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Un tesoro archeologico svelato al pubblico

Marco Aurelio, l'imperatore filosofo swissinfo.ch

Il celebre busto d'oro di Marco Aurelio è stato esposto nel Museo romano di Avenches. La presentazione di questo tesoro archeologico al pubblico è davvero eccezionale.

L’originale è normalmente conservato in un luogo segreto. Dalla sua scoperta, nel 1939, questa è solo la seconda volta che è visibile ad Avanches.

Il busto di Marco Aurelio è stato portato alla luce nell’aprile del 1939 da alcuni disoccupati impegnati in scavi archeologici sul sito di Avenches (Aventicum), antica capitale dell’Elvezia romana. L’oggetto è stato trovato all’interno delle antiche canalizzazioni che scorrono sotto il santuario del Cigognier.

Questo edificio religioso custodisce d’altronde un’altra curiosità archeologica: l’unica colonna romana che stia ancora in piedi in Svizzera. Il vecchio santuario è stato battezzato «Cigognier» (cicognaia) proprio perché la colonna è servita talvolta alla nidificazione delle cicogne.

Raro e prezioso

Il busto ritrovato ad Avenches è molto probabilmente il più prezioso oggetto archeologico mai scoperto in Svizzera. Pesa circa 1,6 chili, è d’oro a 22 carati e rappresenta Marco Aurelio, imperatore romano dal 161 al 180.

Al di là dell’aspetto materiale, si tratta di un oggetto che riveste anche un grande valore storico. Perché soltanto tre busti in oro di imperatori romani sono giunti fino alla nostra epoca. Gli altri due sono stati ritrovati in Francia e in Grecia.

«La spiegazione di questa rarità è semplice», racconta Anne Hochuli-Gysel, direttrice del Museo romano di Avenches e curatrice dell’esposizione. «Gli oggetti d’oro venivano abitualmente fusi, per poter riutilizzare il metallo. Il busto di Marco Aurelio è giunto fino a noi perché era stato nascosto in circostanze certamente drammatiche ma che non conosciamo, forse in occasione dell’invasione degli Alemanni, nel 275».

Il busto normalmente in mostra ad Avenches non è che una copia. L’originale, che appartiene al canton Vaud, è conservato infatti al riparo dagli sguardi, in un luogo segreto.

Le sue apparizioni pubbliche sono rare. Questa è solo la seconda volta che lo si può ammirare nel luogo dove fu scoperto: la prima fu nel 1996.

Imponenti misure di sicurezza

Le misure di sicurezza sono state fortemente rafforzate dopo la prima esposizione. Anche perché nel frattempo ci sono stati alcuni casi di furto nei musei svizzeri, come quello avvenuto al Museo dell’Orologeria e degli Smalti di Ginevra nel 2002.

Anne Hochuli-Gysel non ci tiene a fornire dettagli sulle misure di sicurezza che sono state adottate per questa mostra. Precisa tuttavia che sono assolutamente eccezionali per un museo come quello di Avenches.

Sembra comunque poco probabile che dei ladri possano interessarsi al busto. In effetti, è praticamente impossibile piazzare un simile oggetto sul mercato dell’arte, se non vendendolo a un collezionista poco scrupoloso. Quanto a fondere il metallo, al corso attuale dell’oro il misfatto frutterebbe meno di 40’000 franchi. «Rubare una macchina di lusso rende di più e comporta decisamente meno rischi», fa notare la direttrice.

Ma il furto non è l’unico pericolo. Un incendio nel museo, per esempio, potrebbe far fondere il busto. Per fronteggiare ogni eventualità, è stato riprodotto il calco dell’oggetto, così da poterne realizzare, a mali estremi, una copia perfetta.

Quali che possano essere i rischi, è comunque essenziale, agli occhi di Anne Hochuli-Gysel, mostrare ogni tanto questo tesoro dell’archeologia svizzera al pubblico. Perché sono i cittadini a pagare, con le loro imposte, per la conservazione di questo patrimonio. Ed è allora normale, che possano di tanto in tanto avervi accesso.

Atmosfera e contesto

Il busto è esposto all’ultimo piano del Museo romano di Avenches, in una torre medievale che sovrasta l’anfiteatro. L’oggetto è collocato da solo in un piccolo spazio che non manca di richiamare l’atmosfera di un santuario.

Altre parti dell’esposizione consentono di situare l’oggetto nel suo contesto. In particolare, il visitatore ha la possibilità di saperne di più sul culto imperiale e sulle tecniche di fusione nella Roma antica.

swissinfo, Olivier Pauchard
(traduzione, Serena Tinari)

L’esposizione «Marco Aurelio – L’incredibile scoperta del busto d’oro ad Avenches» si svolge dal 12 maggio al 5 novembre 2006.
Orari d’apertura: da martedì a domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 13 alle 17.
L’ingresso costa 4 franchi, ma è gratuito fino a 16 anni.
La mostra è in francese e in tedesco.

I Galli della nazione degli Elvezi, presenti su tutto l’altopiano svizzero, sono stati romanizzati dopo essere stati sconfitti da Giulio Cesare.

La civiltà romana ha lasciato numerose vestigia in Svizzera. Le più importanti si trovano ad Avenches e nella sua regione.

Principale sito archeologico del paese, l’antica capitale dell’Elvezia romana ha conservato in particolare i resti di un teatro, di un anfiteatro e una parte delle mura di cinta.

Si ritrovano resti romani anche su tutto l’altopiano svizzero, in particolare ad Augusta Raurica (Augst), vicino Basilea.

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