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Alain de Botton, 20 anni di scrittura

Il filosofo, nato nel 1969, ha pubblicato 15 libri. Vincent Starr

Il popolare autore e filosofo svizzero-britannico Alain de Botton ha tentato di affrontare nei suoi libri alcuni dei grandi temi della vita umana, cominciando all’età di 23 anni con l’amore. Vent’anni dopo rimane un imprenditore di idee.

Il primo libro di de Botton, Esercizi d’amore, un romanzo scritto in inglese e pubblicato nel 1993, rese di colpo famoso il dottorando di Harvard, conferendogli un posto d’onore tra i pensatori della sua generazione.

A quella prima esperienza sono seguiti dei saggi, tra cui best-seller quali Come Marcel Proust può cambiarvi la vita, L’importanza di essere amati e Architettura e felicità. Non tutte le sue opere hanno però suscitato l’interesse del pubblico e alcuni critici liquidano de Botton come «un saggio da classe media».

Il prossimo obiettivo di Alain de Botton sono i mass media. Sta scrivendo «un libro sulle news», ha rivelato egli stesso a swissinfo.ch. «L’idea è nata da una citazione del filosofo tedesco Hegel, che dice che ‘quando la religione si indebolisce, i giornali diventano la principale fonte di autorità e di orientamento per la vita degli uomini’. Ho pensato che si tratta di una presa di posizione davvero provocatoria».

«È dunque un libro sulle notizie, sul modo in cui le affrontiamo, sugli effetti che hanno sulla nostra mente e sul fatto che spesso non ci aiutano a capire un mondo che apparentemente stanno cercando di spiegarci».

Reinventare la religione

Ateo dichiarato da sempre, de Botton ha sviluppato negli ultimi anni un interesse particolare per la religione, già sfociato nella pubblicazione di Del buon uso della religione. Una guida per i non credenti. È «il mio libro che finora ha venduto di più».

Il libro è un appello agli atei perché superino quello che il filosofo considera una critica implacabile a tutto quanto è religioso. Ed è un tentativo di salvataggio degli aspetti delle differenti fedi utili a «rammendare alcuni degli stracci lacerati dalla moderna fabbrica sociale».

Durante una recente visita a Basilea per la promozione del Buon uso della religione», de Botton ha intrattenuto il pubblico della Literaturhaus descrivendo il modo in cui riempie il piatto con gli aspetti più rilevanti del «buffet delle religioni».

Dietro all’ironia si cela in realtà una critica seria all’incapacità della società laica di fornire alle persone indicazioni utili su come vivere bene, un’incapacità a cui de Botton aspira a porre rimedio. «Le religioni hanno capito che appartenere a una comunità è auspicabile, ma per niente facile», ha spiegato il filosofo a un auditorio in cui erano rappresentate tutte le generazioni.

Mentre si attardava nel fondo della sala prima del suo discorso, de Botton poteva passare per un prete o per un venditore di assicurazioni. Lui direbbe che le due professioni non sono prive di relazioni.

Rompendo con il suo comportamento usuale, calmo e pacifico, de Botton ha perso le staffe nel 2009, pubblicando un commento feroce sul blog del critico del New York Times Caleb Crain. Quest’ultimo aveva attaccato con virulenza il libro di de Botton Lavorare piace, accusando l’autore di condiscendenza e meschinità nella descrizione della vita altrui. De Botton si è poi scusato pubblicamente per la sua reazione irata.

Esercizi d’amore (Essays in Love) (1993) Guanda, 1995

Il piacere di soffrire (The Romantic Movement) (1994) Guanda, 1996

Cos’è una ragazza (Kiss & Tell) (1995) Guanda, 1997

Come Marcel Proust può cambiarvi la vita (How Proust Can Change Your Life) (1997) Guanda, 1998

Le consolazioni della filosofia (The Consolations of Philosophy) (2000) Guanda, 2000

L’arte di viaggiare (The Art of Travel) (2002) Guanda, 2002

L’importanza di essere amati (Status Anxiety) (2004) Guanda, 2004

Architettura e felicità (The Architecture of Happiness) (2006) Guanda, 2006

Lavorare piace (The Pleasures and Sorrows of Work) (2009) Guanda, 2009.

