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“Abbiamo fatto un bel pezzo di strada”

La consigliera di Stato Gisela Erler (al centro, con la sciarpa) discute di un progetto di costruzione di un centro di detenzione giovanile con i cittadini di Tuningen. zVg

Quorum più bassi per le votazioni popolari, linee guida per la partecipazione dei cittadini, la democrazia tra le materie principali nelle alte scuole di amministrazione: sono esempi di come il governo rosso-verde del primo ministro Winfried Kretschmann sta cambiando la cultura politica nel Baden-Wuerttemberg.

“Vogliamo fare del Baden-Württemberg un paese modello in materia di partecipazione democratica”: non è un semplice slogan, bensì un obiettivo che i verdi al governo del Land hanno ancorato nel patto di coalizione con i socialisti.

Nulla da stupirsi dal momento che è stato proprio l’attivismo cittadino, con persistenti e massicce proteste contro il grande progetto di costruzione della stazione ferroviaria “Stoccarda 21”, ad avere innescato un vero terremoto politico nel Baden-Württemberg: nel 2011, la coalizione rosso-verde ha messo fine a quasi 60 anni di regno democristiano (CDU) e Winfried KretschmannCollegamento esterno è diventato il primo Premier ecologista di un Land della Germania.

Sarah Händel molti altri militanti dell’associazione “Più democrazia” si battono affinché la politica partecipata diventi la regola in Germania. zVg

Subito il primo ministro si è messo al lavoro per riconquistare la fiducia dei cittadini nella politica, con un vasto pianoCollegamento esterno di riforme democratiche che fa parte del programma di governo. Un’operazione con la quale Kretschmann si attira ampi apprezzamenti dei cittadini, come hanno mostrato i sondaggi, afferma Sarah Händel, direttrice della sezione regionale di “Più democraziaCollegamento esterno“. L’associazione indipendente è impegnata nell’estensione dei diritti popolari a livello regionale e federale in Germania.

La reputazione di Kretschmann quale promotore dei diritti popolari si è diffusa anche in Svizzera, il paese spesso citato come “modello” in questo campo. Tant’è che al Forum europeo di LucernaCollegamento esterno, svoltosi il 27 aprile 2015 all’insegna del tema “Democrazia diretta sul banco di prova”, è stato invitato come oratore dell’evento pubblico, accanto alla presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga.

Decide chi vota, non chi non va alle urne

Per saperne di più sul corso e i risultati dell’offensiva democratica nel Baden-Württemberg, swissinfo.ch ha incontrato a Stoccarda Gisela Erler, che ricopre la carica di “consigliera di Stato per la società civile e la partecipazione dei cittadini”, una funzione creata di recente, che costituisce una novità in Germania. L’ecologista siede e vota nel governo del Land. La sua carica comporta compiti trasversali ed è quindi definita come interministeriale. “Grazie a questa funzione di coordinamento e di raggruppamento si possono smuovere le cose”, sottolinea Gisela Erler, che aggiunge: “abbiamo fatto un bel pezzo di strada”.

Quali successi concreti, la consigliera di Stato cita due nuove leggi che entreranno in vigore nel corso di quest’anno. Esse porteranno una riduzione delle barriere e quindi una notevole agevolazione dell’esercizio della democrazia diretta, prosegue. Gisela Erler menziona in particolare l’abbassamento al 20% del quorum, ossia il tasso minimo di partecipazione degli aventi diritto richiesto affinché una votazione popolare sia valida, contro gli attuali 33% a livello di Land e 25% a livello comunale. In materia di quorum il Baden-Württemberg a livello nazionale passerà così dalla posizione di fanalino di coda al gruppo nel terzo superiore.

Grazie a questo “grande progresso” è ora possibile una “realizzazione realistica delle decisioni popolari”, sostiene la Erler. In altre parole, è determinante l’opinione espressa dalla maggioranza dei votanti e non più l’assenteismo. La partecipazione, infatti, generalmente supera il 20%. Quindi l’esito dello scrutinio è validato.

Parallelamente allo sviluppo della democrazia diretta è giunto anche l’abbassamento dell’età di voto a livello locale dai 18 ai 16 anni. Inoltre nei comuni è stato introdotto un nuovo diritto della popolazione: gli abitanti – compresi quelli che non hanno il diritto di voto – possono obbligare il consiglio comunale a trattare una questione in una seduta pubblica.

“Stoccarda 21” e le conseguenze

Il Baden-Württemberg è stato scosso dal 2010 al 2011 da forti proteste popolari contro il megaprogetto di ristrutturazione e nuova costruzione della stazione ferroviaria della capitale del Land tedesco, denominato “Stoccarda 21”. Decine di migliaia di persone sono scese in strada per esigere che o i cittadini avessero voce in capitolo oppure il progetto fosse interrotto.

I costi nel 1995 erano stati stimati a circa 2,5 miliardi di euro. Oggi si prevedono fino a 6,6 miliardi di euro.

