Una leggera brezza d’ottimismo su Davos
Dopo cinque giorni di dibattiti e di incontri al vertice il Forum economico mondiale di Davos ha chiuso domenica i battenti.
L’edizione di quest’anno viene commentata con toni moderati dalla stampa svizzera, che sottolinea tuttavia il ritorno della fiducia e dell’ottimismo.
Nei quotidiani elvetici viene elogiata l’apertura del forum alle voci dissidenti e anti-globalizzanti ma deplorata l’assenza di una forte presenza europea.
Il “Bund” di Berna riassume in poche frasi l’esito dell’incontro di Davos: “Il divario fra i vincitori e i perdenti della globalizzazione è ancora profondo”, scrive il giornale della capitale e sottolinea che “ i grandi problemi, tematizzati a Davos, restano irrisolti”.
La “Basler Zeitung” si chiede addirittura che futuro ha il Forum economico. Il commentatore ritiene che si dovranno abordare maggiormente anche temi critici.
A questo proposito la “Neue Zürcher Zeitung” deplora l’assenza dei dirigenti delle grandi imprese svizzere nelle discussioni parallele al forum, organizzate dagli oppositori e, secondo il giornale, dominate unicamente dai rappresentanti sindacali.
Un biglietto da visita prezioso
Più ottimista degli altri quotidiani la “Berner Zeitung”, l’altro quotidiano bernese, ricorda invece che “il pregio di Davos è quello di dare impulsi, mettere a confronto opinioni diverse e permettere di imparare dall’avversario”.
Per il giornale, il Forum economico è il “miglior biglietto da visita per la Svizzera e il governo dovrebbe ringraziare ufficialmente l’organizzatore del convegno”.
Quasi trionfante è invece il commento del “Tages Anzeiger” dal titolo “Davos è un gioiello”. Per il giornale di Zurigo “non solo il nostro Paese, anche la nostra politica estera trae profitto dal forum”.
“Per cinque giorni”, scrive il quotidiano, “il nostro Paese viene realmente preso sul serio”.
Europa, dove sei?
Nettamente più critici, i giornali della Svizzera francese sottolineano l’assenza dell’Europa sul palcoscenico di Davos e la forte presenza degli americani.
Nel suo commento la “Tribune de Genève” parla addirittura di “America trionfante”. “Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno dominato tutto il forum”.
Ancora più esplicito “Le Temps”: “Europa dove sei”, si chiede il giornale e aggiunge: “Il Forum di Davos è un trampolino mondiale per chi sa servirsene e gli americani in questo ruolo eccellono”.
“E gli europei?”, si chiede ancora il quotidiano romando, “le grandi voci erano rare”. Nella parte economica “Le Temps” sottolinea comunque che per quanto riguarda gli affari “la fiducia sta tornando”.
Decisamente amaro il commento di “24heures”: “Davos è uno spreco di talenti, di tempo, di forze, di benzina, di fondi pubblici. Il Forum economico mondiale di Davos è un convoglio che sta perdendo la sua ragione d’essere”.
swissinfo, Elena Altenburger
Il Forum economico mondiale (WEF) si è svolto dal 21 al 25 gennaio a Davos.
Il WEF affonda le sue radici nel 1971, quando il professore d’economia ginevrino Klaus Schwab decise d’organizzare un simposio nella località grigionese.
Da allora, Davos ha ospitato il Forum annuale praticamente senza interruzioni.
Il tema del WEF 2004 era la “collaborazione per la prosperità e la pace”.
Due le manifestazioni alternative più importanti: Il Public Eye on Davos, organizzato da Pro Natura e dalla Dichiarazione di Berna e l’Open Forum, direttamente co-organizzato dal WEF, Pane per i fratelli e la Federazione delle chiese protestanti.
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