Viavai, il progetto culturale che valorizza l’italianità
Tra l’autunno del 2014 e la primavera del 2015 un fitto programma culturale promosso da Pro Helvetia inonderà i territori al di qua e al di là della frontiera. Con l’obiettivo di rafforzare, anche sotto il profilo culturale, i rapporti bilaterali tra Italia e Svizzera.
Si chiama “Viavai, contrabbando culturale Svizzera-Lombardia” e coinvolge i cantoni Vallese e Ticino, la città di Zurigo, la Fondazione Ernst Gohner e la Regione Lombardia. Un grande evento culturale promosso dalla Fondazione Pro Helvetia, che anticiperà di fatto l’Esposizione di Milano del 2015.
Centinaia gli artisti di entrambe le nazionalità si esibiranno per presentare le loro creazioni in tanti luoghi e città al di qua e al di là del confine. Grazie al linguaggio dell’arte, si propongono di rafforzare i rapporti italo-svizzeri, già intensificatisi con la partecipazione della Svizzera a Expo 2015.
L’iniziativa è stata concepita sul modello di La Belle Voisine – che tra il 2007 e il 2008 coinvolse centinaia di artisti svizzeri e francesi – e del programma trinazionale Triptic, attualmente in corso tra Alsazia, Baden Wurttemberg e la Svizzera Nord-occidentale.
È una fondazione di diritto pubblico, interamente finanziata dalla Confederazione e che opera in modo sussidiario, completando la promozione della cultura svolta da cantoni e comuni.
Si occupa di progetti di rilevanza nazionale e, su mandato della Confederazione, promuove la creazione artistica in Svizzera, coltiva gli scambi culturali, si impegna a diffondere la cultura svizzera all’estero e favorisce la mediazione artistica.
Pro Helvetia sostiene la cultura sulla base di richieste di finanziamento tramite la sua rete di centri culturali e uffici di collegamento all’estero, nell’ambito di programmi d’impulso o di scambio culturale.
Rafforzare le relazioni bilaterali
Due gli assi principali attorno ai quali ruota l’iniziativa che ha previsto un investimento di 2,5 milioni di franchi: da un lato l’asse transalpino che vede coinvolti principalmente i grandi centri urbani come Milano e Zurigo e indaga sul rapporto tra arte e tecnologia. E dall’altro quello transfrontaliero che pone al centro una riflessione sull’impatto della lingua e della cultura italiana nei territori di confine, valorizzando l’importanza dell’italianità.
Come ribadisce il Console generale della Svizzera a Milano Massimo Baggi, «con questo progetto riposizioniamo la cultura al centro delle nostre relazioni bilaterali, che di solito riassumiamo sotto forma di cifre di interscambio commerciale dimenticando che in mezzo, tra i due paesi, ci sono idee».
«Viavai ci riporta alla centralità della lingua italiana che ha valore storico e fondante per la Svizzera, ma che possiede anche una valenza innovativa e di progresso per l’Europa», ha aggiunto Massimo Baggi durante il lancio del progetto al Centro svizzero di Milano, a cui hanno preso parte anche l’assessore alla Cultura e alla Identità della regione Lombardia, Cristina Cappellini, il consigliere di Stato ticinese Manuele Bertoli e rappresentanti dei cantoni Ticino, Vallese e della città di Zurigo.
Contrabbando di idee, non di merci
Con l’apertura nei prossimi anni della ferrovia di base del San Gottardo, il territorio insubrico e i grandi centri urbani a nord delle Alpi si avvicineranno ulteriormente. E nel sottotitolo del progetto “Contrabbando culturale Svizzera Lombardia”, quasi a voler indicare il reciproco influsso di genti e culture essenziale per l’evoluzione della produzione artistica contemporanea dei due paesi, si fa riferimento in chiave ironica a quello che è stato in passato il traffico illegale di merci.
«La missione di Pro Helvetia è di favorire il dialogo fra le quattro regioni linguistiche della Svizzera promuovendo scambi con l’estero e occupandoci di progetti di rilievo internazionale che abbiano attenzione per le minoranze linguistiche», spiega Marco Annoni, presidente della fondazione svizzera per la promozione della cultura.
Meglio di ogni altro, Marco Annoni incarna la sintesi del movimento di idee e persone che hanno attraversato e attraversano ogni giorno le frontiere italo-svizzere. I suoi nonni emigrarono infatti dall’Italia alla Svizzera agli inizi del ‘900, come racconta lui stesso.
«Spesso ci si dimentica che nel mondo ci sono due paesi in cui l’italiano è lingua nazionale. E uno di questi, oltre a San Marino, è la Svizzera. La nostra non è un’iniziativa isolata ma si ascrive nel quadro più ampio di scambi transfrontalieri. Il concorso ha avuto grande interesse e ciò conferma il bisogno di scambi transculturali: ci sono pervenuti 70 progetti e una giuria composta da esperti del mondo della cultura ne ha selezionati 19».
Vasta offerta culturale
I progetti selezionati vanno da Balabiott (parola che in dialetto significa sciocco o credulone), uno spettacolo teatrale itinerante sulla comunità hippie del Monte Verità, agli eventi performativi multimediali proposti dal Teatro San Materno di Ascona e racchiusi nel titolo Arttransit, Performing Art in Motion.
Non mancheranno le mostre di carattere storico e artistico come quella intitolata Ma partono cantando con la speranza in cuor, dedicata alla storia degli anarchici tra cui Michail Bakunin accolti a Lugano e Locarno tra il XIX e il XX secolo. E nemmeno le sfilate-concerto di moda rivisitate in un contesto contemporaneo come quella proposta sotto il titolo XIVIX-1515 da Klanbox di Martigny, che farà sfilare 12 abiti utopici creati da 12 artisti e 12 compositori.
Da segnalare anche la proposta del Consorzio Associazioni Culturali di Pavia dedicata alla produzione alimentare, che costituisce un tratto specifico e unificante dell’italianità del territorio e che, sotto il titolo E.A.T. Etnografie Alimentari Transfrontaliere, anticipa di fatto il tema dell’alimentazione su cui verterà l’Expo del 2015.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.