“Singapore e la Svizzera sono modelli per il futuro”
Con le sue tesi e i suoi libri provocatori, il politologo indiano-americano Parag Khanna è presente su tutti i canali. CNN, WEF di Davos o Facebook: Khanna è considerato una figura di spicco tra gli intellettuali. Incontro con questo instancabile viaggiatore che apprezza la "noia" democratica.
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Diretta, digitale e locale: il 40enne Parag KhannaCollegamento esterno si impegna in tutto il mondo per rafforzare la democrazia. Secondo il politologo indiano-americano, metropoli come Singapore, dove vive con la sua famiglia, rappresentano delle locomotive per promuovere la democrazia. Nella città-Stato, il potere si trova nelle mani di una dinastia politica, che consulta però regolarmente la popolazione.
Khanna è anche un grande fan della Svizzera e della sua democrazia diretta. A suo avviso, l’elevata stabilità che contraddistingue sia la Svizzera che Singapore è legata al loro sistema politico: in entrambi i paesi il governo e le istituzioni basano le loro decisioni sulla partecipazione permanente dei cittadini.
Città come motore della globalizzazione
Lo incontriamo a Singapore nell’hotel Oasia, inaugurato appena un anno fa. La lobby, situata al 12esimo piano, è un atrio inondato di luce con piante, fontane e cascate. “Un posto fantastico, sono qui per la prima volta”, dice Parag Khanna, impressionato. Il 40enne è appena tornato da un soggiorno di studio di quattro mesi in Germania.
“Le grandi città sono il motore della globalizzazione”, dichiara Khanna, iniziando la conversazione. “I sindaci di città come Singapore stanno dando il tono in molte questioni importanti, come l’istruzione, i trasporti e la protezione del clima”.
Rapida carriera
Nato nel 1977 a Kanpur, città con oltre un milione di abitanti nel nord dell’India, Parag Khanna è cresciuto negli Emirati Arabi Uniti, negli Stati Uniti e in Germania. Dopo aver conseguito un dottorato presso la London School of Economics, ha lavorato tra l’altro per il World Economic Forum (WEF) e la Brookings Institution.
Già nel 2008, la rinomata rivista Esquire ha inserito l’allora trentenne nella sua lista delle “75 persone più influenti del 21° secolo”.
Prima di diventare presidente degli Stati uniti, Barack Obama aveva preso il giovane intellettuale tra i suoi consiglieri di politica estera. Da allora, Khanna viene riconosciuto come uno dei maggiori esperti di globalizzazione.
Risposta ad ogni domanda
Nei video, che pubblica regolarmente su Facebook, Khanna suscita l’impressione di saper sempre dare una risposta anche alle questioni più scottanti. Per fare questo si basa su vaste conoscenze scientifiche, ma anche sulla sua passione sfrenata per i viaggi, che gli permettono di incontrare numerose persone in ogni angolo del mondo.
“Negli ultimi quindici anni, ho visitato oltre 100 paesi in tutte le regioni del mondo e ho cercato di capire quali soluzioni locali esistano”, dice Khanna. Ha raccolto i risultati di queste esperienze in diversi libri, in cui presenta i suoi progetti per un futuro migliore.
In “Connectography” (Weidenfeld&Nicolson, 2016), Khanna mostra come la geopolitica e la globalizzazione non possano più essere concepite solo nelle strutture dei vecchi Stati nazionali, ma come il mondo sia sempre più connesso in rete, sia a livello economico che politico e mentale.
Khanna sostiene il rafforzamento della democrazia a livello locale in tutto il mondo. E porta questo messaggio ovunque mette piede.
Per una “tecnocrazia diretta”
Questo punto di vista contrasta con il suo ultimo libro “Technocracy in America”, in cui Khanna sostiene un sistema di “tecnocrazia diretta”. I titoli dei libri scelti dagli editori possono talvolta suscitare incomprensioni.
