Vele issate sulla scia dell’italiano
Dal 22 al 28 ottobre si celebra la Settimana della lingua italiana nel mondo. La Svizzera vi aderisce in prima linea, sostenendo dentro e fuori le frontiere la diffusione di uno dei suoi idiomi nazionali.
Nella Confederazione l’italiano è riuscito a ritagliarsi uno spazio persino nei dialetti a nord delle Alpi. Fatica invece di più a farsi largo tra i banchi di scuola.
L’italiano, vecchio di otto secoli, lascia le università e le biblioteche per issare le vele e salpare verso terre lontane. In questi giorni navigherà su quel mare che per millenni è stato la grande via d’accesso all’Italia, che ha ispirato poeti e artisti di tutto il mondo e che ha spinto milioni di italiani – e di svizzeri italiani – lontano da casa.
«Il mare è il tema della 7. edizione della Settimana dell’italiano nel mondo», dice a swissinfo Marco Cameroni, a capo del Centro di competenza per la politica estera culturale del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
Unico paese – ad eccezione ovviamente della vicina Penisola – a coltivare l’italofonia come parte della sua identità nazionale, la Svizzera partecipa puntualmente all’evento organizzato dal Ministero degli esteri di Roma. Favorendo così la diffusione della lingua di quasi mezzo milione di elvetici.
«Si tratta di una piattaforma formidabile che permette d’informare da un lato sulla realtà multiculturale del nostro paese – osserva Cameroni – e dall’altro di mettere in luce diversi aspetti della minoranza italofona».
Le straordinarie vicende degli emigrati
«L’approccio che abbiamo scelto quest’anno – prosegue l’ex console generale di Milano – permette di illustrare una vicenda storica molto importante della Svizzera italiana, in particolare del Ticino: i flussi migratori via mare».
Tramite una serie di eventi organizzati dalla sua rete di ambasciate, la Confederazione ha deciso di mettere l’accento sugli emigranti (o i loro discendenti) che hanno lasciato un’eredità di grande valenza, soprattutto in ambito culturale, nel paese d’adozione.
«Ci sono delle vicende straordinarie in gran parte sconosciute», racconta Cameroni. «Come i Durini, famiglia di costruttori e architetti ticinesi di Tremona, che hanno praticamente disegnato il volto di Quito, capitale dell’Ecuador».
Italiano dell’Est
Storie legate al mare saranno raccontate un po’ ovunque nel mondo. Il calendario di manifestazioni previsto dal DFAE prevede conferenze, proiezioni cinematografiche, tavole rotonde, concerti e mostre in 30 città.
Anche lontano dalla Toscana, la culla dell’italiano, dal Ticino e dalle valli dei Grigioni, la lingua del Petrarca può contare su una considerazione rilevante. Secondo Renato Martinoni, professore ordinario di letteratura italiana all’Università di San Gallo, in certi paesi l’interesse è addirittura in crescita.
«In alcuni Stati dell’Europa dell’est o dell’ex Unione sovietica l’italiano è una delle lingue più studiate dopo gli idiomi nazionali», rileva. «La motivazione è di tipo artistico-culturale: chi studia musicologia o frequenta un conservatorio, spesso impara anche l’italiano».
Una lingua trascurata
Paradossalmente – ma neanche così tanto vista l’avanzata dell’inglese – l’italiano sembra godere di meno attenzione all’interno della Confederazione. Negli ultimi anni la percentuale dei cittadini elvetici che indicano l’italiano quale lingua madre è sì rimasta costante (attorno al 6,5% della popolazione), ma la politica d’insegnamento adottata in certi cantoni solleva alcune inquietudini.
Le due camere del parlamento si sono recentemente accordate nel lasciare ai cantoni la libertà di scegliere quale lingua straniera (e per “straniera” s’intende l’inglese o una delle altre lingue nazionali) insegnare nella scuola dell’obbligo.
