«È rilevante solo quel che è comprensibile»
“Geschichte der Gegenwart” (Storia del presente), “Batz.ch”, “Avenue.jetzt” o “DeFacto”: le ricercatrici e i ricercatori svizzeri cercano di ritagliarsi un maggiore spazio nei dibattiti pubblici attraverso delle piattaforme online. Con articoli comprensibili anche ai comuni mortali. Il debutto è riuscito.
«DeFacto prova ciò che altri pensano»: un anno fa, con questo slogan sbarazzino, la piattaforma dedicata alla ricerca nell’ambito delle scienze politiche e sociali in Svizzera ha fatto il suo debutto in società. Il suo obiettivo: rendere la ricerca politologica accessibile al grande pubblico.
Questo contributo fa parte di #DearDemocracy, la piattaforma di swissinfo.ch sulla democrazia diretta.
«L’incanto spezzato della democrazia svizzera»; «Marea di iniziative? Sempre più politici nei comitati d’iniziativa»; «E-voting: ampio sostegno nonostante i dubbi sulla sicurezza»; «Distribuire regali dopo la partecipazione a un’assemblea comunale? Non è una buona idea»; «Le assemblee comunali sono ancora al passo con i tempi?»; «Musulmani in Europa: una minoranza che sa apprezzare la democrazia»: questa è una piccola scelta dei titoli degli articoli pubblicati durante l’ultimo anno.
La scelta dei titoli segnala la volontà di utilizzare una lingua comprensibile e dal taglio giornalistico invece di un gergo specialistico e di lunghe relativizzazioni. E il tutto nel formato accessibile di un articolo di giornale.
«Il nostro debutto è andato bene, abbiamo buone basi», dice Sarah Bütikofer, fondatrice e membro della redazione di DeFactoCollegamento esterno (di cui fanno parte quattro persone) stilando il bilancio del primo anno di attività.
Secondo la politologa e giornalista scientifica, DeFacto si rivolge innanzitutto ai cosiddetti “gatekeeper”. Si tratta in particolare di giornalisti. «Vogliamo rendere accessibili a tutti i risultati dalla ricerca. Funziona naturalmente molto meglio se i media tradizionali riprendono un tema e lo elaborano in modo adatto al loro pubblico», afferma Bütikofer.
I destinatari sono inoltre tutti coloro che si occupano per lavoro di politica e della sua analisi. Oltre ai politici, si tratti di membri dell’amministrazione, autorità e gruppi d’interesse. Ma anche politologhe e politologi ed esponenti di altre scienze sociali vicine alla politica.
I conti tornano. Neue Zürcher Zeitung, Tages-Anzeiger, Die Welt, Newsnet, Weltwoche, la radio svizzero-tedesca SRF e l’Agenzia telegrafica svizzera (ats): tutti questi media hanno già ripreso contenuti proposti da DeFacto. Sia nella forma originale, sia prendendoli come spunto per ricerche autonome.
Anche #DearDemocracy, la piattaforma di swissinfo.ch per la democrazia diretta, riprende contenuti di DeFacto. In particolare su temi quali il diritto internazionale, la democrazia locale e assembleare, il sistema “di milizia”.
Il concetto alla base di DeFacto prevede che gli autori aggiungano agli articoli un riquadro dove spiegano il metodo adottato per ottenere i risultati presentati. Per Bütikofer c’è anche un altro aspetto molto importante: la promozione delle nuove leve. Giovani all’inizio della propria carriera ottengono con DeFacto una piattaforma dove presentare i risultati delle proprie ricerche.
Era ora
Per Claude Longchamp, uno dei più noti ricercatori svizzeri nell’ambito delle scienze politiche, la cosa più notevole è che «DeFacto esista davvero». Gli economisti hanno scoperto già da tempo, con la piattaforma “Ökonomiestimme” (Voce dell’economia), questa forma di comunicazione gestita da esperti. Ora anche i politologi e gli storici (questi ultimi con la piattaforma “Geschichte der Gegenwart” citata all’inizio di questo articolo) si sono accodati.
Il fondatore ed ex direttore dell’istituto di ricerca gfs.bern apprezza in particolare gli articoli su progetti e risultati di ricerca attuali, che sono l’attività principale di DeFacto. Longchamp può immaginarsi anche che la piattaforma pubblichi «saggi ben fatti su temi emergenti», ma per far questo occorrono ricercatrici e ricercatori di grande esperienza.
Mettendo al centro la leggibilità, DeFacto determina secondo Longchamp una piccola mutazione culturale. «È rilevante solo quel che è pubblicato in tempo ed è comprensibile per i media», dice.
Il debutto di DeFacto è avvenuto volutamente in concomitanza con le elezioni parlamentari dell’ottobre 2015. «In questo modo la presenza mediale è stata da subito molto alta. Oggi DeFacto è tenuto in considerazione, anche se non ovunque allo stesso modo. La piattaforma è così diventata parte dei media che partecipano alla formazione dell’opinione politica».
Network personali più importanti dei media
Longchamp dubita però che DeFacto possa influire sui processi decisionali. «Per farlo dovrebbe evolversi maggiormente in direzione di un think tank e fare lobbying, così come fa per esempio foraus nell’ambito della politica estera».
L’attenzione di DeFacto per i media è sicuramente l’alfa, dice Longchamp. «Ma c’è ancora un lungo cammino per arrivare all’omega». Il politologo non considera i media i veicoli principali per rendere più rilevante la ricerca agli occhi dell’opinione pubblica. Longchamp ritiene più importanti le reti di relazione personali nel mondo politico ed economico e la comunicazione. «I compagni di studio di un tempo, non più attivi nella ricerca, sono potenzialmente sempre ancora gli utenti potenziali più interessati e competenti», dice convinto.
In concreto i politologi dovrebbero rafforzare i propri legami con l’economia e l’amministrazione. «I rappresentanti di discipline come le relazioni internazionali e le scienze dell’amministrazione sono da questo punto di vista sicuramente più avanti».
«DeFacto prova ciò che altri pensano»
Inizia le attività nell’ottobre 2015.
Obiettivo: «Portare a conoscenza di un pubblico interessato i risultati della ricerca universitaria e il parere degli esperti nell’ambito delle scienze politiche e sociali».
Durante il primo anno di attività sono stati pubblicati 140 articoli, in grande maggioranza in tedesco, ma in alcuni casi anche in francese e italiano.
Obiettivo per il 2017: incrementare il numero di lettori e l’influenza.
Redazione: Sarah Bütikofer (fondatrice, politologa e giornalista scientifica), Georg Lutz e Fabrizio Gilardi (professori nelle università di Losanna e Zurigo, a cui DeFacto è collegata).
La qualità dei testi pubblicati è garantita da un comitato editoriale di cui fanno parte rappresentanti dei più importanti istituti di scienze politiche delle università svizzere.
Il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS) assicura un finanziamento di 180’000 franchi per i primi due anni di attività.
In futuro il progetto potrebbe essere sostenuto dall’Associazione svizzera di scienze politiche. Ne fanno parte circa 600 ricercatori affiliati a una dozzina di istituti di scienze politiche in tutta la Svizzera.
Traduzione dal tedesco di Andrea Tognina
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