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Dalla Svizzera benedizione mediatica per il papa

Papa Franceso accende grandi speranze nel mondo Reuters

“Sorpresa”: è il leitmotiv dei commentatori svizzeri all’indomani dell’elezione del nuovo papa. Una scelta che la stampa elvetica accoglie evidenziando le speranze accese dall’arrivo in Vaticano di colui che è considerato “l’avvocato dei poveri”. Ma l’argentino Jorge Mario Bergoglio è anche noto per delle rigide posizioni conservatrici in materia di dottrina.

Al sud delle Alpi, titolando “Un sorriso che spiazza il mondo”, il Corriere del Ticino (CdT) commenta che “ci si aspettava un «papa sceriffo», sembra che sia spuntato un «papa buono»”. Il quotidiano di Lugano puntualizza tuttavia che prima di dare giudizi definitivi occorre ancora aspettare. Il commentatore rileva quindi che questo pontefice che “porta in Vaticano un’aria esotica” “vedrà confluire sulla sua persona le speranze della parte più povera del mondo”.

Con “Il papa dell’altro mondo” per La Regione Ticino si apre una “Pagina nuova e promettente per la vita della Chiesa”. “Già lo stile con il quale si è presentato con le prime parole, affacciandosi al balcone di San Pietro, è molto indicativo dal punto di vista dell’apertura al mondo”, sottolinea il giornale di Bellinzona. E soprattutto, “in questo momento storico, dove la globalizzazione selvaggia sta dilaniando varie parti del mondo, nel momento in cui varie crisi socio-economiche stanno creando grandi difficoltà fra nord e sud del mondo, il fatto che il nuovo pontefice scelga di chiamarsi Francesco, cioè di richiamarsi a quella figura del Cristianesimo che partì proprio dal Vangelo visto come abbandono della ricchezza fine a sé stessa, è la logica della condivisione, è un segnale di grande portata simbolica”.

“Adottare un nome che nessun papa aveva mai osato assumersi, quello del Poverello: ci vuole un certo… fegato”, rileva anche il Giornale del popolo, nel commento intitolato “Un nuovo scenario per la Chiesa”. E anche il quotidiano della curia ticinese non nasconde lo stupore per la scelta del papa argentino, poco conosciuto da questa parte dell’Oceano. “Vedremo di conoscerlo nei prossimi mesi, insieme a tutti i cattolici in festa nel mondo intero, e soprattutto nel Continente «più cattolico» che ci sia” e di scoprire “presto il significato e le implicazioni” delle sue prime scelte.

I vescovi svizzeri si dicono lieti per l’elezione di papa Francesco, che accolgono con viva gioia ed invocano lo Spirito Santo perché assista il nuovo pontefice.

In una presa di posizione, affermano che dopo la rinuncia di Benedetto XVI, “si avvertiva tangibilmente quanto la Chiesa cattolica stia attraversando un periodo movimentato”.

Le intense e franche discussioni del preconclave hanno manifestato al collegio cardinalizio ed anche al nuovo Sommo pontefice la situazione complessa in cui si trova la Chiesa cattolica ed i compiti che le si prospettano. La Chiesa – proseguono i vescovi svizzeri – si trova confrontata acon grandi sfide.

Il papa, vescovo di Roma, dovrà assumere “un ministero estremamente arduo”. Gli occorrerà il “dono della percezione e la lettura dei segni dei tempi”, ma anche una “acuta sensibilità per le legittime diversità delle Chiese locali”.

“Assicuriamo al papa di fare il nostro meglio per offrirgli la nostra corresponsabilità per la Chiesa locale e universale, in unione con i vescovi del mondo intero”. E, concludono i vescovi elvetici, “ci impegneremo con il papa a consolidare la fede in seno alla Chiesa che è in Svizzera”.

Fonte: Ats

Vicino al popolo anche nel calcio

Toni identici al nord delle Alpi, dove la Tribune de Genève e il 24heures di Losanna definiscono la nomina come la “sorpresa del giorno. Il conclave è riuscito a far eleggere un uomo diverso, capace di dare un nuovo respiro alla Chiesa cattolica”. A Zurigo il Tages-Anzeiger e a Berna Der Bund parlano persino di notizia sensazionale. “Il conclave ha lanciato un segnale forte: il papa proviene dalla parte del mondo dove vive la maggioranza dei cattolici”, scrivono i due quotidiani, rammentando che il 70% dei cattolici vive in America latina. Quanto all’Aargauer Zeitung si rallegra dell’elezione di “un papa globale per i poveri di questo mondo”.

Nel coro di applausi, anche il Journal du Jura ritiene che papa Francesco incarni la speranza giunta dall’altro capo del mondo, nonostante l’età “poco compatibile con il carico del compito”. Si tratta di un’elezione “storica”, sottolinea il Quotidien Jurassien. Con questa scelta la Chiesa cattolica riconosce finalmente la sua costituzione di Chiesa universale fino al pontificato, nonostante il netto dominio europeo nel collegio cardinalizio, evidenzia la Neue Zürcher Zeitung.

Audace il quotidiano di Friburgo La Liberté, che titola “Per l’Argentina, un papa dopo un Messi”, facendo riferimento all’altra “religione” di gran parte dei compatrioti di Jorge Mario Bergoglio, lui stesso noto come un grande tifoso della squadra di calcio di Buenos Aires San Lorenzo, fondata da un prete.

Un uomo della pastorale

Più seriamente, il giornale friburghese osserva che il nuovo pontefice “è in primo luogo un uomo della pastorale, molto vicino ai fedeli e ai suoi preti, sia con le parole che con i fatti. L’immersione quotidiana nella povertà lo ha reso molto sensibile alla dimensione sociale dell’impegno della Chiesa di fronte ai danni di un neoliberalismo globalizzato che asservisce l’uomo”.

