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Democrazia diretta: le città come esempio per gli Stati

Rednerpult am Demokratieforum in Taiwan
I fondatori della Lega internazionale delle città democratiche durante la firma della Magna Carta a Taipeh. Rednerpult am Demokratieforum in Taiwan

Nella capitale di Taiwan, Taipei, un gruppo di attivisti, esperti e politici di diversi paesi hanno lanciato la Lega internazionale delle città democratiche. Vi partecipano un’ottantina di città di tutto il mondo, tra cui Berna.

Portare la democrazia ai cittadini, affinché possano avere voce in capitolo per risolvere i problemi che li riguardano direttamente nella vita di tutti i giorni: questo l’obbiettivo della nuova rete delle città, che consentirà a politici, specialisti e attivisti di scambiarsi delle idee.

L’iniziativa è stata lanciata nel corso dell’ottavo Forum mondiale per la democrazia, che si è tenuto a Taichung e Taipei all’inizio di ottobre. Oltre a Berna, Taipei e Taichung, tra le città fondatrici figurano la capitale finlandese Helsinki, Brno (Cechia), Metz (Francia), Città del Messico, Tunisi, Anyang (Corea del Sud) e Kashiwa (Giappone).

Focus su Taiwan

Quest’autunno, swissinfo.ch pone un piccolo accento su Taiwan. Il punto di partenza è un progetto di scambio con i colleghi giornalisti di Taiwan e il Forum mondiale per la democrazia 2019, che si è svolto dal 2 al 5 ottobre a Taichung e Taipei.

Il Forum mondiale si svolgerà a Berna nel 2020. La capitale svizzera è stata rappresentata all’evento fondatore della Lega internazionale delle città democratiche da Regula Buchmüller.

La lega delle città si è dotata di una Magna Carta di 20 punti, che servono da base per orientare le città nei loro sforzi volti a dare più voce in capitolo ai loro abitanti. Ciò significa condividere il potere e le competenze decisionali con i cittadini.

Iniziativa non vincolante

Le città non si sono impegnate ad attuare tutti i 20 punti, ha indicato a Taipei lo svizzero Bruno Kaufmann, tra i promotori di questa iniziativa con l’americano Joe Mathews. Durante i lavori di fondazione della lega, sindaci, rappresentanti della città e specialisti hanno dato una visione d’insieme dei diversi campi, strumenti e formati della democrazia urbana dei cittadini.

Uno dei punti focali delle discussioni è stato il budget dei cittadini, uno degli elementi fondamentali per attuare la democrazia diretta nelle città. A Taiwan vi è un ampio spettro di misure di attuazione, come hanno mostrato alcuni rappresentanti locali. Si va dalla progettazione di uno spazio giochi per bambini nel parco cittadino alla stesura del piano di bilancio annuale del sistema sanitario statale.

Limiti al coinvolgimento dei cittadini

“I budget dei cittadini aprono spesso le porte ad una democrazia più partecipativa”, ha dichiarato Dun-Yuan Chen, professore di amministrazione pubblica alla Chengchi National University di Taipei. “Soprattutto di fronte a compiti complessi, come la partecipazione al piano di bilancio annuale per il nostro sistema sanitario pubblico, i cittadini hanno bisogno di sostegni. Questo è l’unico modo per permettere loro di partecipare al gruppo di esperti”.

Karte mit Taiwan, China und Hong Kong
Kai Reusser / swissinfo.ch

Ricevono quindi una formazione in anticipo, che contribuisce a ridurre in qualche modo l’asimmetria esistente nelle conoscenze degli esperti in seno al comitato misto. Chen considera in ogni modo importante il coinvolgimento dei cittadini, soprattutto su argomenti complessi. “Questo è l’unico modo per ottenere una reale partecipazione e un sostegno democratico alle decisioni invece di usare la democrazia come una foglia di fico”.

Oltre alla complessità dei contenuti, sono emersi anche altri limiti. Un responsabile dell’amministrazione comunale di Taipei ha elogiato il budget dei cittadini, che consente ai cittadini di partecipare all’impiego delle risorse disponibili nel quadro del budget della città.

Il funzionario ha dovuto ammettere che la somma non è “ancora molto grande”: meno di un milione di dollari di Taiwan, ossia l’equivalente di 30’000 franchi svizzeri. In considerazione dei circa 2,7 milioni di abitanti, vi è ancora molto margine di miglioramento nella capitale. Inoltre, i cittadini di Taipei possono fare solo proposte di progetto. In ultima analisi, spetta alle autorità decidere cosa deve essere attuato.

Bambini al potere

Interrogato dal pubblico sul più bel esempio di democrazia cittadina, il funzionario ha menzionato l’iniziativa lanciata da un gruppo di madri per creare il miglior parco giochi per bambini. La città ha incorporato le proposte delle madri nella sua politica ufficiale. Oggi c’è un servizio dell’autorità cittadina che si occupa di spazi verdi a misura di bambino e di parchi giochi”.

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Il copromotore della lega delle città Joe Mathews ha citato un esempio in California, dove è stato fatto un ulteriore passo avanti. “Lo Stato ha deciso di rinnovare i parchi giochi pubblici. Per fare questo, le autorità hanno invitato tutti i bambini, offrendo loro la possibilità di votare su tre diversi concetti”, ha spiegato Mathews. Che si tratti di luoghi pubblici, attività di quartiere, cultura e via dicendo: la California ha esteso la democrazia diretta a tutti i settori della vita. 

La democrazia diretta ripristina la fiducia

La soluzione a livello locale di problemi quotidiani immediati costituisce la base ideale per processi partecipativi in cui sono coinvolti i cittadini, ha dichiarato Caroline Vernaillen, rappresentante di Democracy International, un’organizzazione non governativa che ha co-organizzato il Forum.

Da un lato, le esperienze acquisite potrebbero ispirare il rafforzamento della partecipazione diretta a livelli più elevati. D’altro canto, con programmi partecipativi, le città potrebbero contribuire a riconquistare la fiducia dei cittadini nella politica, nei media e nella democrazia.

Ancora oggi, però, la democrazia cittadina è ben lungi dall’essere accolta a braccia aperte dai politici e dalle autorità delle città di tutto il mondo. “La politica partecipativa richiede uno sforzo da parte della politica e delle autorità”, ha sottolineato Yun-Hsiang Su, professore di diritto all’Università nazionale di Taipei.

La dichiarazione di Su è chiara: di solito, i politici e i funzionari non amano condividere volontariamente il loro potere con i cittadini. Salvo per le elezioni, i cittadini dovrebbero lasciare deliberatamente la politica a loro, cioè ai professionisti.

Traduzione di Armando Mombelli

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