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Un artista che sconcerta e affascina ancora oggi

"Persée tuant le dragon", Félix Vallotton, 1910 Kunsthaus di Zurigo

Dopo la grande mostra dedicata al tema del "crepuscolo" presentata nel 2004 a Berna e poi a Martigny, ora sono Zurigo e Winterthur a celebrare l'opera di Félix Vallotton.

Mentre il Kunsthaus di Zurigo espone 90 tra i dipinti più famosi dell’artista svizzero, il museo Villa Flora di Winterthur presenta 50 sue opere appartenenti alla collezione della famiglia Hahnloser.

Nato a Losanna nel 1865 Félix Vallotton si affermò innanzitutto come pittore ma fu anche drammaturgo e scrittore di romanzi. Artista d’avanguardia, fu un osservatore intelligente della sua epoca che criticò con toni ironici e allusivi, ritenuti provocatori ed irritanti sia dai suoi contemporanei che ancora oggi. Proprio per la loro attualità le sue opere sono da anni al centro di mostre e di pubblicazioni.

“Abbiamo deciso di allestire una mostra un po’ particolare, non una retrospettiva – spiega la curatrice dell’allestimento zurighese Linda Schädler – perché ci siamo accorti che il modo in cui l’artista raffigura il corpo umano e le soluzioni che trova, tornano ad essere di attualità. Per questo siamo convinti che la mostra abbia un suo posto accanto alle altre che sono state allestite negli ultimi tempi.”

In scena la commedia umana

“Idilli sull’orlo dell’abisso” – questo il titolo dell’esposizione zurighese – punta l’obiettivo proprio sulle opere più provocatorie. La mostra non le propone in ordine cronologico, ma le suddivide nei filoni tematici cari all’autore, mettendole in scena come uno spettacolo.

Un invito che risulta evidente non appena si varca la soglia dell’esposizione. Di fronte a due sedie, sola, su una grande parete grigio-viola c’è la piccola tela “La loge de théâtre” (1909) che è un’esortazione esplicita a guardare la mostra come una pièce teatrale.

Lo spettacolo a cui si è invitati ad assistere è quello della società borghese dell’inizio del ‘900, delle sue abitudini e vanità, degli ambienti – esterni e interni – in cui essa s’incontra e, in particolar modo, del rapporto ambiguo e conflittuale tra uomo e donna, la cui violenza nascosta è espressa da Vallotton in maniera raffinata e tagliente.

I temi principali dell’esposizione zurighese

Tra i filoni tematici presentati al Kunsthaus, una sezione di grande interesse è quella dedicata ai ritratti di grandi artisti – tra cui Paul Verlain, Victor Hugo, Emile Zola e altri.
Queste opere – raramente esposte insieme – mettono in evidenza la tensione nutrita da Vallotton verso una rappresentazione naturalista e insieme caricaturale dei suoi soggetti.

Altrettanto importante la sezione ispirata alla mitologia nella quale l’artista si confronta con temi noti – come “Persée tuant le dragon” (1910) – che egli interpreta come allegorie, prendendo così distanza dall’immagine classica.

Ma il fulcro delle opere di questa esposizione è costituito soprattutto dai nudi, molti dei quali furono già presentati dal Kunsthaus nel 1909 in occasione della 1a personale di Vallotton nella Svizzera tedesca.

“Dal modo in cui l’artista tratta il corpo umano – spiega Linda Schädler – appare evidente che era molto moderno. Pur attenendosi dal punto di vista tecnico alla raffigurazione classicistica del corpo femminile, non esita a presentarlo da una prospettiva impietosa, mettendone in risalto i difetti: lo strabismo, il seno schiacciato. Quindi l’ideale classico non viene perseguito fino in fondo.”

Félix Vallotton a Villa Flora

Meno spettacolare ma non meno interessante, la mostra di Winterthur riserva al visitatore più di una sorpresa. Giocano a suo favore non solo l’ambiente familiare in cui è stata allestita, ma anche la presenza di alcune serie di opere molto significative e completamente assenti a Zurigo.

