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Quando un giornalista rifiuta di essere l’addetto stampa di un oligarca

L'Ucraina ha attirato l'attenzione del mondo intero quando è finita nel mirino poco amichevole del suo vicino orientale, la Russia. All'interno del Paese, nel frattempo, un altro conflitto infuria attorno alla libertà d'espressione, come spiega da Kiev il giornalista che ha partecipato alla nostra serie "Voci di libertà dal mondo".

Incontriamo il giornalista Dylan Carter nel cuore della capitale ucraina, Kiev. Siamo all’esterno della sede del Kyiv Post, uno dei più vecchi e affermati giornali in lingua inglese dell’Europa orientale.

“Siamo osservati da vicino”, dice Carter. Il 24enne è originario di Sheffield, in Irlanda del Nord, ma lavora da qualche anno in Ucraina come giornalista economico. In effetti, da dietro le finestre dell’alto palazzo, diversi occhi ci seguono mentre conversiamo. “Qualche giorno fa, io e gli altri giornalisti siamo stati messi alla porta dopo che il nostro proprietario Adnan Kivan, un oligarca miliardario di Odessa, ne ha avuto abbastanza del nostro giornalismo professionale”, dice Carter.

L’8 novembre, il caporedattore Brian Bonner ha detto ai 50 membri dello staff che erano stati licenziati, un fatto che ha provocato forti reazioni all’interno e all’esterno del Paese.

L’Ucraina, che sta cercando di sviluppare una società civile e una democrazia partecipativa più forti, potrebbe trarre grandi benefici da una stampa libera e indipendente. Quest’anno, il parlamento ha approvato una nuova legge che regolamenta la democrazia diretta – riforme che saranno anche al centro della Ukraine Reform ConferenceCollegamento esterno che si terrà a Lugano il prossimo anno.

Tuttavia, non ci sarà più un fornitore di giornalismo indipendente in lingua inglese in Ucraina. “Il Kyiv Post è stato rilanciato, ma come ufficio stampa del padrone del giornale”, dice Carter.

La serie “Voci di libertà dal mondo” continuerà ad arricchirsi di contributi anche nel 2022. Continuate a seguirci!

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