“La democrazia si sta sviluppando poco a poco in Tunisia”
La democrazia prevarrà sulla minaccia del terrorismo, afferma Najib Bourkhis, un giovane cittadino elvetico che vive Djerba, in Tunisia. Il ventenne è una delle nuove voci della Quinta Svizzera, che hanno dato vita al Parlamento dei giovani svizzeri all'estero (PGSE). In una serie di interviste, swissinfo.ch dà la parola a 11 membri del comitato.
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‘Democracy is developing little by little in Tunisia’
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swissinfo.ch: Che obiettivi vorrebbe raggiungere come membro del PGSE in Svizzera? E Tunisia, ossia nel Paese in cui risiede?
Najib Bourkhis: Essere un membro del PGSE è una grande opportunità per entrare in contatto con altri svizzeri all’estero della nostra generazione e di altre culture in tutto il mondo.
In Svizzera e attraverso il PGSE vorrei riuscire a motivare i giovani a prendere parte alle votazioni, perché abbiamo bisogno di compiere progressi in ogni votazione.
D’altra parte, mi piacerebbe dare avvio a un parlamento dei giovani svizzeri in Tunisia, affinché tutti possano partecipare alla politica e avere l’opportunità di conoscere un po’ meglio i loro diritti politici.
swissinfo.ch: Qual è la situazione della democrazia diretta in Tunisia? Ci sono degli strumenti che apprezza in modo particolare? E altri che le mancano?
N. B.: In Tunisia non c’è democrazia diretta. Viviamo in un sistema democratico solo dalla rivoluzione del 2011.
Il 23 novembre 2014, abbiamo avuto la nostra prima elezione presidenziale democratica. È un grande passo per andare avanti. La democrazia si sta sviluppando poco a poco in Tunisia.
swissinfo.ch: Nella maggior parte dei paesi, la partecipazione dei giovani a votazioni ed elezioni è inferiore a quella delle altre fasce di età. La democrazia diretta non sarebbe proprio il mezzo ideale per i giovani per sviluppare politiche che rispondano alle loro necessità e alle loro idee?
N. B.: Uno dei motivi principali per cui i giovani votano meno spesso rispetto alle persone di altre fasce di età è che il tema su cui si vota è un po’ difficile da capire.
La democrazia diretta potrebbe essere una buona soluzione per superare questa riluttanza e dare ai giovani l’opportunità di comunicare le loro esigenze ed idee politiche.
swissinfo.ch: Dagli attentati di Parigi, l’Europa ha al centro delle preoccupazioni il terrore dell’autoproclamato Stato islamico. La lotta contro l’estremismo islamico, che significa anche limitazione delle libertà individuali, rappresenta un pericolo per la democrazia?
N. B.: Il terrorismo non potrà prevalere sulla libertà di espressione. Il nostro potere deriva dal potere del popolo, mentre i terroristi dipendono dal potere del loro leader.
Quando uno di noi cade, possiamo ancora lottare e andare avanti, ma quando il loro capo cade, loro cadono insieme a lui.
Piattaforma per giovani svizzeri all’estero
Il Parlamento dei giovani svizzeri all’estero (PGSE) rappresenta ancora una novità, poiché esiste da pochi mesi. Sede dei lavori parlamentari è Internet: dibattiti e scambi tra i circa 350 membri, sparsi in tutti i continenti, avvengono attraverso i social media e skype.
swissinfo.ch ha intervistato 11 giovani svizzeri all’estero, che sono membri del comitato del PGSE. Ha in particolare tastato loro il polso sulla democrazia diretta nei rispettivi paesi di residenza e in Svizzera.
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