“Non sono affatto a favore dell’abolizione della democrazia, ma per un suo rafforzamento”, sottolinea il politologo. Quali modelli per futuri sistemi di governo, Khanna cita Singapore e la Svizzera. “Entrambi i paesi si differenziano molto rispetto ai sistemi di governo rappresentativi, come quelli della Gran Bretagna e degli Stati Uniti”.
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Allo stesso tempo, Khanna si scontra con il fatto che la città-Stato di Singapore non si posiziona bene nelle classifiche internazionali della democrazia e della libertà. “A mio parere, queste classifiche utilizzano metodi obsoleti e sono troppo fortemente orientate verso le democrazie elettorali tradizionali”, afferma il politigolo.
A suo parere, lo Stato monopartitico di Singapore ha successo e stabilità solo perché i leader politici coordinano costantemente e quotidianamente le loro azioni con le preferenze dei cittadini – e nel farlo si affidano alle forme più moderne di comunicazione digitale.
Fine di una dinastia
Fondata nel 1965, in un periodo di turbolenze politiche ed economiche nel sud-est asiatico, la città-Stato indipendente è riuscita negli ultimi cinquant’anni a sviluppare un modello di società di grande successo con una forte portata globale.
Secondo Khanna, è ancora difficile dire se questo modello sia sostenibile a lungo. Nei prossimi anni, la dinastia del fondatore dello Stato Lee Kuan Yew (1923-2015) sarà finalmente sostituita. Suo figlio Lee Hsien Loong guiderà il paese come capo di governo fino alle prossime elezioni del 2020.
Inoltre, nel caso di Singapore si può parlare solo in parte di una “co-determinazione” del popolo. La partecipazione civile esiste, ma finora ha solo carattere consultivo ed è quindi subordinata alla buona volontà della famiglia al potere.
Democrazia diretta in vero senso
Per questo motivo, Parag Khanna non rivendica solo un maggiore ancoraggio locale e la digitalizzazione della democrazia, ma anche diritti popolari più diretti, secondo il modello svizzero.
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“La democrazia rappresentativa, senza la possibilità di co-decidere tra un’elezione e l’altra, non è nient’altro che un modo rappresentativo di governare, come lo conosciamo in molti sistemi presidenziali”, afferma il politologo.
Khanna intravede tuttavia anche chiare somiglianze tra Singapore e la Svizzera. “A causa del suo modello di concordanza, che integra tutte le principali forze politiche, la Svizzera è molto più tecnocratica di quanto vorrebbe ammettere”, afferma Khanna. Un punto di vista interessante dall’esterno, che rischia di suscitare controversie in Svizzera.
Noia come continuità politica
Parag Khanna, con la sua richiesta di democrazie più dirette e con radici locali più forti, si considera un amico impegnato della democrazia. Ed è inoltre un grande sostenitore della “noia politica”. Ciò suona un po’ strano alle mie orecchie e gli chiedo quindi una spiegazione.
“In ultima analisi, drammi e tragedie nelle democrazie, come l’elezione di Donald Trump alla presidenza negli Stati Uniti, portano alla gente solo emozioni. È molto meglio se, come a Singapore e in Svizzera, le stesse forze politiche sono coinvolte a lungo nella responsabilità e, allo stesso tempo, mantengono quotidianamente uno scambio e un dialogo con i cittadini”.
Tour mondiale della democrazia
swissinfo.ch pubblica una serie di servizi multimediali prodotti dal giornalista svizzero-svedese Bruno Kaufmann nel corso del suo periplo mondiale sulla democrazia diretta, iniziato nell’autunno scorso.
Il tour mondiale della democrazia di Kaufmann è finanziato principalmente dalla Fondazione svizzera per la democraziaCollegamento esterno, di cui è direttore della cooperazione internazionale. Viene inoltre sostenuto da gruppi e progetti indipendenti, tra cui Democracy International, people2power.info, IRI Europe e Direct Democracy Navigator.
Traduzione di Armando Mombelli
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