È forse una conseguenza della sconfitta alle urne dell’iniziativa per l’attuazione dell’espulsione degli stranieri? Lo stratega dell’Unione democratica di centro (UDC) Christoph Blocher chiede al suo partito di mettere un freno alle iniziative popolari. La destra conservatrice deve risparmiare le forze per lottare contro il previsto accordo quadro tra la Svizzera e l’Unione europea, come pure per sostenere l’iniziativa “Diritto svizzero anziché giudici stranieri”.
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Studi in scienze politiche e storia all'Università di Berna. Esperienze presso Reuters, Der Bund, Berner Zeitung e Radio Förderband. Interessato alla pratica della moderna democrazia diretta svizzera in tutte le sue sfaccettature. Sempre al centro: il cittadino.
I toni del vicepresidente dell’UDC ed ex consigliere federale sono cambiati. «Dobbiamo fare attenzione a non lanciare iniziative popolari ogniqualvolta c’è qualcosa che non ci soddisfa», ha affermato Christoph Blocher al quotidiano svizzero tedesco Tages-Anzeiger (nell’edizione del 1. marzo 2016). Le sue dichiarazioni sono giunte due giorni dopo la sconfitta alle urne dell’iniziativa per l’attuazione.
L’iniziativa è uno strumento dell’opposizione, ha detto. Dal dicembre scorso, l’UDC dispone però di due ministri nel governo svizzero. Il partito deve quindi «utilizzare la sua forza a livello del Consiglio federale e del parlamento», secondo Christoph Blocher.
Per lo stratega dell’UDC, le iniziative popolari per la reintroduzione dei controlli alle frontiere e per il divieto di dissimulare il viso in pubblico sono delle spine nel fianco. La prima verrà lanciata dall’Associazione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI), molto vicina all’UDC. La seconda, che mira a un divieto del burqa e del niqab, è frutto del comitato di Egerkingen, in cui figurano membri della destra conservatrice.
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Traduzione dal tedesco di Luigi Jorio
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