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La generazione di Greta

claude longchamp
Per il politologo Claude Longchamp, le possibilità per i giovani di conquistare un seggio in parlamento rimangono tuttora piuttosto limitate. swissinfo.ch

Tra i giovani sembra prevalere un diffuso disinteresse nei confronti della politica. Sabato scorso però, circa 40'000 manifestanti, tra cui moltissimi giovani, sono scesi sulle strade per chiedere misure più incisive contro i cambiamenti climatici. E non è la prima volta che si mostrano attivi in politica.

Certo, in prima fila c’è Greta Thunberg. Da un anno l’attivista svedese per il clima marina la scuola. Con altri studenti protesta davanti al parlamento a Stoccolma in favore di una politica climatica più efficace. Dopo il suo viaggio in treno per raggiungere il WEF a Davos, viaggio che ha suscitato un grande interesse mediatico, la sedicenne è diventata l’icona di un’intera generazione di giovani. Greta lotta in tutto il mondo per il suo futuro. 

Ora anche in Svizzera i giovani si rivolgono con maggiore insistenza ai politici. A metà gennaio, Sara, Luis e Andreas hanno condotto “Arena”, il talk show politico della televisione svizzero-tedesca SRF. I tre 17enni hanno fatto buona figura quando hanno messo sotto torchio i politici affermati presenti in studio con domande intorno ai temi clima, migrazione e pensioni. La trasmissione potrebbe essere impiegata come spot pubblicitario per l’abbassamento dell’età di voto da 18 a 16 anni. 

“In tutto il mondo, la partecipazione politica dipende dall’istruzione e dal genere. In Svizzera, invece, è l’età il fattore dominante.”

La Svizzera in mano ai vecchi

La Svizzera ha bisogno più che mai dell’impegno dei giovani. Una situazione che da tempo preoccupa il laboratorio di idee liberale “Avenir Suisse”. Sulla sua pagina internet campeggia la domanda: “Siamo sulla via della gerontocrazia?”. Con questo termine, il think thank sostiene che la Svizzera è in mano ai vecchi. Oggi il partecipante mediano alle votazioni ­– calcolo con cui si dividono gli elettori in due gruppi grandi uguali ­– ha 57 anni. Nel 2030 avrà 60 anni. È un’evoluzione che si ripercuote naturalmente sulle decisioni politiche del Paese

L’invecchiamento degli elettori è una caratteristica ingloriosa della Confederazione. In tutto il mondo, la partecipazione politica dipende dall’istruzione e dal genere. In Svizzera, invece, è l’età il fattore dominante. Chi ha meno di 35 anni è preso con la definizione identitaria, con l’inizio della carriera professionale e la fondazione di una famiglia. Solo le personalità consolidate si impegnano politicamente. Il loro contributo continua ben oltre i 70 anni e diminuisce soltanto quando si fanno sentire gli acciacchi dell’età. 

L’ascesa della generazione social media

L’attuale crescente polarizzazione è una conseguenza della diffusione dei social media. All’inizio la responsabilità ricadeva su piattaforme come Facebook, oggi invece su Instagram o simili. Le reti sociali sono diventate un guazzabuglio di contenuti. Danno la possibilità di guardare dentro la vita privata delle persone e di seguirne subito e ovunque i momenti più coinvolgenti. Sono emozioni, sentimenti giovanili e forme d’espressione specifiche delle varie generazioni, postate sui social media affinché le nuove tematiche catturino l’interesse dell’opinione pubblica.

L’autore

Claude Longchamp è uno dei politologi e analisti più stimati ed esperti della Svizzera.

Ha fondato l’Istituto di ricerca gfs.bernCollegamento esterno, che ha diretto fino al suo pensionamento e di cui è attualmente il presidente del Consiglio di amministrazione. Per trent’anni Longchamp ha analizzato e commentato le votazioni e le elezioni per la radiotelevisione di lingua tedesca SRF.