Provenienti soprattutto dalla Fondazione Hahnloser/Jäggi e dalla vecchia collezione Hahnloser e divise tematicamente, le opere esposte includono tutti i generi dell’itinerario artistico di Vallotton. Troviamo anche qui ritratti – quelli dei componenti della famiglia Hahnloser e dello stesso artista – interni, nudi, nature morte, paesaggi e viste urbane.

Intorno a quest’ultimo tema, ruotano alcuni lavori grafici in bianco e nero come “La Manifestation” o “La charge” (1893) di grande interesse sociale. “Politicamente e socialmente impegnato – spiega Ursula Perucchi-Petri, curatrice della mostra di Winterthur – Vallotton in questi lavori si è interessato a scene dove si trova riunita molta gente perché questo era uno dei fenomeni nuovi delle grandi città come Parigi.”

Le perle della collezione Hahnloser

Molto significativa anche la serie “Bords de Seine” (1901), che testimonia l’impegno dimostrato dagli Hahnloser a non separare gruppi di opere concepiti come pendant o cicli.

Ma il punto forte dell’esposizione è indubbiamente presentato nella sala superiore dove, in condizioni di luce perfette, si può ammirare un altro gruppo di opere concepite come serie, tra cui “La blanche e la Noire” (1913).

“In questa tela Vallotton si è ispirato alla famosa Olympia di Manet – spiega Ursula Perucchi-Petri. In Manet e in generale nella tradizione della pittura orientale, molto famosa nell’800 a Parigi, era comune ritrarre insieme bianche e nere, ma la nera era sempre la schiava e la bianca la padrona. Vallotton ha qui invertito la relazione. È la nera, con la sigaretta in bocca, il personaggio forte e in questa tela egli mostra che anche la nera nella Parigi della fine del secolo era una parigina emancipata.”

“Idilli sull’orlo dell’abisso” rimarrà aperta al Kunsthaus di Zurigo fino al 13 gennaio 2008. Dopo Zurigo la mostra sarà ospitata alla Hamburger Kunsthalle (dal 15 febbraio al 18 maggio 2008. L’esposizione di Winterthur “Félix Vallotton in der Villa Flora” rimarrà invece aperta fino al 28 settembre 2008.

La mostra zurighese presenta in modo spettacolare un Félix Vallotton come testimone critico del suo tempo, che non arretra dinanzi alle allusioni caricaturali, non esita a mettere a soqquadro le apparenze dell’idillio borghese ed è capace di creare un’arte che sconcerta e affascina ancora oggi.

La mostra di Winterthur invece, attraversa gli stessi temi in forma più intima e permette di approfondire il rapporto d’amicizia di Arthur e Hedy Hahnloser con l’artista, mettendo anche a fuoco il ruolo svolto dai due collezionisti per la diffusione dell’opera di Vallotton. L’esposizione rimarrà aperta sino al 28 settembre 2008.

1865, Félix Vallotton nasce a Losanna.

1882, l’artista si trasferisce a Parigi per seguire i corsi dell’Accademia Julian, ma continua a trascorrere in Svizzera le sue estati.

1885, prime esposizioni al Salone degli artisti francesi.

1890-97, scrive critiche d’arte su “La Gazette de Lausanne”.

1891, inizia le attività di grafico e xilografo che lo renderanno famoso.

1892, si avvicina al gruppo dei Nabis (Bonnard, Denis, Vuillard).

1893, “Le bain au soir d’été” (1892) riscuote profonde critiche, ma anche consensi al Salon des Indipendents.

1899, si sposa con Gabrielle Rodrigues-Henriques il cui fratello dirige un’importante galleria parigina.

1900, ottiene la nazionalità francese.

1901, primi soggiorni in Normandia, dove trascorre quasi vent’anni.

1909, prima esposizione individuale al Kunsthaus di Zurigo con ca.70 dipinti e 12 incisioni in legno.

1920, ammalato si trasferisce al Sud della Francia.

1925, Vallotton muore a Parigi, vittima di un cancro.

Zurigo e Winterthur

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