Nel 2010, di fronte all’escalation delle proteste, la polizia è intervenuta contro i manifestanti con un enorme contingente, cannoni ad acqua e gas lacrimogeni.

Alle elezioni del 2011 i democristiani hanno pagato il conto della repressione poliziesca: dopo quasi 60 anni di governo sono stati estromessi e al potere è salita la coalizione rosso-verde guidata dal primo ministro Winfried Kretschmann.

Un elemento importante del programma del nuovo governo era un’ampia riforma democratica. Il primo atto concreto è stato la votazione popolare, nel novembre 2011, sulla questione se il Land del Baden-Württemberg dovesse uscire dal finanziamento di Stoccarda 21. Una maggioranza del 58,9% dei votanti si è espressa a favore al proseguimento del finanziamento e quindi per la costruzione. I lavori edili sono in corso dall’estate 2014. L’apertura è in calendario nel 2021.

Partecipazione cittadina, ma con dei paletti

La seconda grande priorità, secondo Gisela Erler, è la partecipazione dei cittadini, “precoce, vincolante, flessibile”. Nei progetti controversi di grandi dimensioni, come ad esempio “Stoccarda 21”, i cittadini devono essere coinvolti in permanenza e sin dall’inizio. Ciò è previsto dalle “Linee guida per una nuova cultura di pianificazione”.

“Ascoltare i cittadini significa fare una politica lungimirante. Anche se i cittadini non possono votare, le autorità devono considerare la loro opinione come una sorta di parere legale”, dice la Erler. Flessibili significa che nelle linee direttive non c’è uno schema predefinito sulle forme di partecipazione dei cittadini. Ma tutte le parti interessate devono essere coinvolte.

Su questioni con un grande potenziale di conflitto sociale, Gisela Erler ritiene giusto mettere un freno alla democrazia. “In Germania, questioni quali la politica migratoria, il salvataggio dell’euro, l’integrità territoriale o innovazioni, come il finanziamento pubblico di strutture di accoglienza familiari sono esclusi dalle votazioni popolari”. Altrimenti potrebbe essere pericoloso per la democrazia diretta, ammonisce alludendo alla Svizzera.

Amministrazione come motore

In primo piano ci sono i cittadini, ma anche le amministrazioni hanno un ruolo chiave nello sviluppo continuo della democrazia. Però finora questo non è stato sistematico. Gisela Erler ha perciò stabilito che nei programmi delle alte scuole di gestione sia messo l’accento sulla partecipazione dei cittadini. “Non reinventiamo la democrazia, ma creiamo una via definita per rafforzare le competenze degli impiegati pubblici”, spiega.

Con i suoi sforzi per rafforzare e collegare l’impegno della società civile nel lavoro con i rifugiati, la consigliera di Stato spera che migliori l’accettazione di profughi nel Baden-Württemberg e che vengano arginate le tendenze xenofobe. In sintesi stila un bilancio positivo dell’attività condotta finora. “Siamo sulla buona strada e ci rallegriamo della grande disponibilità dei cittadini a partecipare!”, dichiara.

Non solo lodi

Con il suo modo di fare genuino, Gisela Erler è la persona giusta, perché è credibile, per rafforzare la fiducia dei cittadini nella politica democratica, dice Sarah Händel. La direttrice regionale dell’associazione “Più democrazia” elogia in particolare “l’approccio olistico” delle riforme, a cominciare dalla domanda: “dove e cosa fare in modo da poter codecidere più nel lungo termine?”

Secondo Sarah Händel, è veramente positivo anche il fatto la consigliera di Stato abbia posto anche le alte scuole di amministrazione al centro degli sforzi. “Ciò rafforza la consapevolezza della partecipazione dei cittadini come un’opportunità. I funzionari conoscono i loro strumenti e sanno come usarli. Questo si traduce in un atteggiamento di fondo completamente diverso”.

La rappresentante di “Più democrazia” loda pure le linee guida amministrative per una nuova cultura della pianificazione, che sono “un’innovazione a livello nazionale”. Così come giudica proficuo lo scambio regolare con la comunità scientifica, con il Centro per la democrazia di Aarau (ZDA) come partner principale. “La partecipazione dei cittadini deve dimostrare e mostrare in continuazione che non costa solo tempo, fatica e denaro, ma che le decisioni più vicine alla gente sono migliori e più sostenibili”.

Sara Händel formula però anche critiche. “Dopo quattro anni la riforma non è ancora giunta in porto, perché le relative leggi non sono ancora in vigore”. Pur essendo consapevole che il ritardo è dovuto anche all’opposizione della CDU, la rappresentante di “Più democrazia” trova “deludente vedere quanto velocemente la partecipazione dei cittadini abbia perso terreno nel catalogo delle priorità”.

(Traduzione dal tedesco e adattamento: Sonia Fenazzi)

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