Bilancio contrastato della presidenza di Sommaruga
Simonetta Sommaruga ha scelto la democrazia diretta come filo conduttore del suo anno di presidenza della Confederazione. Tre esperti di politica elvetica tracciano un bilancio critico: nell'ottica di questa tematica le rimproverano scarsa presenza pubblica e pochi accenti sui contenuti. Non occorre puntare su nuovi aspetti, basta approfondire i temi in votazione, replica la presidente uscente.
Proprio alla luce dell’imminente votazione popolare del 28 febbraio 2016 sull’iniziativa “Per l’attuazione dell’espulsione degli stranieri che commettono reatiCollegamento esterno (Iniziativa per l’attuazione)”, il tema della democrazia diretta è diventato ancora più incalzante, spiega Simonetta Sommaruga in una e-mail inviata a swissinfo.ch il 29 dicembre 2015. “Questa iniziativa vuole far svolgere il ruolo del parlamento al popolo ed esautorare i tribunali. Così vengono ribaltati i principi del nostro sistema democratico”.
Altri sviluppi
La volontà popolare va o non va applicata alla lettera?
Ma facciamo qualche passo indietro e torniamo al 3 dicembre 2014, quando la neoeletta presidenteCollegamento esterno della Confederazione per il 2015, rivolgendosi alle Camere del parlamento riunite in Assemblea federale afferma: “Oggi sono spesso avvicinata sull’autobus o al mercato del sabato da cittadini che mi parlano della nostra democrazia diretta. Perciò nel prossimo anno, desidero porre l’accento su questo tema e contribuire a mantenere la democrazia diretta al centro delle discussioni”.
Simonetta Sommaruga conclude il discorso con una vera e propria invocazione: “Signore e signori, la nostra democrazia diretta è un sistema politico unico e affascinante, che è legato a una grande responsabilità. Adoperiamoci dunque, tutti insieme, per la nostra cultura politica”.
Sulla stessa linea, la socialista bernese inaugura l’anno presidenziale. Nell’allocuzione di CapodannoCollegamento esterno sottolinea: “In nessun altro Paese i cittadini hanno così tanto potere e responsabilità. Ed è proprio questo che mi piace della nostra democrazia: il suo coraggio e la grande fiducia che ha in noi”.
Alla fine di aprile al Forum europeo di Lucerna, tuttavia, ammonisce: “La nostra democrazia diretta è una storia di successo unica. Ma lo resta solo se la nostra cultura politica è fondata sul rispetto e sulla considerazione”.
Il 1° agosto nell’allocuzione per la Festa nazionaleCollegamento esterno sul leggendario praticello del Grütli, la presidente della Confederazione insiste sulla messa in guardia: “La nostra democrazia diretta può funzionare soltanto se viviamo una cultura politica sostenuta da un’ampia maggioranza. A tal fine deve valere un unico principio: democrazia diretta significa responsabilità diretta”.
E chi agisce con il senso della responsabilità, secondo Simonetta Sommaruga, non abusa delle iniziative popolari, utilizzandole per lanciare segnali, perché esse “servono a modificare la Costituzione federale. E la nostra Costituzione – il testo fondamentale della nostra democrazia – non deve diventare una semplice raccolta di segni”.
Sagge parole. Ma cosa rimane a parte questi avvertimenti e appelli?
Presidente della Confederazione
In Svizzera non c’è un capo di Stato o di governo.
La carica di presidente della Confederazione è ricoperta a turno, per un mandato di anno, dai membri del governo. Essa non comporta poteri supplementari.
Il o la presidente della Confederazione è un primus inter pares, ossia primo tra i pari, che ha funzioni onorifiche. È incaricato di dirigere le sedute del governo e di rappresentare la Svizzera. Parallelamente continua a svolgere i compiti a capo del proprio Dipartimento (Ministero).
Reazione all’UDC
Corrispondente parlamentare del quotidiano ginevrino Le Temps, Yves PetignatCollegamento esterno è stato un acuto osservatore dell’anno presidenziale di Simonetta Sommaruga. Già in febbraio, in un commento le rimproverava di non essere riuscita a superare i luoghi comuni nell’allocuzione di Capodanno. Secondo il giornalista, il discorso altro non era che un banale cantico delle virtù della democrazia diretta, di fronte alla strategia dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) di opporre il popolo alle istituzioni politiche.
Petignat rilevava le conseguenze conflittuali del primato della volontà popolare rivendicato dall’UDC sulle relazioni estere della Svizzera, in primis con l’Unione europea, e sul rispetto del diritto internazionale nella Confederazione.
