Il villaggio che si è rifiutato due volte di proteggersi dalle alluvioni
Uerkheim, un villaggio dell‘altopiano svizzero, è spesso vittima di alluvioni. Per due volte i cittadini hanno deciso di adottare misure di protezione. E per due volte hanno modificato a posteriori la loro decisione. Finché è arrivata la peggiore alluvione nella storia del villaggio.
La sottile linea rossa ricorda le dimensioni della catastrofe. Dipinta sull‘intonaco ruvido della piccola bottega di alimentari, indica l‘altezza raggiunta dall‘acqua del torrente Uerke nell‘estate 2017: 1,87 metri sopra il livello abituale.
In luglio il torrente si è gonfiato al punto da provocare la più grande inondazione nella storia del villaggio.
Silenzio (I)
All‘interno del negozio si sente il ronzio di un apparecchio che asciuga il pavimento di cemento, fresco di gettata. Sugli scaffali non ci sono più prodotti alimentari. Per trovarli bisogna andare pochi passi più avanti, in una baracca da cantiere bianca. Una soluzione temporanea.
La donna che gestisce la bottega insieme a suo marito scuote la testa. Non vuole più parlare con i giornalisti. Negli ultimi mesi ha dovuto rispondere troppe volte alle domande di giornali, radio, televisione. Perché quel che è successo a Uerkheim non è stata solo una grande catastrofe naturale. È stata anche la prova di quanto possa essere intricata la democrazia diretta.
Altri sviluppi
Alluvioni a Uerkheim
Preavviso
UerkheimCollegamento esterno, un villaggio del canton Argovia di circa 1’300 abitanti, combatte da molti anni contro le alluvioni. Nel 2012 è investito da un‘ondata di maltempo che allaga cantine e parcheggi.
Poco dopo il comune si riunisce con rappresentanti del genio civile cantonale per adottare misure di protezione contro le alluvioni. I ponti di cemento sul torrente dovrebbero essere alzati, per impedire che in caso di alluvione rami e pietre intralcino il deflusso dell‘acqua.
I cittadini del comune approvano di misura in assemblea il credito necessario di 635‘000 franchi. Complessivamente il progetto costa molto di più, vale a dire 2,5 milioni di franchi. Ai costi per le misure di protezione dalle alluvioni devono però partecipare anche il cantone e la Confederazione. Quest‘ultima copre un terzo delle spese. Gli altri due terzi sono suddivisi tra cantone (60%) e comune (40%)
Respinto alle urne (I)
Ciononostante il progetto dà fastidio a molti abitanti del villaggio, che lo ritengono troppo caro. Inoltre secondo gli oppositori sarebbe insufficiente a garantire la protezione di tutto l‘abitato. Lanciano quindi un referendum. Il progetto è sottoposto al responso delle urne e viene respinto da una netta maggioranza dei votanti: 362 no contro 134 sì. La partecipazione al voto è del 50%.
Le autorità comunali elaborano dunque un nuovo progetto in collaborazione con il cantone. Nell’estate del 2015 presentano all’assemblea comunale un ampio progetto per la protezione contro le alluvioni. Sono previsti 40 interventi edilizi per un costo complessivo di 5,8 milioni di franchi. Il contributo del comune sarebbe di 1,5 milioni di franchi.
Respinto alle urne (II)
La storia si ripete: l’assemblea dà luce verde e di nuovo viene lanciato un referendum contro la decisione. E il progetto è nuovamente respinto alle urne.
Com’è potuto succedere? Ancora mesi dopo si brancola nel buio. «Non me lo posso spiegare. Probabilmente per molti il progetto era troppo caro», afferma il sindaco Markus Gabriel. Le malelingue dicono che gli abitanti di Uerkheim temono più un aumento delle tasse di un aumento del livello del fiume.
Silenzio (II)
Interpellati per strada, gli abitanti del villaggio non vogliono esprimersi. Anche Peter Leuenberger, l’iniziatore del referendum, fa sapere per SMS che non vuole più parlare dell’argomento.
