Una direzione iconoclastica
Il pianista David Greilsammer rompe gli schemi nel mondo conservatore della musica classica. Il carismatico direttore dell'Orchestra da camera di Ginevra suona in locali notturni, collabora con DJ e fa sperimentazioni con il genere elettronico.
Gli esperti lo considerano un “visionario”. Nato a Gerusalemme nel 1977, questo giovane ha diretto la sua orchestra nell’aeroporto di Ginevra: un’esperienza più tipica dell’arte contemporanea che della musica classica.
E nelle sue esibizioni non esita a presentare pezzi della modernità più furiosa insieme ad opere barocche.
swissinfo.ch: La musica classica non interessa a un pubblico giovane…
David Greilsammer: È vero e dobbiamo cambiare radicalmente questa situazione. Attualmente, la musica classica è un club privato che offre intrattenimento a un settore molto specifico della società. E, purtroppo, i musicisti hanno la stessa visione, in termini di repertorio e forma di concerti, che due secoli fa. I repertori dovrebbero essere cambiati e i concerti presentati in una forma fresca e nuova.
swissinfo.ch: Cosa propone di fare esattamente?
D. G.: Non dobbiamo suonare solo nei templi delle élite economiche, ma aprirci a nuovi spazi, come i club o le sale di concerti di altri stili musicali. Dobbiamo sforzarci di attirare un nuovo pubblico e smetterla di spaventare con atteggiamenti conservatori.
swissinfo.ch: Cosa cerca come musicista e artista?
D. G.: Fare dei bei concerti non è la parte più importante del lavoro di un musicista. Ciò che conta è chi siamo come artisti e cosa facciamo per portare nuove idee. La nostra responsabilità non si limita solo a intrattenere. Dobbiamo cambiare il mondo. Mi dispiace se sembra un luogo comune… ma è quello che penso.
swissinfo.ch: Un famoso musicista, una volta mi ha detto “a microfoni spenti” che gli piacerebbe sperimentare e innovare, ma che aveva paura di scontrarsi con il veto dei manager e dei patrocinatori.
D. G.: Ciò è assurdo. Penso di dimostrare con il mio lavoro che si possono fare cose in modo diverso nel mondo classico. Non credo che siamo obbligati a comunicare con le regole dell’establishment per poterci guadagnare da vivere. Ciò che le ha detto quel musicista, in realtà, è che ha paura di correre rischi. Penso che abbia sbagliato mestiere.
swissinfo.ch: Ma correre rischi non è alla portata di tutti…
D. G.: A volte, se il programma è molto rischioso, posso suonare per 10 persone. Ma bisogna lottare e perseverare per fare le cose nel modo in cui uno pensa che sia corretto. Se sai quello vuoi, alla fine lo ottieni.
swissinfo.ch: Intende dire che il mondo della musica classica è molto conservatore?
D. G.: Il vero problema è più profondo. Non è colpa dei manager e dei patrocinatori. Il problema sono i musicisti che hanno paura di cambiare. Abbiamo paura di andare contro quanto ci è stato insegnato. Gli organizzatori di concerti sono conservatori, ma dipende da noi non giocare il loro gioco. Se proponiamo nuove idee e progetti appassionanti, le cose cambieranno. Non possiamo rivendicare cambiamenti e non agire di conseguenza.
swissinfo.ch: Vale a dire che i musicisti classici si aggrappano a repertori ‘sicuri’?
D. G.: In generale sì. Sono sorpreso che la maggior parte dei musicisti non desideri suonare musica contemporanea. Ammiro gli artisti che aspirano a imparare nuovi linguaggi e musicisti che esplorano altri terreni creativi, come il jazz o la musica elettronica.
swissinfo.ch: Spesso sono sorpreso di vedere che le arti visive, cinema, teatro, architettura interagiscono e si influenzano a vicenda, mentre la musica classica sembra isolata dalla cultura viva.
D. G.: È triste, ma è una grande verità. Ci isoliamo da tutto ciò che accade nel mondo reale che ci circonda. Mi sorprende sempre vedere code di giovani al MoMA o alla Tate Modern, interessati alla creazione del nostro tempo. Perbacco, mi piacerebbe avere il 10% di questi giovani ai miei concerti!
Ma nel mondo della musica classica non ci interessiamo di ciò che fanno gli altri artisti. A mio parere, un pianista classico ha molto da imparare da un pianista jazz, in particolare come riuscire a far cantare lo strumento.
Quando preparo un concerto di Mozart ascolto Keith Jarrett o Bill Evans. Loro riescono a far sì che il loro strumento suoni come una voce umana. E questa è musica.
Tuttavia, la maggior parte dei musicisti classici vive ascoltando vecchie registrazioni della metà del 20° secolo, perché è stato insegnato loro di avere degli dèi musicali. Ci dimentichiamo che erano meravigliosi ai loro tempi, ma che ora siamo nel 2012. Dobbiamo imparare a cambiare insieme al mondo e non continuare a restare ancorati al passato.
swissinfo.ch: Ha qualche ricordo speciale del suo lavoro con l’Orchestra da Camera di Ginevra?
D. G.: Di recente abbiamo suonato nell’aeroporto di Ginevra. È stato un momento fantastico. Gli aerei decollavano e atterravano intorno a noi durante il concerto. Sono molto orgoglioso dei risultati che abbiamo raggiunto con questa orchestra. È straordinario essere riusciti ad attrarre nuovi pubblici per progetti così innovativi e radicali.
swissinfo.ch: Qual è il suo sogno come artista?
D. G.: La mia responsabilità come artista è quella di inventare e creare. Essere sempre aperto a nuove idee. Spero di riuscire ad attirare nuovo pubblico alla musica classica. Anche se riesco solo a conquistare una persona, sono già soddisfatto. Inoltre desidero lavorare anche con altre forme artistiche. So che sarà difficile, ma mi batterò per questo.
Nato a Gerusalemme nel 1977, David Greilsammer è il maggiore di cinque fratelli.
Ha iniziato gli studi musicali all’età di 6 anni al Conservatorio Rubin a Gerusalemme. In seguito ha studiato presso la prestigiosa Juilliard School di New York.
Ha esordito professionalmente al Lincoln Center nel 2004 e si è esibito in importanti sale concertistiche di Parigi, Londra o Tokyo.
Il suo debutto discografico è del 2006, con i Concerti giovanili di Mozart, diretti dalla tastiera, premiato come “Disco dell’anno” dal Daily Telegraph.
Tra i vari premi che ha già collezionato, figura quello “Giovane musicista dell’anno” in Francia nel 2008.
Come pianista, brilla soprattutto come interprete della musica di Mozart. I suoi interessi spaziano tra molteplici generi musicali.
Celebre per il gusto di correre rischi inusuali nel rigido mondo della musica classica, mescola con audacia e immaginazione musica, teatro ed elementi di danza o di arte visiva.
Nel 2010 è stato nominato direttore musicale dell’Orchestra da camera di Ginevra.
Dal 2011 ha un contratto di “artista esclusivo” con la Sony per la sua produzione discografica. Con questa etichetta ha registrato il CD
Baroque converations. Si tratta di quattro conversazioni musicali, ognuna composta di un trittico, in cui compositori barocchi entrano in relazione con uno contemporaneo.
(Traduzione dallo spagnolo: Sonia Fenazzi)
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