Più la politica è polarizzata, più è difficile trovare soluzioni. Qual è il rimedio per evitare uno stallo? Riunire al tavolo persone di vari orizzonti e lasciarle riflettere a delle soluzioni.
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Realizzatore di film documentari e di animazione, Michele è di Berna e ha studiato cinema all'Università delle arti di Zurigo. È giornalista presso swissinfo.ch dal 2004 ed è particolarmente interessato allo sviluppo di nuovi formati video per i dispositivi mobili, unendo gli stili dell'animazione e del documentario.
La parola magica è “deliberazione”: si discutono assieme varie possibilità per giungere a una decisione comune. Tale processo è al centro dell’esperimento di Jonas Nakonz e dei suoi giovani colleghi del think-tank di politica estera svizzera forausCollegamento esterno.
Da due anni, Nakonz organizza “PoliTischCollegamento esterno” (termine tedesco che significa sia “politico” sia “tavolo della politica”), una serie di dibattiti sulla politica migratoria a cui partecipano persone di vari gruppi di popolazione e rappresentanti del mondo politico. Durante un pasto in comune si discutono diverse posizioni e opinioni. Nakonz può così osservare il modo in cui dei gruppi eterogenei trovano delle soluzioni a delle questioni politiche.
All’origine dell’approccio c’è il seguente principio: quando la gente viene coinvolta all’inizio del dibattito politico, ha la possibilità di esprimere la propria opinione con maggiore precisione rispetto al semplice “sì” o “no” al termine della procedura. Sarebbe infatti la riduzione della democrazia a «o questo o quello» a favorire la polarizzazione.
Traduzione dal tedesco di Luigi Jorio
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