«Molti cantoni sceglieranno di preferenza l’inglese, il francese o il tedesco e sempre meno alunni studieranno l’italiano», annota Martinoni. «Il grosso problema è che l’italiano è trascurato anche a livello liceale».
Una constatazione condivisa da Michele Loporcaro, professore di linguistica romanza e linguistica storica italiana all’Università di Zurigo. «L’introduzione di una maturità “à la carte” nell’insegnamento secondario, che consente agli studenti di scegliere quali materie studiare, ha portato ad un calo delle richieste di corsi d’italiano».
A portare una rinnovata ventata d’entusiasmo contribuirà forse la Settimana della lingua italiana nel mondo, che nelle città svizzere sarà celebrata con momenti didattici ed eventi ricreativi. A San Gallo, segnala Renato Martinoni, sono ad esempio previsti concorsi di scrittura e letture di testi per ragazzi.
L’italiano sarà agli onori anche a Zurigo, dove la “Settimana” si prolungherà per tutto il mese di novembre grazie ad una trentina di incontri culturali in tutta la città.
L’italianismo nell’elvetismo
Anticipando i risultati di un vasto studio internazionale sugli italianismi nel mondo, il professor Stephan Schmid dell’Università di Zurigo fa notare come l’italiano abbia conquistato terreni impensati. Intrufolandosi, forse all’insaputa della gente, nei linguaggi locali.
«Analizzando i dizionari dialettali di tre regioni, in cui si parla lo svizzero-tedesco, ho scoperto che molte parole italiane sono entrate nell’uso comune», ci spiega il professore di fonetica. Per gli anziani del canton Uri il “fazzoletto” è così diventato il “fazzenettli” e la “mazza” si è trasformata in “matze”.
«Nella terminologia della viticoltura vallesana – prosegue Schmid – ci sono poi dei termini che sono stati presi in prestito dall’italiano o dal dialetto piemontese, come “schpina” da “spina” oppure “fusctu” da “fusto”».
swissinfo, Luigi Jorio
La Settimana della lingua italiana nel mondo 2007 si svolge dal 22 al 28 ottobre.
Al di fuori della Penisola, l’italiano è una lingua ufficiale in Svizzera (Ticino e Grigioni) ed è riconosciuta in Croazia e Slovenia (Istria).
Nella Confederazione l’italiano è il primo idioma per il 6,5% della popolazione (471’000 persone, dati del 2000).
Secondo alcuni studi gli italofoni nel mondo sarebbero circa 200 milioni.
Dal 2001, ogni anno, si tiene in tutto il mondo una settimana dedicata alla lingua e alla cultura italiana. La manifestazione vuole fornire un’occasione per riflettere sull’attuale situazione dell’italiano e sulle potenzialità di diffusione della lingua di Dante come componente dell’immagine dell’Italia all’estero.
La settimana è promossa dal Ministero degli esteri in collaborazione con l’Accademia della Crusca. All’estero sono attivi gli Istituti di cultura, le rappresentanze diplomatiche, le cattedre di italianistica, i comitati della Società Dante Alighieri e le Associazioni di italiani all’estero.
Nel 2006 sono stati organizzati 1300 eventi (conferenze, concorsi letterari, mostre, trasmissioni televisive,…) in un’ottantina di paesi.
Durante la sessione autunnale delle camere federali, il Consiglio nazionale (camera bassa) ha rivisto la sua posizione iniziale di dare la priorità alle lingue nazionali rispetto all’inglese nell’insegnamento scolastico.
Allineandosi al Consiglio degli Stati (camera alta), ha deciso di lasciare ai cantoni la libertà di scegliere l’ordine delle lingue da insegnare a scuola.
Le due camere hanno però ancorato nella legge federale sulle lingue i principi del concordato intercantonale HarmoS.
L’accordo stipula che l’insegnamento deve assicurare, alla fine della scolarità, l’apprendimento di almeno una seconda lingua nazionale e di un’altra lingua straniera.
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