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Svizzera, una fonte di creatività tipografica

Sui cartelli stradali svizzeri dal 2013 è utilizzato il carattere ASTRA-Frutiger. Basato sul precedente carattere Frutiger 57 Condensed, è stato creato nel 2002 dal leggendario designer svizzero Adrian Frutiger. È stato studiato in modo da essere chiaramente e velocemente leggibile anche da lontano e in piccole dimensioni. Keystone

Con la produzione di caratteri quali Helvetica e Univers, che hanno conquistato il pianeta, la Svizzera sessanta anni fa era il centro del mondo tipografico. Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato il settore, ma arte e design svizzeri rimangono molto richiesti.

“Le parole non possono descrivere il mio disgusto!” “È un giorno triste”. “Così prevedibili, così monotoni”. Queste furono alcune reazioni alla notizia shock nel 2009 che Ikea cambiava il suo carattere tipografico, passando da Futura, il classico intramontabile utilizzato da Volkswagen, Calvin Klein e molti altri, a Verdana, il carattere onnipresente sullo schermo progettato per Microsoft.

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Quella “fontroversia” scoppiò lontano dalla Svizzera. Ma la culla dello stile tipografico internazionale (detto anche stile svizzero o scuola svizzera) – dove si sviluppò l’uso di layout asimmetrici, griglie e caratteri senza grazie, negli anni ’50 – ebbe la sua dose di contraccolpi.

Ciò fu il caso “negli anni ’80 e ’90, quando Helvetica divenne fuori moda per i grafici d’avanguardia”, dice a swissinfo.ch Robert Lzicar, storico del design grafico e direttore del programma di Master in design della comunicazione alla Scuola universitaria delle arti di Berna.

L’età d’oro della tipografia svizzera iniziò nel 1957, quando il design funzionale influenzato dal Bauhaus portò alla creazione di Helvetica e Univers. Questi caratteri tipografici essenziali, puliti e leggibili colsero lo spirito del tempo e catturarono l’attenzione di grafici di tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti.

Helvetica, il carattere scelto da Nestlé, Lufthansa, metropolitana di New York, McDonald e tantissimi altri, è stato persino oggetto di un documentario nel 2007.

Glossario

Un tipo di carattere (noto anche come famiglia di font) è un insieme di uno o più font, ciascuno dei quali composto di glifi (simboli) che condividono caratteristiche comuni di design. In tipografia digitale, il font è un file digitale che contiene il tipo di carattere; il tipo carattere è quello che si vede.

Ogni font di un carattere tipografico ha caratteristiche specifiche, tra cui peso, stile, larghezza del tratto, contrasto del tratto, conversione in corsivo, ornamenti. Ad esempio, la Neue Helvetica Complete Family Pack su fonts.com comprende 51 font.

I font sono con grazie (serif) o senza. Un serif è un allungamento ortogonale del carattere. I font senza grazie sono detti sans serif o bastoni.

“La Svizzera è stata certamente molto creativa nell’ideazione di caratteri, ma non ha mai avuto una grande industria”, rileva Robert Lzicar. “E oggi la situazione è ancora la stessa: in Svizzera ci sono molte piccole fonderie che creano caratteri innovativi, ma non c’è un grande attore, come ad esempio Monotype negli Stati Uniti, i cui marchi Linotype e FontShop International vendono e accordano licenze su caratteri a livello internazionale”.

Sperimentazione

Una delle “più grandi” piccole fonderie svizzere è la Swiss Tipefaces di Losanna, il cui 38enne co-fondatore, Ian Party afferma che il settore gode di “ottima salute”.

“I disegnatori di caratteri tipografici hanno avuto un periodo difficile all’inizio degli anni 2000, quando è esplosa la produzione ma non la domanda”, spiega a swissinfo.ch. Questa esplosione è stata una conseguenza dell’arrivo di Internet e di software che hanno permesso a chiunque, da un giorno all’altro, di generare i propri caratteri con un computer.

“Ci siamo veramente ritrovati al crocevia quando tutti i grafici hanno avuto un PC. In precedenza, i caratteri tipografici erano qualcosa di molto complesso e molto professionale, creati da persone con specifiche competenze artistiche e tecniche”, osserva Party. “Poi, improvvisamente, tutti si sono accorti che, seppur non facilmente, era possibile sviluppare rapidamente i caratteri tipografici e digitalizzare i disegni fatti da altri. C’era davvero una tendenza tra i grafici pubblicitari di creare il proprio carattere”.

