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Il mito di Troia nella letteratura e nell’arte

Arnold Böcklin: Ulisse al mare, 1869, olio su tela Antikenmuseum Basel

La nuova esposizione dell'Antikenmuseum di Basilea rende omaggio ad Omero, il leggendario poeta greco, ritenuto l'autore dell'Iliade e dell'Odissea.

I circa 230 tra reperti archeologici e opere d’arte, dall’età del bronzo fino ai nostri giorni, testimoniano la continuità dell’influenza dei 2 poemi omerici nella cultura della civiltà europea.

Sulla spinta del successo ottenuto dalla grande esposizione dedicata agli scavi tedeschi fatti a Troia – presentata in Germania tra il 2001 e il 2002 – l’Antikenmuseum di Basilea ha scelto di rendere onore al personaggio che di Troia ha narrato le vicende: il mitico Omero.

“Omero è una delle grandi personalità dell’antichità, forse è la più grande dal punto di vista della letteratura: è stato il primo a scrivere qualcosa, in precedenza la scrittura non esisteva e tutto funzionava sulla base dell’oralità”, spiega il vicedirettore del museo Andrea Bignasca. “La nostra intenzione è parlare di Omero, dell’epoca in cui è vissuto e soprattutto della ricezione delle sue opere, l’Iliade e l’Odissea, dall’antichità fino ai nostri giorni”.

Un’identità incerta

Sebbene sia considerato il primo grande scrittore della civiltà occidentale, Omero è un personaggio controverso, sulla cui identità si sa poco e su cui circolano molte leggende. “Che non si sappia nulla di Omero è assolutamente normale, non sappiamo nulla di nessuna persona vissuta nell’8° sec. a.C.”, precisa Andrea Bignasca.

“Quello che sappiamo è quanto ci dicono le sue opere o altri personaggi vissuti dopo di lui. Noi cerchiamo di combinare questi indizi per proporre una ricostruzione possibile e probabile.”

La versione proposta dalla mostra si appoggia alle tesi di Joachim Latacz, uno dei maggiori esperti di Omero, secondo cui il poeta sarebbe vissuto circa 2700 anni fa sulla costa egea dell’Asia Minore – l’attuale Turchia -, probabilmente nella regione di Smyrne – oggi Izmir -, di fronte all’isola di Chios.

Omero e la sua epoca

I bellissimi oggetti in bronzo e le pitture vascolari esposte nella prima sala, che servono a ricostruire l’ambiente storico in cui è vissuto Omero, lo contestualizzano in un mondo che sta tra Grecia e Oriente.

“Abbiamo diviso questa sezione in due settori: da un lato vi è la cosiddetta ‘epoca geometrica’, un po’ tradizionale, legata alla guerra, alle scene di battaglia, alle scene di sacrificio; dall’altro abbiamo la cosiddetta ‘epoca orientalizzante’, nel 7° secolo, in cui appunto tutto il mondo greco si apre verso l’oriente”, spiega Bignasca. “Ed è proprio all’inizio di quest’epoca che è da collocare Omero.”

Gli influssi dell’oriente non si sentono solo nell’arte. In questo stesso periodo viene trasferito e adattato in Grecia anche l’alfabeto fenicio e la mostra documenta questo passaggio presentando delle tavolette in argilla con la lineare b (del 13° sec. a.C.) accanto ad alcuni frammenti di vasi più recenti (8° sec. a.C.) che riportano le prime iscrizioni in greco.

Genesi e influenza dei poemi omerici

“Alla fine dell’8° secolo, abbiamo all’improvviso questi due poemi perfettamente conservati dell’Iliade e in seguito dell’Odissea”, aggiunge Bignasca. I poemi omerici narrano episodi legati alla guerra di Troia, combattuta tra gli achei e i troiani intorno al 12° sec. a.C. per il controllo dell’Ellesponto. L’Iliade racconta fatti avvenuti durante l’ultimo anno di guerra, l’Odissea il viaggio di Ulisse in patria dopo la conquista della città.

La seconda parte della mostra inizia proponendo una ricostruzione della genesi di questi due poemi. Pitture vascolari e alcuni importanti oggetti – tra cui un elmo con le zanne di cinghiale identico a quello descritto nel 10° canto dell’Iliade -, confermano che gli episodi narrati nell’Iliade e nell’Odissea – repertorio della tradizione orale -, evocavano le gesta della civiltà del bronzo.

La mostra prosegue ricostruendo in maniera cronologica gli episodi riferiti nei poemi omerici. Partendo dalle pitture vascolari greche stessi avvenimenti vengono rintracciati in opere post antiche ma anche in quadri medioevali e rinascimentali fino alle rievocazioni realizzate nel 21° secolo.

Così il famoso ‘giudizio di Paride’ con cui si apre l’Iliade, oltre che raffigurato in diverse varianti su alcuni vasi greci del 5° e 6° secolo a. C., lo si ritrova ad esempio in un dipinto di Lucas Cranach del 1528, completamente riadattato al gusto del tempo.

Allo stesso modo, il celebre incontro dell’Odissea, tra Ulisse e le sirene, viene rievocato oltre che dalle pitture vascolari greche, anche da una scultura etrusca di alabastro e dalle versioni pittoriche di fine 800 di Arnold Böcklin e Ernst Stückelberg.

Dal manoscritto alla stampa

L’ultima sezione della mostra è infine riservata alla storia dei poemi omerici, dalla compilazione sui primi papiri, ai manoscritti di età bizantina, fino alla prima edizione stampata dell’Iliade, realizzata a Firenze nel 1488 dal greco Demetrios Chalkondyles.

“Si tratta di un’opera molto importante perché da questo momento in avanti l’Iliade e l’Odissea potevano essere tramandate in maniera più veloce in tutto l’Occidente e potevano anche essere tradotte”, conclude Andrea Bignasca.

swissinfo, Paola Beltrame, Basilea

Durante l’età del bronzo (16°-12° sec. a.C.) in Grecia si usava la cosiddetta lineare b, una scrittura puramente commerciale, impiegata per fissare rapporti di trasferimento di materiali da un luogo all’altro, che non ha lasciato nessuna traccia di letteratura o poesia.

Verso la fine del 12° sec. a.C. tutta la Grecia entra in una crisi generale che dura circa 400 anni, al termine della quale si registra un avvicinamento al mondo orientale, confermato anche dalla ripresa dell’alfabeto fenicio.

In seguito all’adattamento della scrittura fenicia iniziano ad apparire le prime iscrizioni greche – che riportano il nome di qualche personaggio o qualche breve verso -, poi alla fine dell’8° sec. Omero scrive l’Iliade e l’Odissea, riaprendo una stagione nuova, anche nella letteratura.

“Omero: il mito di Troia nella letteratura e nell’arte” rimarrà aperta all’Antikenmuseum di Basilea fino al 17 agosto.

La mostra, che si avvale dei prestiti di prestigiose collezioni europee – tra cui molti musei italiani e il Museo Nazionale di Atene -, presenta 230 tra reperti archeologici e opere d’arte, che vanno dall’età del bronzo fino ai nostri giorni.
Dal 13 settembre al 18 gennaio 2009 l’esposizione verrà riproposta a Mannheim.

Numerose le manifestazioni legate all’esposizione. Oltre ad atelier per giovani, adulti e scolaresche sono previste letture e performance teatrali ma anche incontri con specialisti che affronteranno differenti aspetti del tema ‘Omero’.

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