Un servizio civico per salvare la democrazia locale svizzera
"Volontari fatevi avanti!" Questo appello sembra cadere sempre più nel vuoto nei 2212 comuni svizzeri. Tim Bucher, 21 anni, operatore in automazione di Sciaffusa, propone di introdurre un servizio civico, per evitare una crisi della democrazia locale svizzera. Il giovane è uno dei 16 vincitori del concorso di idee "Cambia la Svizzera!" 2019.
Questo articolo fa parte di #DearDemocracy, la piattaforma di swissinfo.ch sulla democrazia diretta.
Svolgere un servizio di volontariato per la comunità, accanto all’esercizio della propria professione: questa è la base del sistema politico svizzero.
Si tratta del cosiddetto principio del sistema di miliziaCollegamento esterno. Esso plasma il lavoro politico nei comuni, ma anche le attività dei parlamentari a livello cantonale e federale.
L’ingranaggio negli ultimi anni qua e là si è però inceppato. In molti comuni, il primo dei tre livelli dello Stato federale elvetico, si riscontrano sempre più difficoltà a reperire persone che desiderano esercitare una funzione pubblica, praticamente a titolo onorifico, accanto all’attività professionale.
Per questo motivo l’Associazione dei Comuni SvizzeriCollegamento esterno ha proclamato il 2019 “Anno del lavoro di miliziaCollegamento esterno“.
Anche integrazione
Secondo Tim BucherCollegamento esterno, il sistema di milizia è molto prezioso per la Svizzera. Perciò vuole rafforzarlo. Per realizzare la sua ideaCollegamento esterno, punta soprattutto su giovani, donne e stranieri.
Per quanto riguarda i giovani uomini, ha in mente un gruppo in particolare: coloro che sarebbero obbligati a prestare servizio militare, ma che sono stati esonerati per motivi di salute o per altre ragioni.
“In futuro, oltre che in quello militare e in quello civile, si potrebbero assolvere i propri obblighi di servizio anche in altri settori. In istituzioni come i vigili del fuoco, servizi comunali o altri incarichi politici, c’è una crescente carenza di personale. Perché non offrire la possibilità di svolgere le proprie giornate di servizio obbligatorio lì?”, chiede Tim Bucher.
Il giovane ritiene che il servizio civico sarebbe anche un buon mezzo per coinvolgere maggiormente nella società quel circa 25% di popolazione che non ha il passaporto svizzero.
Tandem Sciaffusa/Ticino
Nell’ambito del concorso “Cambia la Svizzera!Collegamento esterno“, il deputato nazionale del Partito popolare democratico Marco RomanoCollegamento esterno, 37 anni, ha selezionato l’idea di Bucher per presentarla alla Camera del popolo. Oggi, 17 giugno, Bucher e Romano si incontrano al Palazzo federale a Berna. Collaboreranno quindi per tradurre l’idea in un atto parlamentare.
Tim Bucher non si limita del resto a sostenere a parole il volontariato a favore della comunità, che tanto gli sta a cuore. Il 21enne dà il buon esempio: è copresidente del Parlamento dei giovani di Sciaffusa, responsabile di un network nel campo del lavoro giovanile e membro del consiglio parrocchiale nel suo comune. Inoltre, è attivo politicamente nei Giovani Verdi liberali del cantone di Sciaffusa.
“L’impegno volontario è molto piacevole, si impara molto per la vita e si incontrano persone interessanti”, commenta.
Bucher non pretende di aver inventato il servizio civico. In particolare, il think tank dell’economia liberale Avenir Suisse, nel 2013, aveva già lanciato l’idea di un servizio civile generale. Ma la novità è il modo in cui l’idea verrà portata avanti politicamente: direttamente tramite il parlamento federale.
“Cambia la Svizzera!” 2019
Al concorso di idee, organizzato dalla Federazione svizzera dei Parlamenti dei giovani (FSPGCollegamento esterno), giovani fino a 25 anni di tutto il Paese in primavera hanno presentato sulla piattaforma engage.chCollegamento esternoquasi 350 ideeCollegamento esterno per cambiare la Svizzera.
Tra tutte le proposte pervenute, i 16 membri più giovani delle due Camere del parlamento svizzero (Consiglio nazionale e Consiglio degli Stati) hanno scelto ciascuno l’idea che preferivano.
Il 17 giugno 2019 i giovani vincitori incontrano ciascuno il proprio “padrino” o la propria “madrina” nella sede del parlamento federale a Berna. Insieme, formuleranno quindi l’idea sotto forma di atto parlamentare, cercando di fare in modo che abbia le maggiori probabilità di essere approvata dalle Camere.
*con documentazione della Federazione svizzera dei Parlamenti dei giovani (FSPG). #DearDemocracy è media partner della FSPG, come pure dell’Anno del lavoro di milizia organizzato dall’Associazione dei Comuni Svizzeri.
Potete contattare l’autore dell’articolo Renat Kuenzi direttamente su TwitterCollegamento esterno.
(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)
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