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10 modi per bypassare la “volontà popolare”

Limitazione dell'immigrazione, protezione delle Alpi, congedo maternità: i risultati delle votazioni vengono applicati in maniera creativa in Svizzera. Il governo, il parlamento, i tribunali o le autorità trovano a volte delle scorciatoie per aggirare la volontà popolare, se l'esito di una votazione non garba loro. Con quali strategie? Eccovi un elenco.

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Non sempre il parlamento e il governo applicano alla lettera ciò che è scaturito dalle urne. È successo, per esempio, con l’ora legale: anche se la popolazione si era chiaramente espressa contro la sua introduzione in Svizzera, l’esecutivo e il legislativo hanno annullato questa decisione e nel 1981 hanno chiesto al popolo di spostare avanti di un’ora le lancette degli orologi, poiché così facevano tutti gli Stati confinanti.

Di solito, il governo, il parlamento e le autorità agiscono in maniera più raffinata ed ingegnosa, se vogliono bypassare le decisioni popolari che non gradiscono o che considerano problematiche o contradditorie. Ecco una lista dei trucchi più popolari e diffusi.

Trucco n. 1: annacquare fino a rendere irriconoscibile

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Il 9 febbraio 2014, gli aventi diritti di voto in Svizzera hanno approvato la cosiddetta ‘Iniziativa contro l’immigrazione di massa’, che prevedeva, tra l’altro, di limitare il numero di permessi di soggiorno per gli stranieri mediante tetti massimi e contingenti annualiCollegamento esterno.

Una decisione che ha posto il parlamento svizzero di fronte a un dilemma: da una parte l’iniziativa fissava una scadenza di tre anni, ossia il febbraio 2017, per la sua applicazione, dall’altra l’introduzione di tetti massimi e di contingenti avrebbe violato l’accordo sulla libera circolazione delle persone con l’Unione europea. Il parlamento svizzero non voleva però rescindere questo trattato con l’UE; un’eventualità non prevista dall’iniziativa che chiedeva invece una rinegoziazione. L’UE non era però disposta a ridiscutere l’accordo.

Com’è stato risolto il dilemma? Invece di regolare l’immigrazione con i contingenti, come prevedeva l’iniziativa, il parlamento ha introdotto un obbligo di annunciare i posti di lavoro vacanti e in questo modo ha ritenuto di avere attuato l’iniziativa.

Ma tra contingenti e obbligo di annunciare i posti di lavoro vacanti c’è una bella differenza. “Annacquando fino a rendere irriconoscibile”, il parlamento fa finta di applicare un’iniziativa problematica, anche se non la attua sul serio; così scrivevano i media elvetici.

Trucco n. 2: la tattica del salame

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Nel caso di decisioni popolari non gradite, c’è la possibilità di raggiungere il traguardo a piccoli passi e di mettere i fautori dell’iniziativa davanti al fatto compiuto. Un esempio è la privatizzazione delle centrali elettriche.

Nel 2000, gli aventi diritto di voto del canton Zurigo si erano opposti al trasferimento a privati della Società elettrica comunale (ewzCollegamento esterno) sotto forma di società per azioni. Tuttavia l’ewz ha continuato a modificare la sua struttura organizzativa per trasformarsi in un’azienda privata. E non è un segreto per nessuno il fatto che voglia privatizzarsi. Non c’è nemmeno da stupirsi poiché sia il parlamento sia il governo perseguono a loro volta questo obiettivo approvando piccole modifiche giuridiche per rendere la società sempre più concorrenziale.

Trucco n. 3: campa cavallo che l’erba cresce

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Se il voto emerso dalle urne non ti aggrada, puoi anche rimandare l’attuazione del progetto di legge alle calende greche. È ciò che è successo, per esempio, con il congedo maternità.

Si è dovuto attendere 60 anni prima di vedere l’introduzione di un’assicurazione maternità, approvata dal popolo nel 1945. Solo nel 2003, l’Assemblea federale ha trovato un accordo sul congedo maternità di 14 settimane, finanziato con l’indennità di perdita di guadagno. Fino ad allora, i progetti d’attuazione si erano arenati in parlamento o alle urne non avevano trovato il favore del popolo. Sulla base di questa esperienza, l’iniziativa per il congedo dei papà ha fissato una scadenza per la sua applicazione.

Anche l’iniziativa per la protezione delle paludi, la cosiddetta iniziativa RothenthurmCollegamento esterno, è stata applicata con poco entusiasmo. Alcuni cantoni non hanno rispettato le scadenze perché non volevano che la Confederazione si immischiasse in questioni di loro competenza.

Trucco n. 4: fare i capricci e impuntarsi

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Nel 2004, la popolazione ha approvato l’iniziativa per l’internamento a vita di criminaliCollegamento esterno sessuomani o violenti, estremamente pericolosi e refrattari alla terapia. Per il parlamento, l’applicazione alla lettera del testo dell’iniziativa violava i diritti umani e per questo motivo vi si è parzialmente opposto.

La Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionaleCollegamento esterno (camera bassa) aveva raccomandato di non emanare alcuna disposizione di attuazione. Il parlamento non ha seguito le indicazioni della commissione e nel 2008 sono entrate in vigore le rispettive disposizioni legali.

Da allora però i tribunali ostacolano l’applicazione del volere popolare, soprattutto il Tribunale federale che finora ha revocato le detenzioni a vita pronunciate dalle autorità di grado precedente. Nel 2013, la Corte suprema ha decisoCollegamento esterno che può essere internato a vita solo chi non può effettivamente essere sottoposto ad alcun trattamento nel corso della sua vita. Visto che per gli psichiatri forensi è impossibile prevedere con assoluta certezza se una persona è refrattaria a una terapia per tutta la vita, per ora solo una persona è internata fino alla morte, ai sensi dell’iniziativa popolare approvata nella votazione del 2004. L’interessato non ha però ricorso al Tribunale federale.

Trucco n. 5: da zuppa a pan bagnato

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Nel 2008, l’elettorato svizzero aveva chiaramente respinto un’iniziativa per legalizzare la canapaCollegamento esterno. Tuttavia l’uso è tollerato in vari modi: dal 2013, il consumo di canapa è punito con un multa disciplinareCollegamento esterno di 100 franchi se la persona ha con sé meno di 10 grammi di “erba”. Una prassi che poggia su una decisione parlamentare. Se la multa viene accettata e pagata, non è prevista né la denuncia né l’apertura di una procedura ordinaria.

Nel 2017, i giudici delle città Zurigo e Winterthur, come pure la polizia cantonale di ZurigoCollegamento esterno hanno stabilito, sulla base di una decisione del Tribunale federale, che il possesso di meno di 10 grammi di canapa non sarebbe più stato punito. La legge tollera quindi l’acquisto e il consumo di piccole quantità di marijuana.

Inoltre dal 2011, dall’entrata in vigore della nuova Legge federale sugli stupefacenti, è permessa la vendita e l’uso di canapa con meno dell’uno per cento di THC, il principio psicoattivo della pianta. Nel frattempo si registra un vero e proprio boom di negozi e chioschi in cui si vende la “marijuana light”. Inoltre, il governo ha appena messo in consultazione un messaggio di legge volto a permettere la distribuzione di canapaCollegamento esterno per studi scientifici a un gruppo ristretto di consumatori maggiorenni. Nell’ultima sessione autunnale anche il Consiglio nazionale ha approvato l’elaborazione di un cosiddetto articolo sulle sperimentazioni come base per svolgere degli studi scientifici relativi alla distribuzione controllata di canapa.

Va ricordato inoltre che il consumo di canapa per uso medico è permesso. I pazienti che vi fanno ricorso per il trattamento di malattie incurabili devono ottenere un’autorizzazione eccezionale dall’Ufficio federale della sanità pubblica. Al momento è stata lanciata un’iniziativa per legalizzareCollegamento esterno la canapa. A dieci anni dall’ultimo voto, il popolo avrebbe così la possibilità di esprimersi ancora una volta su questo tema che suscita sempre accese discussioni.

Trucco n. 6: brontolare e lagnarsi

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Dopo aver approvato la legge d’applicazione di un’iniziativa, si propone subito di annacquare la legislazione per evitare conseguenze negative.

È ciò che è successo con il testo di legge relativo all’iniziativa “Protezione contro i conducenti spericolatiCollegamento esterno“. Quest’ultima prevede per chi guida in maniera pericolosa e sconsiderata una pena detentiva da uno a quattro anni, il ritiro della licenza di condurre e la confisca del veicolo. Nel 2012, i promotori hanno ritirato l’iniziativa popolare poiché una nuova legge soddisfaceva le loro richieste. Tuttavia, a cinque anni dalla sua adozione, il parlamento vuole modificare le disposizioni giuridicheCollegamento esterno perché non lasciano alcun potere discrezionale ai giudici.

Trucco n. 7: lassismo

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La volontà popolare può essere bypassata quando si impone una norma giuridica diversa dalla legge.

Nel 1977, l’elettorato svizzero aveva rifiutato la legalizzazione dell’aborto. Un anno dopo, il popolo aveva respinto un’ampliata soluzione delle indicazioni, contro cui era stato lanciato il referendum. Solo nel 2002, gli aventi diritti di voto hanno accettato la depenalizzazione dell’aborto. Ma anche prima una donna non veniva punita se abortiva: l’indicazione medica è stata interpretata molto generosamente, tenendo conto delle “ragioni psicologiche”. Dal 1988 non si registra alcuna condanna per aborto.

Un altro esempio risale al 1908, anno in cui il popolo approvava a larga maggioranza un’iniziativa per il divietoCollegamento esterno dell’assenzio (una bevanda con un’alta concentrazione alcolica). Questo divieto non è mai stato applicato in maniera rigorosa dalle autorità. Infatti si è continuato a distillarlo clandestinamente. Dopo quasi 100 anni, nel 2005 il governo ha revocato la proibizione di produrre l’assenzio.

Trucco n. 8: rinviare alle calende greche

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Nel 1994, la popolazione ha approvato l’iniziativa delle AlpiCollegamento esterno, che chiedeva il trasferimento del traffico transalpino su rotaia entro dieci anni. Stando al Consiglio federale, l’iniziativa violava però gli accordi internazionali. Il governo ha quindi cercato di rispettare l’obiettivo dell’iniziativa con una serie di misure per salvare capra e cavoli. Fino ad oggi però l’obiettivo dell’iniziativa non è stato ancora raggiunto.

Trucco n. 9: chiudere gli occhi

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A volte le autorità chiudono semplicemente gli occhi. Nel canton Berna, per esempio, nel 1982 un’iniziativa chiedeva che le rive dei laghi fossero accessibili a tutti. Molti comuni non hanno mai applicato questa disposizione di legge. Per smuoverli da questa sorta di letargia legislativa c’è voluto l’intervento delle autorità cantonali. Ma visto che al momento il canton Berna non dispone dei mezzi finanziari necessari ci vorranno dai 30-40 anni prima di poter camminare senza ostacoli lungo le rive di fiumi e laghi.

Trucco n. 10: lasciare delle vie d’uscita

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L’iniziativa contro le retribuzioni abusiveCollegamento esterno” (iniziativa Minder) voleva impedire i bonus eccessivi per i manager. Tra l’altro prevedeva anche il divieto di versare liquidazioni e compensi anticipati da parte di società quotate in borsa. Nel 2013 l’iniziativa è stata chiaramente accettata dall’elettorato svizzero.

Stando al testo dell’iniziativa, il governo svizzero doveva elaborare un’ordinanza entro il 2014, che doveva entrare in vigore nel 2015. Queste disposizioni transitorie dovevano essere applicate nel quadro di una revisione della legge sulle società per azioni.

Ma anche con queste nuove regole, le società possono dribblare facilmente la volontà popolare. Infatti sono previste delle scappatoie grazie a cui è possibile eludere il divieto di incassare “indennità di assunzione”. In questo modo l’iniziativa rimane inefficace e manca il suo obiettivo.

“L’ultima parola non spetta al popolo”

Gli elettori svizzeri possono modificare la Costituzione federale lanciando un’iniziativa popolare.

La palla passa poi al parlamento che è chiamato ad elaborare le leggi di applicazione dell’iniziativa, rispettivamente il nuovo articolo costituzionale.

Il legislatore ha una certa libertà di manovra. La Camera del popolo e quella dei cantoni possono quindi elaborare una legge che edulcora il testo dell’iniziativa. Per farlo ci vuole però una certa sensibilità. Infatti, i fautori si inalberano se dovessero ritenere che la volontà popolare non è stata rispettata dal parlamento.

Questo spazio di manovra del parlamento garantisce un equilibrio fra i poteri politici. “Il popolo non è il capo supremo“, ricorda Markus Müller, professore di diritto costituzionale presso l’Università di Berna.

Traduzione dal tedesco di Luigi Jorio

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