che ornava le banconote da 50 franchi. Si tratta de «Il taglialegna» («Der Holzfäller) del pittore Ferdinand Hodler, che ritrae un uomo con l’ascia alzata, teso nello sforzo di abbattere un albero.
Nel dipinto si vedeva simboleggiata la forza dei contadini e dei lavoratori e la sua scelta per una banconota sembrava quasi voler significare che il valore «lavoro» era compensato con il valore «denaro».
Hodler, che non di rado lavorava in serie, dipinse più volte la tensione che scaturisce dalla diagonale formata dal corpo del taglialegna e dall’ascia pronta ad abbassarsi per colpire il tronco. Il suo biografo C.A. Loosli cita 13 versioni dello stesso motivo, mentre la casa d’aste Christie’s ritiene che ce ne siano ben una ventina.
La versione invernale dalla pennellata energica
Nel corso dell’asta primaverile che Christie’s ha tenuto al Kunsthaus di Zurigo, una di queste versioni de «Il taglialegna», è stata venduta per 2,52 milioni di franchi.
Ad aggiudicarsi il dipinto, il cui valore era stimato tra 1,5 e 2 milioni di franchi, è stato uno dei più noti musei parigini: il Musée d’Orsay, specializzato in arte del XIX e XX secolo.
Il quadro (1,3×1,01 metri) è stato dipinto nel 1910 ed è caratterizzato dall’ambientazione invernale e dalle pennellate energiche. Proviene dalla collezione del mecenate solettese Joseph Müller.
All’asta sono andate anche opere di altri artisti svizzeri, tra i quali Félix Vallotton, Giovanni Giacometti e Cuno Amiet.
I taglialegna di Berna
La versione più nota de «Il taglialegna» hodleriano appartiene alla Confederazione ed è appesa nell’ufficio del ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher.
Blocher non ha mai fatto mistero della sua ammirazione per quest’opera e ama farsi fotografare utilizzandola come sfondo.
Prima che a Christoph Blocher, l’onore di ospitare il monumentale dipinto (2,6×2,1 metri) è toccato a Moritz Leuenberger. Un’ulteriore versione è esposta al Museo di belle arti di Berna.
swissinfo e agenzie
La formazione di Ferdinand Hodler (Berna 1853 – Ginevra 1918) avviene lontano dai fatti artistici dell’Ottocento. Anche se non è insensibile ad echi d’impressionismo, Hodler ammira i grandi del passato (Holbein, Dürer).
Sviluppa uno stile originale, nel quale l’impianto compositivo delle figure e degli spazi risale alla cultura tradizionale. Ai coevi francesi è ispirato l’uso di colori vivi dai contrasti intensi.
Alle grandi composizioni a carattere narrativo e di gusto epico-storico, seguirono verso la fine dell’Ottocento composizioni simboliche e rituali intrise di realismo.
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