Per swissinfo.ch e per la sua piattaforma sulla democrazia #DearDemocracy, Longchamp scrive ogni mese un testo sulle elezioni federali 2019.

Il monitor politico easyvote misura l’impatto dei social media in Svizzera. Eventi di livello globale come l’elezione di Donald Trump o il movimento metoo contro le molestie sessuali hanno suscitato un enorme interesse e hanno coinvolto politicamente e socialmente i giovani, i loro amici e le loro famiglie. Gli intermediari classici come i giornalisti vengono invece saltati a piè pari e fanno parte del passato. È un fenomeno che interessa anche, in buona parte, la partecipazione politica convenzionale. Ad aver il vento in poppa è invece l’attivismo digitale, così come la voglia di scendere in piazza a dimostrare. 

Sezioni giovanili come affermate organizzazioni

A cristallizzare in maniera particolare le nuove generazioni è stata la riforma del sistema previdenziale. Le sezioni giovanili dei partiti, eccezion fatta per quella del PPD, si sono opposte alla proposta del governo. Insieme hanno contribuito ad affossare l’oggetto alle urne. Da allora godono di maggiore attenzione. Inoltre evidenziano chiaramente le linee di frattura, divisioni che nascono dagli interessi divergenti delle varie generazioni. I partiti vedono di buono occhio le sezioni giovanili. Infatti sono il loro bacino d’utenza dove reclutare le giovani leve e diffondere le loro idee politiche. Inoltre grazie a loro si augurano di guadagnare consensi alle prossime elezioni.

Le sezioni giovanili sono delle organizzazioni affermate. Le nuove leve di PS, Verdi, PLR o UDC sono ottimamente preparate e sono in grado di lanciare iniziative popolari a livello nazionale o di raccogliere firme per un referendum. Per ora non hanno ancora conseguito alcun successo alle urne, tuttavia sanno influenzare l’imminente agenda politica. È un attivismo politico che costa: il loro budget annuale può raggiungere anche il mezzo milione di franchi. Una somma derivante dalle quote versate dai membri, dal sostegno finanziario del partito e da modesti contributi statali.  

“Le sezioni giovanili sono delle organizzazioni affermate. Per ora non hanno ancora conseguito alcun successo alle urne, tuttavia sanno influenzare l’agenda politica.”

La novità decisiva dell’elezione 2019?

Le elezioni nazionali 2019 saranno segnate dall’attivismo politico dei giovani? Non credo! Se da una parte il numero di candidati giovani dovrebbe aumentare, come la loro partecipazione al voto, dall’altra parte le loro possibilità di conquistare un seggio in parlamento rimangono piuttosto limitate. L’età di voto ostacola un risultato migliore. Per questo motivo i giovani creano congiunzioni di liste con i partiti, permettendo a questi ultimi di racimolare voti supplementari. I posti in governo vengono però occupati per lo più da politici più navigati. 

Per promuovere efficacemente la carriera politica dei giovani, i partiti dovrebbero assegnare loro una buona posizione sulle liste principali. L’introduzione del sistema di elezione proporzionale doppio a livello nazionale favorirebbe un cambiamento epocale. Al momento un cantone su quattro l’ha adottato in Svizzera. Questo sistema distribuisce i seggi in proporzione al numero di voti ottenuti e premia i candidati minori. Secondo i modelli di calcolo, con la stessa percentuale di voti il 10 per cento dei seggi sarebbe ripartito in maniera diversa. I veri vincitori sarebbero così le sezioni giovanili dei partiti. La generazione di Greta sarebbe così approdata definitivamente in parlamento, dove sarebbe ben udibile e visibile.

I partiti

UDC: Unione democratica di centro (destra conservatrice)

PS: Partito socialista (sinistra)

PLR.I Liberali: Partito liberale radicale (destra liberale)

PPD: Partito popolare democratico (centro destra)

PES: Partito ecologista svizzero (sinistra)

VL: Verdi liberali (centro)

PBD: Partito borghese democratico (centro)

Traduzione dal tedesco di Luca Beti

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