Un’innovazione democratica sbarca nel comune svizzero di Sion
Accrescere il proprio patrimonio democratico, sperimentando un modello partecipativo creato in Oregon: il comune di Sion fa da precursore, nell'ambito di un progetto del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica. Esso coinvolgerà cittadini, estratti a sorte.
C’è posta speciale per 2’000 persone, in questi giorni a SionCollegamento esterno: sono invitate a prendere parte al progettoCollegamento esterno, che porterà alla formazione di un “panel di cittadini”, incaricato di elaborare un rapporto su un quesito sottoposto a votazione federale il 9 febbraio 2020. I lavori del panel dureranno quattro giorni e si svolgeranno nel mese di novembre.
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“Con questo esercizio si riscopre il vero valore della democrazia, che a volte si tende a dimenticare, ossia quello dell’uguaglianza delle cittadine e dei cittadini. Si tende infatti a dire che la politica è troppo complessa, quindi è meglio che se ne occupino i politici”, afferma Nenad StojanovićCollegamento esterno, professore all’università di Ginevra, che dirige il progetto di ricerca.
Invece, includendole nel processo di formazione di opinione su un tema in votazione popolare, “quelle persone, durante le quattro giornate, impareranno non solo qualcosa su una materia complessa, ma anche il fatto che i cittadini comuni hanno le capacità di comprendere quella materia complessa, di farsi una loro opinione”.
Il progetto è ispirato alla “Citizens’ Initiative Review” (CIRCollegamento esterno) – letteralmente “Valutazione d’iniziativa da parte dei cittadini” – introdotta in Oregon nel 2010.
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I 2’000 cittadini che ricevono l’invito in questi giorni sono stati estratti a sorte tra i quasi 21mila iscritti nel catalogo elettorale di Sion, spiega il politologo. Tutte le operazioni sono state effettuate dalle autorità comunali, che garantiscono la protezione dei dati, precisa.
Chi è interessato a partecipare dovrà annunciarsi entro l’inizio di settembre. In base ad esperienze analoghe in altri Stati, Nenad Stojanović e i suoi collaboratori contano su un’adesione pari a circa il 10% delle persone invitate.
“Questo sarebbe il nostro obiettivo. Ma trattandosi di una prima assoluta dell’uso di questo strumento in Svizzera, sono aperte tutte le ipotesi”, commenta il ricercatore, osservando che il contesto elvetico è diverso da quello dell’Oregon e dunque è difficile prevedere come reagiranno i cittadini.
La soglia minima calcolata dai ricercatori per poter procedere alla selezione finale è di un centinaio di persone. “Se si annunciassero cinquanta persone sarebbe un problema: dovremmo rilanciare e fare un altro sorteggio”, indica il politologo.
Un microcosmo rappresentativo
Se l’obiettivo numerico sarà raggiunto, si passerà al sorteggio finale dei venti componenti del “panel di cittadini”. Anche in questa fase la campionatura sarà casuale, ma stratificata secondo il genere, l’età, l’orientamento politico, il livello di formazione e la frequenza di partecipazione alle votazioni. “In questo modo si avrà un gruppo di persone che corrisponderà a un microcosmo rappresentativo del corpo elettorale di Sion”, spiega Nenad Stojanović.
Quei venti cittadini si riuniranno durante due week-end di novembre per informarsi, discutere con degli esperti e tra loro, deliberare. Alla fine, stileranno un rapporto di una pagina, in cui riassumeranno la posta in gioco, esporranno gli argomenti principali a favore e quelli contro l’oggetto in questione e le loro conclusioni. Nel documento figurerà anche il risultato della votazione interna del panel. Il rapporto sarà spedito a tutto l’elettorato di Sion all’inizio di gennaio, più o meno parallelamente alla scheda di voto e all’opuscolo ufficiale con le spiegazioni del Consiglio federale.
Per ora, non si conoscono ancora i temi in votazione federale il 9 febbraio, poiché il governo svizzero li fissa circa quattro mesi prima. Probabilmente lo farà nella seduta del 9 ottobre. Durante l’attesa i ricercatori e le autorità di Sion affineranno i preparativi.
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Un corso di civica sul campo
Il progetto scientifico comporta in seguito la verifica dell’impatto. In Oregon la CIR ha un effetto importante sull’informazione e la mobilitazione dell’elettorato, che ha più fiducia nella valutazione del panel di cittadini che nelle considerazioni contenute nell’opuscolo ufficiale.
Non è però detto che nel contesto elvetico succeda lo stesso, premette Nenad Stojanović. Egli è comunque ottimista. “Non bisogna dimenticare che in media in Svizzera vota meno della metà degli aventi diritto. Cosa ne è dell’altra metà?”
Secondo il professore, non è escluso che tra gli astenuti vi siano cittadini che “non hanno fiducia nelle élite – che sono quelle che forniscono le informazioni nell’opuscolo ufficiale – ma che potrebbero fidarsi di persone comuni come loro. Inoltre, ci sono anche cittadini che trovano la politica troppo complessa e non hanno tempo di leggere un opuscolo intero, ma che forse leggerebbero una pagina frutto di un processo serio e oggettivo, scritta in un linguaggio accessibile a tutti”.
Da non sottovalutare neppure il fatto che per i membri del panel sarebbe una lezione di civica sul campo e benché siano solo venti persone, “c’è l’effetto moltiplicatore: ognuna parla ai familiari, agli amici, ai colleghi”.
Una volontà politica di attivare i cittadini
A Sion il terreno sembra fertile per coltivare il dialogo democratico e l’inclusione cittadina. Il municipio del capoluogo vallesano ha infatti iscritto l’obiettivo di integrare gli abitanti e sviluppare la partecipazione cittadina alle decisioni politiche comunali nel suo Programma di legislatura 2017-2020Collegamento esterno ed ha agito di conseguenza. Tra gli sforzi più recenti compiuti dall’esecutivo per instaurare più prossimità con la popolazione, figurano l’organizzazione di Incontri cittadiniCollegamento esterno e la creazione di un Laboratorio del vivere insiemeCollegamento esterno.
“L’interesse per una maggiore partecipazione della cittadinanza nell’esercizio della democrazia è d’altronde proprio uno dei criteri nella selezione dei comuni che entravano in linea di conto per sperimentare il modello dell’Oregon”, ci dice Nenad Stojanović. Le altre caratteristiche erano: una popolazione attorno ai 30mila abitanti, un certo equilibrio dei partiti politici, rappresentativo anche della composizione partitica delle istituzioni federali e della proporzione di popolazione straniera.
I ricercatori hanno quindi contattato una serie di comuni che corrispondevano a quel profilo. Sion è stato quello che ha accolto più rapidamente l’invito. Il capoluogo vallesano è il primo, ma non sarà l’ultimo: “come minimo vogliamo fare questa esperienza con due comuni”, anticipa il direttore del progetto.
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