“Alla fine degli anni ’80 e ai primi anni ’90, dei progetti di design grafico hanno anche messo in dubbio la leggibilità dei caratteri!” aggiunge Lzicar, che parla di una “reazione” contro i tradizionali caratteri tipografici di stile svizzero. “C’era molta più sperimentazione rispetto ad oggi.”

Successo mondiale

Ma non si può mettere in disparte un buon carattere tipografico. Così, dopo i selvaggi anni sperimentali della rivoluzione informatica, i disegnatori sono tornati ai collaudati caratteri senza grazie.

Nel 2004 Laurenz Brunner, un giovane grafico pubblicitario svizzero, ha pubblicato Akkurat, che ha procurato un enorme successo mondiale alla sua fonderia, la Lineto. Brunner ha scritto: “Nel 2006 e nel 2007, tra i designer è cresciuto l’interesse per lo stile tipografico ‘oggettivo’, che reinterpreta molti principi del design svizzero classico. Akkurat si è quindi trasformato in una sorta di modello per questo movimento”.

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La tipografia contemporanea svizzera in azione

Questo contenuto è stato pubblicato al I caratteri tipografici svizzeri esistono in diverse forme e dimensioni. I grafici li utilizzano per tutta una serie di applicazioni, dai cartelli stradali alle scritte sulle borse a alle riviste.

Di più La tipografia contemporanea svizzera in azione

Robert Lzicar concorda sul fatto che gran parte del successo di Akkurat è dovuta al fatto che “adatta i principi collaudati dei suoi predecessori alle esigenze di un’economia globale”. Spiega: “Non ha limiti di caratteristiche, quindi i grafici lo possono usare per molte applicazioni diverse. Ciò ha fatto di Akkurat uno dei successi mondiali del design tipografico contemporaneo svizzero”.

Piano economico

Quindi, se si vogliono fare soldi, si dovrebbe diventare un disegnatore di caratteri tipografici? “No. Affatto! Il lavoro di design di un’intera famiglia di font è enorme. Si dovrebbe piuttosto avviare una fonderia di caratteri, che è molto più redditizia perché così si amministrano le licenze”, risponde Robert Lzicar.

Secondo Ian Party, i designer sanno che i sans serif si vendono bene, “quindi se si progetta un carattere simile a Helvetica, in larga misura si tratta di una decisione economica”. “Ma anche in questo caso, è altamente improbabile che si riesca a produrre ‘un bestseller’ come Akkurat. Ci sono tantissimi tipi di caratteri [più di 150’000 solo su fonts.com]. È dunque veramente difficile avere a lungo successo sul mercato”.

“Dietro ad ogni carattere c’è un business plan. Si analizza il mercato, si cerca di vedere quello che si vende bene, si decide quali sono le esigenze del mercato e come si può realizzare un profitto”.

Ian Party, che insegna anche all’ECAL, la scuola universitaria di arte e design di Losanna, ha ideato Suisse, che è diventato il più grande successo dei caratteri tipografici svizzeri. Si tratta di un senza grazie come Helvetica.

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“C’è chiaramente uno stretto legame tra i due”, ammette. “C’è una influenza, nel senso che noi siamo impregnati di cultura elvetica e che abbiamo studiato grafica pubblicitaria in Svizzera. La cultura tipografica svizzera comprende Helvetica e Univers, che erano molto presenti nella nostra formazione”.

Rivoluzione della risoluzione

In effetti, la tendenza che ha avuto il più grande impatto sulla tipografia contemporanea svizzera è il passaggio dalla carta allo schermo, con sempre più dispositivi mobili, in atto tra i consumatori in tutto il mondo.

“Questo riguarda l’intero concetto di un carattere tipografico, perché sullo schermo non si vedono linee e superfici, si vedono pixel. Ora gli schermi sono sempre più piccoli, mentre la loro risoluzione aumenta. Tuttavia, è ancora diverso leggere qualcosa sullo schermo che sulla carta. Per i testi lunghi, i caratteri con grazie stampati restano i miei preferiti”, precisa Robert Lzicar.

Egli spera che con l’aumento della potenza dei pixel, ci possa essere una rinascita del serif. “Il mezzo cambia totalmente il modo in cui le cose vengono percepite”.

In definitiva, secondo Lzicar, la scelta del font giusto è “come la scelta del brano giusto per un DJ”: dipende dal contesto, dallo stato d’animo e dal pubblico.

Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi

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