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Centenario dell’unico Premio Nobel svizzero per la letteratura

Un uomo sull altare di una chiesa parla al pubblico.
Il ministro svizzero della cultura Alain Berset ha preso parte al lancio delle commemorazioni del centenario del Premo Nobel della letteratura di Carl Spitteler, il 4 aprile 2019 a Liestal, capoluogo di Basilea Campagna, dove nacque lo scrittore. © Keystone / Patrick Straub

Il Nobel per la letteratura 2019 è stato assegnato giovedì all'austriaco Peter Handke. Questo premio è stato attribuito una sola volta ad un cittadino svizzero, Carl Spitteler, cento anni fa. Dimenticato dal grande pubblico, lo scrittore è stato riportato alla luce due anni fa … dal  presidente cinese.

La vita di Carl Spitteler (1845-1924) non è ordinaria. Dopo aver studiato teologia, abbandona il ministero e si reca a San Pietroburgo per lavorare come precettore per una decina d’anni. Tornato in Svizzera, diventa insegnante di tedesco, latino e greco nel cantone di Berna, prima di dedicarsi al giornalismo. Uno dei suoi articoli, pubblicato sul quotidiano “Der Bund”, attira l’attenzione di Nietzsche.

La prima svolta importante avviene nel 1892. Avendo sposato una donna ricca, può consacrarsi interamente alla scrittura. Dopo alcuni anni di pratica, diventa un autore noto nell’area culturale di lingua tedesca, in particolare per le sue poesie ispirate alla mitologia greca. Carl Spitteler seduce in particolare Sigmund Freud, che battezza la sua prima rivista di psicoanalisi “Imago”, in riferimento al titolo di un libro dello scrittore svizzero.

Celebre grazie ad un discorso

Paradossalmente, non è per i suoi scritti, ma per le sue parole che Carl Spitteler diventa davvero famoso. All’inizio della Prima guerra mondiale, il 14 dicembre 1914, pronuncia un discorso intitolato “Il nostro punto di vista svizzero” su richiesta della Nuova società svizzera, un’organizzazione influente che riunisce intellettuali, politici e militari e mira a rafforzare l’unità della Svizzera.

In un momento in cui le menti sono surriscaldate da velleità bellicose, il suo richiamo alla pace attira l’attenzione. La sua denuncia della distruzione della cattedrale di Reims da parte dei tedeschi gli vale la simpatia delle nazioni alleate e dei paesi neutrali. La notorietà di questo discorso ha certamente contribuito a fare di Carl Spitteler l’unico svizzero a vincere il Premio Nobel per la letteratura (se non si tiene conto di Hermann Hesse, cittadino tedesco naturalizzato svizzero).

Sul piano interno, Carl Spitteler lancia un appello in difesa della neutralità. A suo parere, questo principio è essenziale per la sopravvivenza di un paese le cui diverse comunità linguistiche sono profondamente divise a causa della guerra.

Recupero

Sebbene questo discorso sia stato talvolta criticato, col passare del tempo è diventato una delle giustificazioni dei valori cari alla Svizzera: federalismo e neutralità. Alcuni l’hanno addirittura considerato come l’inizio del concetto di neutralità attiva. Ma in realtà, è stato davvero così cruciale?

“Difficile rispondere”, dice Stefanie Leuenberger, specialista di letteratura. “È stato ovviamente importante, perché la Svizzera era allora così divisa che oggi non possiamo nemmeno immaginarlo. Ma questa importanza è stata gonfiata negli anni ’30 dalla Difesa spiritualeCollegamento esterno della Svizzera, un movimento che ha affermato i valori nazionali di fronte al totalitarismo”.

“La figura di Carl Spitteler è stata recuperata: in sua memoria sono state erette statue e il suo nome è stato attribuito a delle strade. Lo abbiamo reso un autore classico e conservatore, quando era il contrario”, dice Stefanie Leuenberger.

Conosciuto fino in Cina

Le posizioni di Carl Spitteler e ancor più le sue opere letterarie sono gradualmente cadute nell’oblio. Il centenario del Premio Nobel è quindi un’occasione ideale per riscoprire l’autore. L’Associazione Carl Spitteler – 100 anni del Premio Nobel per la letteratura 1919-2019 ha lanciato una campagna a tal fine. Letture pubbliche e altri eventi si svolgono in diverse città del paese.

Stefanie Leuenberger, membro del comitato dell’associazione, ritiene che valga la pena riscoprire lo scrittore. “Coloro che leggono i suoi testi notano che non era un conservatore, ma un feroce critico della società. Ha denunciato problemi come il razzismo e la xenofobia, temi che rimangono validi anche oggi”.

Ma Carl Spitteler non ha aspettato fino al centenario per tornare in piena luce. Lo scrittore era stato rievocato dal presidente cinese In occasione della sua visita di Stato in Svizzera nel 2017. La più grande felicità è “trovare amici con cui condividere il tuo respiro come il tuo destino”, ha citato Xi Jinping.

Traduzione di Armando Mombelli

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