«Sì, è stato frustrante», ricorda Markus Gabriel. «Ma il popolo ha deciso. Non possiamo farci niente». E il sindaco aggiunge: «All’epoca dicevo sempre che la questione non era se ci sarebbe stata un’alluvione. La questione era quando sarebbe arrivata». La risposta non si è fatta attendere.
80 milioni di franchi
Per settimane la canicola grava non solo sulla valle ma anche sul resto della Svizzera. L’8 luglio 2017, un sabato pomeriggio, il cielo a ovest diventa nero come la pece. Poco dopo inizia a cadere una pioggia torrenziale. Raffiche di vento spazzano la valle, il cielo scarica granelli di grandine grossi come ciliege.
Il piccolo e placido torrente Uerke si gonfia in fretta, deborda dagli argini di cemento e trasforma la strada principale in un fiume in piena. La corrente sfonda le recinzioni, trascina con sé delle automobili, abbatte un ponte. Un lettore scrive nel quotidiano popolare Blick: «L’intero villaggio di Uerkheim è sott’acqua. Attorno al municipio non possono più circolare automobili».
Per fortuna non si contano vittime. I danni sono però ingenti: automobili, garage, cantine, lavatrici, impianti di riscaldamento e tanti oggetti insostituibili perché legati a ricordi personali. A Uerkheim e negli altri quattro comuni argoviesi della valle colpiti dal maltempo il costo dei danneggiamenti ammonta a 80 milioni di franchi.
Nel villaggio si conoscono tutti. Amici, parenti, colleghi, vicini: tutti hanno relazioni con qualcuno il cui terreno è stato inondato. Il sindaco Markus Gabriel aiuta suo padre a liberare la cantina dall’acqua. Pompieri e protezione civile sono in servizio permanente.
Il suo supplente in municipio, proprietario di un’autofficina vicino all’Uerke, è tra le persone più colpite. I danni sono tali che più tardi dovrà far abbattere due edifici.
Violenza primigenia
Tre mesi dopo Markus Gabriel sta su uno dei ponti di cemento, l’Uerke scorre tranquillo pochi metri più in basso. È difficile immaginarsi che ancora poco tempo fa il placido rigagnolo potesse provocare tali danni. «Le stime parlano di 45 metri cubi», dice il sindaco. Vale a dire che il torrente trasportava attraverso il villaggio 45 metri cubi di acqua – al secondo. Il progetto di protezione di Uerkheim si basava sull’ipotesi di 18 metri cubi al secondo.
Markus Gabriel dice: «Sarebbe servito a qualcosa. Avremmo però avuto lo stesso un’alluvione». È quanto conferma anche Markus Zumsteg, responsabile per le opere idrauliche del canton Argovia. «L’alluvione dell’8 luglio è stata molto più grande di quella ipotizzata dal progetto del 2015».
Dopo l’alluvione, prima dell’alluvione
Ora gli esperti del cantone stanno analizzando i dati sull’evento, per capire come si è verificato, quali erano le dimensioni del deflusso, come va considerato dal punto di vista statistico. Tutte informazioni che dovranno servire da base per il prossimo progetto di protezione. Markus Zumsteg dice: «Sono convinto che oggi – dopo l’8 luglio – la popolazione abbia un’opinione diversa sulla necessità di un progetto».
Il nuovo progetto in ogni caso non sarà più difeso dal sindaco Markus Gabriel. In primavera aveva detto di volersi ricandidare. Ma dopo l’alluvione ha cambiato idea: «Non ho argomenti nuovi per fa passare il progetto».
Presentare per la terza volta gli stessi argomenti e magari fallire di nuovo: Gabriel lo vuole evitare. L’alluvione ha chiesto un tributo: dopo 24 anni in municipio, Markus Gabriel ha dato le dimissioni per la fine dell’anno.
Traduzione dal tedesco di Andrea Tognina
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