Una galleria che arriva fino al mare
La caduta dell'ultimo diaframma della galleria di base del San Gottardo è stata festeggiata con un evento speciale anche a Genova, destinazione finale del corridoio che parte da Rotterdam per raggiungere il Mediterraneo.
Si parte addirittura dallo spazio. Inaugurando il convegno Crocevia, Luciano Ricci – dirigente di ABB in Italia – ha scelto di accostare la famosa frase pronunciata da Neil Armstrong il 21 luglio 1969 mettendo piede sulla superficie lunare – «un piccolo passo per l’uomo, ma un grande balzo per l’umanità – alla caduta dei pochi metri di roccia restanti: «un grande dono offerto dalla Svizzera e un passo avanti per tutto il continente».
La giornata genovese – organizzata dall’Ufficio federale dei trasporti, in collaborazione con Presenza svizzera, le rappresentanze elvetiche in Italia e sponsor privati – è stata voluta per sottolineare l’importanza nelle nuove trasversali ferroviarie nell’ottica del Corridoio 24, quello che le merci seguono per spostarsi dal Mare del Nord fino alla città ligure.
Senza dimenticare un dato storico interessante: la prima galleria sotto il San Gottardo – inaugurata nel 1882 – fu pagata nella misura del 42% da parte dell’Italia, con un considerevole contributo genovese.
La Svizzera si faccia sentire
Durante la mattinata, diversi rappresentanti italiani e svizzeri hanno riflettuto sul significato dell’avvenimento e sulle sfide future. A questo proposito, Luigi Merlo – presidente dell’autorità portuale di Genova – ha evidenziato che la data d’entrata in funzione della galleria di base del San Gottardo (2017 o forse 2016) dovrebbe coincidere con importanti interventi di potenziamento del porto genovese, dell’ordine di 800 milioni di euro.
A suo parere, per sfruttare appieno queste opportunità è fondamentale che la nuova galleria sia dovutamente completata, in particolare mediante le opere in Lombardia e il Terzo valico, ovvero il collegamento ad alta velocità tra il porto di Genova e la rete padana. Anche perché «Genova sta diventando sempre di più uno snodo fondamentale verso i porti africani, segnatamente in Tunisia e Marocco. Un’occasione da non perdere, contiamo sulla Svizzera come stimolo all’Italia per fare il necessario!».
Un auspicio ribadito da altri oratori. Nel suo critico intervento, Marco Terranova – responsabile di FFS Cargo Italia – ha dichiarato che «c’è molto da imparare, e sarebbe bene che lo facessimo in fretta», prima di esortare la Confederazione «a non usare toni svizzeri, ma a picchiare i pugni per farsi sentire a Roma».
Bernardino Regazzoni, ambasciatore elvetico a Roma, resta però fiducioso: «La cooperazione tra l’Italia e la Svizzera per la realizzazione degli allacciamenti è già attiva da un decennio. Inoltre, recentemente il ministro ed il viceministro italiano dei trasporti ci hanno garantito che l’Italia farà la sua parte. Ovviamente non si tratta della soluzione, ma sono comunque segnali forti».
Raffiche di complimenti
Ovviamente, gli elogi alla Svizzera si sono sprecati. Sempre Marco Terranova – per esempio – ha evidenziato l’enorme difficoltà tecnica di «rendere piatto un paese di saliscendi», illustrando i vantaggi in fatto di tempi e soldi: «Per trasportare i medesimi carichi saranno necessarie meno locomotive di quelle che occorrono oggi per superare le gallerie elicoidali».
Meno tecnico il commento del deputato – residente in Svizzera – Franco Narducci, vicepresidente della Commissione affari esteri della Camera: «Anche nella Confederazione – in passato – vi sono stati dibattiti laceranti in merito alle Nuove trasversali ferroviarie alpine, ma poi ha prevalso la coesione nazionale e quindi la decisione di costruire anche la galleria del Lötschberg».
Non è mancata nemmeno una voce dal nord, infatti il console olandese a Milano Johan Kramer ha salutato un’opera che avvicina i due mari, ricordando che pure il suo paese ha voluto un collegamento merci su rotaia da Rotterdam fino al confine tedesco.
Spazio alle emozioni
Terminata la parte più… riflessiva, ci si è poi spostati a pochi passi da Palazzo San Giorgio, all’interno del grande cubo – realizzato con container da trasporto merci – allestito per l’occasione in Piazza Caricamento, vicino al mare.
La costruzione è quindi diventata una sorta di strana sala cinematografica, dove seguire in diretta televisiva la tanto attesa caduta dell’ultimo pezzo di roccia. Quando il collegamento viene attivato, scatta la magia. Silenzio e occhi puntati sullo schermo: nel cubo entrano anche alcuni bambini, ipnotizzati a loro volta dalla fresatrice.
Momenti di commozione quando vengono letti i nomi dei minatori caduti durante i lavori, tra cui vi sono connazionali dei presenti. E poi l’applauso scrosciante, quando finalmente il minatore Hubert Bär passa “dall’altra parte” con la statua di Santa Barbara.
La considerazione conclusiva è quella del sindaco di Genova, