Un’economista svizzera nel cuore delle tensioni tra Canada e USA
Economia e democrazia sono due facce della stessa medaglia. Daniela Hauser, originaria del Canton Berna, lo ha sperimentato nella capitale canadese Ottawa, dove è confrontata con i piani del nuovo presidente degli Stati Uniti.
“Qui ci si sente un po’ come in Europa”, dice Daniela Hauser durante un colloquio con Swissinfo.ch nel vivace quartiere ByWard Market, nel cuore della capitale canadese Ottawa. Così come nella sua città natale, Berna, anche nella sua terra d’adozione, la quarantatreenne esperta in economia si sposta preferibilmente a piedi. “Mi piace fare escursioni, che sia in città, nella natura selvaggia o nell’Oberland bernese”.
Daniela Hauser è stata conquistata dalla “voglia di viaggiare” subito dopo la maturità. Durante gli anni di studio al Neufeld-Gymnasium di Berna è nato in lei uno spiccato interesse per le grandi questioni economiche. Ha così deciso di iscriversi al corso di economia politica all’Università di Losanna, città situata poco oltre la frontiera linguistica tra Svizzera francese e Svizzera tedesca.
In una serie di articoli, il corrispondente di Swissinfo.ch per la democrazia globale visita le cittadine e i cittadini svizzeri all’estero che, con la loro visione e il loro lavoro sociale o politico attivo, stanno diventando un ponte tra la loro vecchia e nuova patria, in luoghi che non sono sotto i riflettori dei media e che stanno affrontando decisioni importanti in termini di politica democratica.
Economia monetaria e politica fiscale
Dopo un ulteriore soggiorno a Ginevra, Daniela Hauser ha conseguito il dottorato a Barcellona: “Mi interessava avere una visione d’insieme della politica monetaria e dell’importanza della politica fiscale”, dice l’esperta, senza trascurare il suo interesse per le questioni locali e le persone.
Durante i suoi studi ha infatti trascorso diversi anni come volontaria in un progetto di protezione dell’infanzia in Ecuador. Nel corso del periodo di dottorato a Barcellona ha conosciuto il suo attuale compagno, un economista italiano.
Durante la formazione, Daniela Hauser ha capito che l’economia e la politica sono due facce della stessa medaglia e che si influenzano reciprocamente. “Per lo sviluppo economico è fondamentale creare condizioni quadro democratiche attrattive e consolidate, che garantiscano l’applicazione imparziale delle leggi”, sottolinea l’esperta, citando la Svizzera come esempio di Stato dinamico e democratico che promuove un contesto solido.
Secondo uno studio dell’Istituto “Varieties of Democracy” dell’Università di Göteborg, il rafforzamento della democrazia in un Paese contribuisce a migliorarne l’economia. Mentre le autarchie, rispetto alle democrazie, sono confrontate molto più spesso con tassi di crescita negativi1.
Speed dating per economiste ed economisti
Dopo gli studi a Barcellona, Daniela Hauser e suo marito hanno iniziato subito la ricerca di un impiego: hanno scelto la conferenza annuale dell’American Economic Association (AEA), che si svolge sempre in una grande città degli Stati Uniti all’inizio dell’anno.
A margine di lezioni e workshop, alcuni datori di lavoro come banche centrali e grandi aziende ne approfittano per incontrare ambiziosi candidati e candidate in cerca di lavoro, laureati nelle più rinomate università del mondo.
“Abbiamo ricevuto diverse offerte di lavoro. Alla fine abbiamo scelto l’avventura canadese”, racconta Daniela Hauser, aggiungendo che vive la sua vita all’insegna di tre qualità: curiosità, efficienza e determinazione. L’offerta della banca centrale canadese presentava allora anche un grande vantaggio: “Qui possiamo riunire le nostre ambizioni professionali e i nostri bisogni personali sotto lo stesso tetto”.
Mentre suo marito dirige il Dipartimento di ricerca per le analisi economiche nazionali della “Bank of Canada”, Daniela Hauser coordina la squadra internazionale. “Valutiamo diversi scenari relativi alle future relazioni commerciali con gli USA”, spiega.
Un ruolo che attualmente la pone al centro delle tensioni tra i due Paesi del Nord America, una disputa iniziata con l’annuncio di Donald Trump che, alla fine di novembre, ha dichiarato l’intenzione di aumentare del 25% i dazi sulle importazioni dai Paesi confinanti, come Messico e Canada, a partire dal primo giorno della sua presidenza.
“Il Canada non è gli USA”
Una decisione motivata da Trump con il fatto che gli USA verrebbero “invasi da droghe e stranieri illegali che attraversano senza difficoltà frontiere ridicolmente aperte”.
Tuttavia, non è chiaro quali provvedimenti potrebbe adottare il Canada per far cambiare idea a Trump, nonostante il primo ministro canadese, Justin Trudeau, subito dopo l’annuncio, abbia incontrato il futuro presidente nella sua residenza in Florida.
Ancora più scalpore ha suscitato l’idea di Donald Trump di integrare il Canada come cinquantunesimo Stato federale degli USA. Un annuncio che in Canada ha provocato una levata di scudi.
“Nonostante le molte somiglianze, il Canada si definisce mettendo in evidenza le differenze con il nostro potente vicino a sud, ricordando di non essere gli USA”, sottolinea Daniela Hauser, che dal 2021 possiede la doppia nazionalità.
“Per ottenere il passaporto canadese ho dovuto svolgere un test online sulla geografia e sulla storia del Canada”. Come la Svizzera, anche il Canada si prepara alacremente alla seconda presidenza di Donald Trump.
Altri sviluppi
Ritorno di Trump, come si può prepare la Svizzera?
Come Berna, anche Ottawa è stata scelta come capitale verso la metà del 19° secolo dopo un lungo braccio di ferro politico tra interessi contrastanti nel nuovo Stato federale. Oggi Ottawa conta oltre un milione di abitanti ed è la quarta città più grande in Canada. Nonostante i cartelli stradali siano in francese e inglese, la capitale non è considerata “bilingue”.
“Il Canada ha più difficoltà rispetto alla Svizzera nel gestire il multilinguismo”, afferma Daniela Hauser, che parla cinque lingue: oltre al dialetto bernese, l’inglese, il francese, il tedesco, lo spagnolo e l’italiano. “Il sistema politico canadese si basa sul modello maggioritario britannico, dove il vincintore delle elezioni ottiene tutto il potere”.
Dopo quasi dieci anni, il primo ministro Justin Trudeau ha rassegnato le dimissioni all’inizio dell’anno e nel 2025 si prospetta un cambio al vertice del Paese. Il favorito alle prossime elezioni nazionali è il leader del partito conservatore, Pierre Poilievre: “L’attuale situazione mi ricorda quella vissuta dieci anni fa, quando siamo arrivati in Canada. Allora, il primo ministro conservatore Stephen Harper, che era in carica da tempo, aveva perso le elezioni. Le persone vogliono una ventata di aria fresca”.
Rete svizzera con ramificazioni in tutto il mondo
Dopo lunghe giornate trascorse davanti a uno schermo e in riunioni dense di dati economici e possibili scenari, per Daniela Hauser è fondamentale riuscire a staccare la spina. “La fantastica natura mi riporta con i piedi per terra e mi aiuta a riordinare le idee sulle grandi questioni riguardanti democrazia, economia e politica globale”. Inoltre, nonostante viva a Ottawa da tempo, la bernese continua a definirsi un’economista “svizzera”.
Per questo, Daniela Hauser è molto attiva all’interno della rete “Economisti svizzeri all’estero”. Il gruppo, fondato nel 2006, conta oggi circa 200 membri provenienti da tutto il mondo.
Sostenuto finanziariamente dalla Banca nazionale svizzera, il network si riunisce in patria una volta all’anno; l’ultimo incontro si è svolto all’Università di Lucerna nel dicembre scorso.
“Le economiste e gli economisti elvetici, attivi in tutto il mondo nelle diverse istituzioni e università, sono molto influenti”, dice a Swissinfo.ch Aline Bütikofer, coordinatrice della rete e professoressa all’Università di studi economici di Bergen, in Norvegia.
Secondo Bütikofer, due le “tipiche” caratteristiche contribuiscono al successo delle economiste e degli economisti svizzeri nel mondo: la grande motivazione e la diligenza.
Nel caso di Daniela Hauser ne possono aggiungere almeno altre tre: la curiosità, l’efficienza e la determinazione.
1The Case for Democracy Report (2022)Collegamento esterno. Varieties of Democracy Institute. University of Gothenburg.
Editiert von Mark Livingston
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.