La giornalista russo-ucraina Galina Timchenko vive e lavora da anni in Lettonia. Lì ha creato una piattaforma multimediale online che continua a scrivere ciò che i media russi non possono più pubblicare a causa della censura.
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Bruno è il corrispondente di SWI swissinfo.ch per la democrazia globale,, un suo tema di predilezione sul quale ha uno sguardo a livello globale. Da oltre trent’anni è corrispondente estero per la Radiotelevisione svizzera SRF. È anche direttore delle relazioni internazionali della Fondazione Svizzera per la Democrazia, copresidente del Global Forum on Modern Direct Democracy e co-iniziatore della Lega Internazionale delle Città Democratiche.
Sono un produttore di Visual Storytelling specializzato in produzioni multimediali di lunga durata e a puntate. Collaboro con i giornalisti per migliorare gli strumenti e i flussi di lavoro nelle varie lingue, garantire la conformità allo stile dei contenuti e guidare la ricerca e l'implementazione di tecniche visive innovative.
Nato in Italia e cresciuto in Africa, ora chiamo casa la Svizzera. Ho studiato regia alla Scuola Nazionale di Cinema e ho lavorato come montatore e regista/produttore di documentari a Berlino e Vienna. Sono specializzata nella creazione di narrazioni multimediali coinvolgenti.
“La libertà di parola e la libertà di informazione sono tutto per me”, afferma Galina Timchenko in questo nuovo episodio delle nostre “Voci di libertà dal mondo”. La caporedattrice 60enne di meduza.ioCollegamento esterno conferma che da molti anni la libertà di stampa e la libertà di espressione sono sotto attacco in Russia. Timchenko ha diretto uno dei media russi più diffusi (lenta.ru) per un decennio. Tutto è cambiato nel 2014, quando il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato un attacco all’Ucraina per annettere la Crimea con il sostegno delle forze separatiste nella regione del Donbass.
“Finché Putin resterà al potere, in Russia non ci saranno libertà di stampa e di espressione né rispetto dei diritti umani.”
Galina Timchenko, caporedattrice di meduza.io
“All’epoca, il Cremlino ordinò direttamente al proprietario di Lenta di licenziarmi”, racconta a SWI swissinfo.ch. “Così ho dovuto lasciare la Russia per la Lettonia e Riga, dove ho fondato un nuovo media, Meduza, per avere la libertà di stampa che non era più possibile in Russia. Per me e per tutti i miei colleghi e colleghe è stato un cambiamento di vita radicale”.
Oggi, la nuova pubblicazione gestita da Timchenko è molto popolare non solo in Russia ma anche a livello internazionale, poiché propone notizie sia in russo che in inglese. “Meduza è una piattaforma multimediale che fa sentire la sua voce su tutte le reti sociali, sui servizi di messaggeria e attraverso le newsletter”, aggiunge la giornalista. In questo modo, Timchenko è riuscita a raggiungere molti/e giovani, che oggi rappresentano la metà delle persone che consultano regolarmente il sito.
Tuttavia, in marzo, quale diretta conseguenza dell’attacco russo all’Ucraina, meduza.io è stata bloccata in Russia dalle autorità. “Da allora, in Russia sono state approvate un centinaio di nuove leggi che limitano la libertà di stampa. C’è una censura militare e le vittime sono per l’appunto i media: 100 giornali sono stati classificati come ‘agenti stranieri’ e sono accusati di tradimento e spionaggio. Centinaia di giornalisti e giornaliste hanno lasciato il Paese”, afferma Timchenko. “Finché Putin resterà al potere, in Russia non ci saranno libertà di stampa e di espressione né rispetto dei diritti umani”.
Traduzione dall’inglese: Luigi Jorio
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