In Svizzera le campagne digitali sono ancora “in erba”
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è assicurato la rielezione nel 2012 anche grazie alla sua campagna digitale. Il "cervello" di quest'ultima era Amelia Showalter. La 32enne esperta in analisi di dati digitali ha pochissima familiarità con la Svizzera. Ma il suo sapere dovrebbe contribuire a traghettare il sistema svizzero di democrazia diretta del 19° secolo nel mondo digitale contemporaneo.
Non c’è bisogno di essere un profeta per capire che le campagne per votazioni ed elezioni saranno condotte sempre più nella rete. Chi è più abile con i mezzi di comunicazione digitale, vale a dire messaggi di posta elettronica, siti web e pubblicità online, ha in mano ottime carte. Non si tratta solo di andare a caccia di voti, ma anche di raccogliere donazioni e di mobilitare volontari. Amelia ShowalterCollegamento esterno ha parlato a swissinfo.ch di ciò che fa la differenza nelle campagne digitali.
swissinfo.ch: Quali insegnamenti ha tratto dalla campagna digitale del 2012?
Amelia Showalter: In primo luogo, quanto siano stati preziosi i risultati delle nostre prove sperimentali con tutte le e-mail, siti web e inserzioni online. Abbiamo fatto costantemente dei test, come quelli di laboratorio nella medicina o nella ricerca scientifica. Abbiamo sempre provato molte versioni diverse di un messaggio di posta elettronica, un sito web e un annuncio promozionale.
Così siamo riusciti a migliorare notevolmente la comunicazione digitale con i nostri sostenitori. Ciò ha portato anche ad un più alto tasso di volontari e, non da ultimo, a più donazioni. In totale quattro milioni di cittadini statunitensi donato denaro per la campagna di Obama.
swissinfo.ch: Avete avuto un successo straordinario!
A. S.: In effetti. Abbiamo raccolto più di un miliardo di dollari. Circa la metà proveniente da donatori on-line che ci hanno inviato piccoli importi.
swissinfo.ch: Come siete riusciti a raggiungere quelle persone?
A. S.: I test continui ci davano le indicazioni. Vedevamo se qualcosa funzionava molto bene in un dato momento e se non funzionava più. Una cosa si è sempre dimostrata efficace: con un tono umano personale siamo riusciti a far sì che nelle e-mail le persone si sentissero come se il presidente Obama si rivolgesse a loro praticamente personalmente. Questo ci ha portato un grande successo.
swissinfo.ch: La gente non si è infastidita nel ricevere così tante e-mail?
A. S.: No! Anche questo ha fatto parte dei nostri test: Guardavamo quanti messaggi di posta elettronica potevamo inviare alle persone. È emerso chiaramente che i sostenitori restavano fedeli anche quando li “bombardavamo” di invii. Le persone erano consapevoli che si trattava di una campagna che a un certo punto sarebbe finita.
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swissinfo.ch: C’è una ricetta per il successo che può trasmettere ai promotori di campagne in Svizzera?
A. S.: Una grossa differenza è certamente che la Svizzera è molto più piccola degli Stati Uniti. Perciò anche il pubblico digitale delle campagne politiche e delle organizzazioni non governative è molto più ristretto. Ciò significa meno possibilità di test. Questi devono essere più mirati verso il lungo termine.
swissinfo.ch: Ritiene che la comunicazione digitale e la relativa analisi debba far parte delle campagne delle campagne per o contro iniziative popolari e referendum?
A. S.: Assolutamente. Ma ci sono ancora pochi dati che indicano se con la propaganda online ed e-mail si possono raggiungere gli indecisi. Con la comunicazione digitale, di solito partiti e organizzazioni non governative si rivolgono a chi già li sostiene.
swissinfo.ch: Rispetto agli Stati Uniti, in Svizzera l’analisi digitale è ancora in erba?
Amelia Showalter
La 32enne ha diretto nel 2012 l’analisi digitale della campagna di Barack Obama, che lo ha portato alla conquista del suo secondo mandato come presidente degli Stati Uniti.
Oggi tra l’altro dà corsi per campagne digitali, le cosiddette e-campaigning.
Alla fine di aprile ha dato un corso a Zurigo, organizzato dal KampagnenforumCollegamento esterno.
A .S.: Sì. È la quarta volta che vengo a Zurigo per impartire corsi di analisi e campagne digitali e ci sono ancora dei campi in questo settore che sono nuovi.
swissinfo.ch: Per esempio?
A. S.: Al corso che sto dando attualmente, cerchiamo come si possono conquistare più membri. Si può andare per strada e raccogliere firme per una petizione. Oppure si possono lanciare appelli e propaganda online, per esempio nei social media. Ma qui viene ancora fatto raramente.
swissinfo.ch: Per che motivi? Culturali, scetticismo o paura riguardo alla privacy?
A. S.: In Svizzera la gente si preoccupa sicuramente di più che negli Stati Uniti della protezione dei dati. E chiedere ad altre persone donazioni in denaro la inquieta ancora di più. Ma cambierà.
swissinfo.ch: A suo avviso, che impatto ha la comunicazione digitale sulla democrazia?
A. S.: I social network vanno molto bene per diffondere idee, connettere persone e condividere esperienze di vita. Negli Stati Uniti, c’è stato per esempio un attivismo enorme sul modo in cui sono state trattate persone di colore. Testimoni hanno messo in rete video, che mostravano la brutalità della polizia e le proteste della gente contro di essa. Penso che ciò sia un’ottima cosa.
swissinfo.ch: Il futuro della democrazia dipenderà dall’analisi digitale?
A. S.: (ride) Farà parte del futuro! È sempre utile avere dati più precisi. Al contempo, ci sono sempre più dati da digerire. Il nostro compito è quello di filtrare ciò che è importante in mezzo a tutta la massa.
swissinfo.ch: Qual è il messaggio che vuole trasmetterci in Svizzera riguardo all’analisi digitale?
A. S.: (ride) Divertitevi con essa! Cominciate con un account di Google Analytics, anche se avete “solo” una pagina web personale. Utilizzate le analisi sui vostri profili di Facebook, Twitter, eccetera. Questi strumenti di analisi esistono, dunque usateli e prendete dimestichezza con i dati!
Raccolta firme elettronica
Una piattaforma online, indipendente e non a scopo di lucro, per la raccolta di firme è entrata in scena di recente in Svizzera. Denominata wecollect.chCollegamento esterno, si mette al servizio di promotori di iniziative popolari e referendum, “per una politica avveduta”. Secondo gli artefici di wecollect.ch, tale politica comporta valori quali apertura, solidarietà o sostenibilità. In questo momento tramite la piattaforma raccoglie firme per l’iniziativa popolare “Per più trasparenza nel finanziamento della politica (Iniziativa sulla trasparenzaCollegamento esterno) “.
(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)
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