Una settimana all’aeroporto (A Week at the Airport) (2009) Guanda, 2010.

Del buon uso della religione. Una guida per i non credenti (Religion for Atheists) (2011) Guanda, 2011.

Come pensare (di più) il sesso (How to Think More About Sex) (2012) Guanda, 2012

«Paradiso»

De Botton parla inglese con un accento cristallino, senza tracce della sua origine svizzera. Ma l’autore mantiene un forte legame emotivo con il suo paese.

Vittima della persecuzione religiosa, la famiglia de Botton ha dovuto lasciare l’Egitto insieme a buona parte della comunità ebraica negli anni Cinquanta. Il padre di Alain, Gabriel, si è stabilito a Zurigo e ha fatto carriera in banca, per poi mettersi in proprio e aprire un’azienda attiva negli investimenti, che gli ha fatto guadagnare milioni.

Alain de Botton ha avuto una relazione difficile con il padre, poco sensibile ai successi del figlio.

De Botton ha trascorso i primi anni di vita a Zurigo. A casa sua si parlava francese. Poi, all’età di otto anni, è stato inviato in un collegio in Inghilterra. Ricorda la solitudine del viaggio a Londra di un minorenne non accompagnato, «l’inizio del ritorno in prigione».

«Il viaggio di ritorno, da Heathrow alla Svizzera, era invece molto eccitante, perché era un viaggio di ritorno in paradiso». Ma scriverà mai un libro sul paese dov’è nato? «Mi piacerebbe scrivere un libro sulla repubblica alpina e i suoi ideali», dice de Botton a swissinfo.ch.

«Non necessariamente su quello che la Svizzera è oggi. Il sogno della Svizzera, anche se solo parzialmente realizzato, è terribilmente interessante. È il sogno di una società basata sul localismo, sulla democrazia diretta, sulla prudenza finanziaria, sulla modestia rispetto alla ricchezza, sull’assistenza ai poveri e sul rispetto della natura».

Non solo parole

Le attività di de Botton vanno oggi ben oltre la letteratura e la saggistica. L’anno scorso, in una lunga intervista al quotidiano britannico The Indipendent, de Botton ha ammesso di trovarsi in crescente difficoltà di fronte all’idea di essere solo uno scrittore. «Quello che mi interessa è fornire una guida. Ho una visione terapeutica della letteratura. E quella visione, espressa in 15 libri, può essere vissuta anche in altro modo».

Uno di questi modi è la cooperativa Living Architecture, creata «per rivoluzionare sia l’architettura, sia il mercato degli appartamenti di vacanza del Regno Unito». Finora sono state costruite cinque case di vacanza esclusive progettate da architetti di grido.

Tra i progetti in corso c’è un «eremo laico» nella regione rurale del Dorset, commissionato a Peter Zumthor. Per il noto architetto svizzero si tratta del primo progetto permanente in Gran Bretagna.

De Botton diffonde attivamente le sue idee attraverso il programma televisivo TED Talks, documentari e lezioni. Nel 2008 ha fondato un centro educativo autogestito a Londra, chiamato The School of Life, la scuola della vita, un proposito che ha avuto successo, ma che è stato anche oggetto di dileggio. De Botton sta cercando dei locali per questo progetto a Zurigo.

Il filosofo è attivo anche su Twitter, dove dispensa dosi giornaliere di saggezza ai suoi 379’000 seguaci telematici. Tra i consigli pubblicati, quello che segue è di certo una delle massime che hanno guidato anche la sua vita:

«Una delle migliori protezioni contro le delusioni è avere molte cose in ballo».

(traduzione dall’inglese e adattamento: Andrea Tognina)

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