Anche Le Temps si attende che papa Francesco si rivolga prioritariamente, agli umili, ai poveri, ai diseredati, alle vittime talvolta trascurate sulle rive del Tevere. “Tuttavia non rivoluzionerà la dottrina su temi scottanti: divorzio, aborto, contraccezione, matrimonio dei preti, eccetera”, precisa il foglio ginevrino.

Su questi le convinzioni di Francesco sono esattamente in linea con quelle di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, sottolinea pure L’Express. Jorge Mario Bergoglio “non ha esitato a inimicarsi la presidente argentina Cristina Kirchner, opponendosi alla legalizzazione del matrimonio omosessuale”, ricorda il quotidiano di Neuchâtel.

Per i Gesuiti svizzeri l’elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio pontificio è il segnale di una nuova partenza e in questo senso bisogna leggere la scelta del nome Francesco.

L’aver assunto il nome del Poverello di Assisi, fondatore dell’ordine dei frati mendicanti, è un chiaro segno, ha dichiarato il padre provinciale Christian Rutishauser.. Per aver vissuto nell’America del sud il nuovo pontefice sa il significato della povertà e dello sfruttamento economico.

Per Rutishauser, che non conosce personalmente il pontefice, la prima apparizione pubblica di Francesco indica il desiderio di introdurre un nuovo stile pastorale. Nel suo breve intervento da segnalare che non si è definito papa, “ma sempre come vescovo di Roma”.

Fonte: Ats

Un’ombra da eliminare

Se gli elogi per il nuovo papa abbondano nelle pagine dei quotidiani elvetici, diversi giornali precisano che rimane però un dubbio che dovrà essere dissipato rapidamente: “sulla «bontà» del nuovo papa peseranno poi le voci sui suoi presunti rapporti col regime dei generali argentini, tutte da dimostrare”, scrive ad esempio il Corriere del Ticino. Un ruolo sul quale occorrerà far luce in fretta, affermano il 24heures e la Tribune de Genève.

“Come alla Chiesa cattolica nel suo insieme, anche a Bergoglio si rimprovera di aver cooperato con la Giunta e di essersi disinteressato delle sorti dei desaparecidos, tra cui dei preti cattolici di sinistra”, afferma il Tages-Anzeiger. “Se il papa avesse una parte di responsabilità foss’anche solo in uno dei circa 30mila casi di scomparse, la Chiesa avrebbe un nuovo problema”, mette in guardia la Neue Luzerner Zeitung.

Eletto papa il 13 marzo 2012, l’argentino Jorge Mario Bergoglio è il 266° pontefice della storia ed è il primo non europeo. È anche il primo papa ad assumere il nome di Francesco e il primo gesuita eletto a capo della Chiesa cattolica romana.

Jorge Mario Bergoglio è nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, ha studiato e si è diplomato come tecnico chimico, ma poi ha scelto il sacerdozio ed è entrato nel seminario di Villa Devoto. L’11 marzo 1958 è passato al noviziato della Compagnia di Gesù, ha compiuto studi umanistici in Cile e nel 1963, di ritorno a Buenos Aires, ha conseguito la laurea in filosofia presso la Facoltà di Filosofia del collegio massimo San Josè di San Miguel.

Fra il 1964 e il 1965 è stato professore di letteratura e di psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fe e nel 1966 ha insegnato le stesse materie nel collegio del Salvatore di Buenos Aires.

Dal 1967 al 1970 ha studiato teologia presso la Facoltà di Teologia del collegio massimo San José, di San Miguel, dove ha conseguito la laurea. Il 13 dicembre 1969 è stato ordinato sacerdote.

Nel 1970-71 ha compiuto il terzo probandato ad Alcala de Henares (Spagna) e il 22 aprile 1973 ha fatto la sua professione perpetua.

È stato maestro di novizi a Villa Barilari, San Miguel (1972-1973), professore presso la Facoltà di Teologia, Consultore della Provincia e Rettore del collegio massimo. Il 31 luglio 1973 è stato eletto Provinciale dell’Argentina, incarico che ha esercitato per sei anni.

Fra il 1980 e il 1986 è stato rettore del collegio massimo e delle Facoltà di Filosofia e Teologia della stessa Casa e parroco della parrocchia del Patriarca San José, nella Diocesi di San Miguel.

Nel marzo 1986 si è recato in Germania per ultimare la sua tesi dottorale; quindi i superiori lo hanno destinato al collegio del Salvatore, da dove è passato alla chiesa della Compagnia nella città di Cordoba come direttore spirituale e confessore.

Il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo ha nominato Vescovo titolare di Auca e Ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno dello stesso anno ha ricevuto nella cattedrale di Buenos Aires l’ordinazione episcopale dalle mani del Cardinale Antonio Quarracino, del Nunzio Apostolico Monsignor Ubaldo Calabresi e del Vescovo di Mercedes-Lujan, Monsignor Emilio Ogènovich.

Il 3 giugno 1997 è stato nominato Arcivescovo Coadiutore di Buenos Aires e il 28 febbraio 1998 Arcivescovo di Buenos Aires per successione, alla morte del Cardinale Quarracino.

È autore dei libri: Meditaciones para religiosos del 1982, Reflexiones sobre la vida apostolica del 1986 e Reflexiones de esperanza del 1992.

È Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina che non possono contare su un Ordinario del loro rito. Gran Cancelliere dell’Università Cattolica Argentina.

Relatore Generale aggiunto alla 10a Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2001).

Dal novembre 2005 al novembre 2011 è stato Presidente della Conferenza episcopale argentina.

Fonte: Ats/Ansa

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