Contattato da swissinfo.ch, dieci mesi dopo Yves Petignat afferma di avere difficoltà “a trovare qualcosa di più sostanzioso che Sommaruga abbia detto o fatto” quale contributo al dibattito sulla democrazia diretta. La presidente della Confederazione si è limitata ad evocare il tema, osserva. “Altre questioni – quali l’asilo, l’immigrazione, l’UE – forse hanno estromesso la democrazia diretta dal suo ordine del giorno”.
Il giornalista suppone che Simonetta Sommaruga avesse inizialmente scelto la democrazia diretta pensando che fosse un tema popolare perfetto per l’anno presidenziale. “Più tardi, nel corso dell’anno, è sembrata volerlo evitare, perché è diventato un po’ una patata bollente quando il governo federale ha preso posizione contro la rigorosa applicazione alla lettera di iniziative altamente controverse”.
Il tabù della riforma dei diritti popolari
Anche la valutazione del politologo Georg LutzCollegamento esterno è scettica. “Non sono riuscito a trovare alcuna traccia di proposte concrete da parte sua per migliorare l’attuale sistema di democrazia diretta in Svizzera”, dichiara a swissinfo.ch il professore di scienze politiche dell’università di Losanna.
Considerate le polemiche riguardo all’attuazione di diverse iniziative approvate in votazione popolare – per esempio quelle per l’espulsione degli stranieri che hanno commesso reati, contro l’immigrazione di massa, per limitare la costruzione di seconde case, per l’imprescrittibilità dei reati di pornografia infantile – Lutz si aspettava di sentire qualcosa di più da Simonetta Sommaruga.
“In Svizzera, tutti si dichiarano spesso e volentieri a favore dei diritti popolari, come della concordanza”, afferma Lutz. “Ma quando si va sul concreto, altrettanto spesso e volentieri, preferiscono rimanere piuttosto vaghi. Questo perché piovono critiche da tutte le parti, non appena qualcuno avanza proposte di modifica”. Cosicché nessuno si vuole profilare sulla limitazione dei diritti popolari.
Poche risorse
Specialista di democrazia diretta, Bruno KaufmannCollegamento esterno condivide il parere del professore di Losanna. “Nell’allocuzione di Capodanno e anche in seguito, Simonetta Sommaruga ha posto l’effetto positivo della democrazia diretta in primo piano. Su questo – ciò che è una buona cosa – in Svizzera c’è anche un ampio consenso”.
Poi però, “in pratica, hanno preso il sopravvento le polemiche circa l’attuazione delle iniziative popolari controverse, vale a dire quella ‘contro l’immigrazione di massa’ e quella ‘per l’attuazione’. Qui, la presidente della Confederazione, in virtù del suo mandato di ministra della giustizia, ha dovuto schierarsi da una parte, ciò che è stato prontamente criticato”, prosegue Kaufmann.
Il caporedattore di “People to PowerCollegamento esterno“, piattaforma online sulla democrazia diretta ospitata da swissinfo.ch, constata inoltre una carenza di risorse. “È mancata la disponibilità per mantenere per tutto l’anno la democrazia diretta come tema dominante a livello della comunicazione”.
Kaufmann osserva però che l’interesse di Simonetta Sommaruga per l’argomento è stato più pronunciato rispetto ad altri. “Ha pure una grande sensibilità per la democrazia diretta nella quotidianità. Ciò è probabilmente legato al fatto che vi è continuamente confrontata nell’ambito della sua funzione” di ministra della giustizia.
Nessuna riforma, ma sensibilizzazione
Ma qual è il giudizio della stessa presidente uscente della Confederazione: vede i suoi obiettivi raggiunti? “Il mio obiettivo non era di riformare la democrazia diretta, ma di mettere in chiaro quanto sia unica, come pure quanta responsabilità essa richieda”, spiega Simonetta Sommaruga. “Un tale obiettivo non si raggiunge solo in un anno”, puntualizza, alludendo all’iniziativa “per l’attuazione”.
Forse i politologi avevano aspettative diverse dei politici, obietta la presidente della Confederazione uscente in risposta alle critiche di una presenza limitata del tema e di una scarsità nuovi accenti sui contenuti. “Non abbiamo prioritariamente bisogno di nuovi accenti, ma è sufficiente esaminare le votazioni popolari. Il tema della democrazia diretta è molto presente nella popolazione, e rimarrà tale”.
Secondo la ministra socialista, la democrazia diretta non è un tema che si può stralciare. “Al contrario: dobbiamo averne cura anche in futuro. La democrazia diretta non deve essere confusa con la tirannia del popolo, ma è una valida ed equilibrata interazione tra popolazione, parlamento e governo”.
(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)
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