Operazione di seduzione ginevrina per l’e-voting
Sperando di conquistare ulteriori partner e clienti per il suo sistema di voto elettronico, il governo del cantone di Ginevra ha lanciato una campagna di promozione. Un altro grande concorrente, La Posta svizzera, è presente da un anno in questo campo.
Attualmente solo sei dei 26 cantoni svizzeri offrono la possibilità di votare online a un numero limitato dei loro elettori. Le prove di voto elettronico hanno subito una grossa battuta d’arresto lo scorso anno, dopo che il governo svizzero non ha più autorizzato un sistema americano per motivi di sicurezza.
A Friburgo si riparte con l’e-voting
Friburgo sarà il primo dei nove cantoni che facevano capo al sistema del Consorzio voto elettronico, bloccato un anno fa dal governo federale per motivi di sicurezza, a riprendere le prove di e-voting. L’esecutivo elvetico il 16 settembre 2016 ha infatti approvatoCollegamento esterno la richiesta in tal senso del cantone di Friburgo, a partire dalla votazione federale del 27 novembre. Da tale data, il cantone intende consentire nuovamente di votare online ai circa 4’900 svizzeri all’estero iscritti nel catalogo elettorale friburghese. Il cantone utilizza ora il sistema della Posta svizzera. Il governo svizzero ha autorizzato Friburgo a proseguire le prove di voto elettronico anche per tutti gli scrutini federali del 2017 e del 2018.
Da allora c’è praticamente una competizione tra due tecnologie che hanno ottenuto l’autorizzazione del governo federale: un sistema di voto elettronico sviluppato dal Cantone di Ginevra, dunque dallo Stato, e uno fornito dalla Posta, che collabora con la società privata spagnola Scytl.
Per ora, Ginevra condivide la sua tecnologia software con altri tre cantoni, mentre La Posta ha due cantoni quali clienti. Altri tre cantoni hanno ufficialmente dichiarato di essere interessati a introdurre l’e-voting. Ma per quale dei due sistemi opteranno?
In questo contesto competitivo, le autorità ginevrine non hanno esitato ad organizzare una presentazione del loro sistema, il CHvote, il 12 settembre a Berna, dove hanno invitato i rappresentanti degli altri cantoni, i parlamentari svizzeri e i media. Il capo del dicastero della sicurezza e dell’economia del cantone di Ginevra, Pierre Maudet, non ha nascosto che la sua trasferta nella capitale elvetica rappresentava il lancio di un’offensiva di seduzione.
Esperienza, sicurezza, trasparenza
Ginevra vanta una lunga esperienza in questo campo: è dal 2003 che sviluppa la piattaforma di voto online, utilizzata in più di cento scrutini. Un ruolo pionieristico sottolineato da Pierre Maudet e dalla cancelliera dello Stato Anja Wyden Guelpa, che hanno illustrato i vantaggi del sistema ginevrino.
“Offriamo il miglior standard di sicurezza disponibili”, ha detto Anja Wyden Guelpa, “il nostro sistema è al 100% pubblico e al 100% svizzero”, ha aggiunto. Tra gli altri argomenti elencati, figurano in particolare la garanzia di trasparenza e il voto più agevole per gli elettori non vedenti attraverso l’uso di una versione di tablet.
Pierre Maudet ha evidenziato un progetto per introdurre la cosiddetta “verifica universale” entro la fine del 2018 – che consente la massima trasparenza sulla procedura di voto. Ginevra prevede inoltre di introdurre gradualmente un sistema open source.
“Un elevato grado di trasparenza potrebbe contribuire a scoraggiare le incursioni degli hacker nel sistema”, ha spiegato Anja Wyden Guelpa. La posta in gioco non è solo la fiducia nelle autorità, ma la reputazione della Svizzera come democrazia, ha aggiunto. “Anche perché si vota fino a sei volte l’anno a livello locale, cantonale e nazionale e in più vi sono le elezioni”, ha rammentato la cancelliera.
Nonostante tutte le precauzioni di sicurezza, il rischio di errore zero tuttavia non esiste, come del resto nemmeno il sistema di voto tradizionale e il voto per posta sono infallibili, ha puntualizzato Anja Wyden Guelpa
Un investimento per il futuro
I rappresentanti ginevrini hanno affermato che le loro ambizioni sono modeste e che stanno combattendo un concorrente molto potente, per il quale prevalgono fini commerciali, e che dispone di mezzi finanziari nettamente superiori.
“Noi non abbiamo nulla da vendere. Siamo interessati a condividere la nostra tecnologia con gli altri”, ha affermato Anja Wyden Guelpa. La cancelliera ha però riconosciuto che per Ginevra la condivisione della sua tecnologia con altri Cantoni significa anche una condivisione di parte dei costi di sviluppo: entrambe le parti trarrebbero dunque dei benefici.
I dettagli finanziari di un’offerta di e-voting non sono tuttavia stati rivelati nella presentazione pubblica bernese. Molto dipende dalle dimensioni, ha spiegato Eric Favre, direttore dei servizi informatici del cantone di Ginevra.
Pierre Maudet si è mostrato riluttante a fissare un obiettivo preciso di conquista di altri partner. “Procediamo a piccoli passi. Forse tre, quattro o cinque cantoni in più”, ha detto.
Il magistrato ha aggiunto che a causa della difficile situazione dei conti pubblici è diventato più difficile per i cantoni di investire nell’e-voting. Eppure, a medio termine, per un cantone potrebbe essere pagante offrire un sistema di voto online, ha proseguito. Il voto elettronico, una volta introdotto su larga scala, sarà meno costoso e più veloce rispetto al sistema convenzionale, con tutte le sue montagne di carta da stampare e da spedire, ha rilevato.
(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)
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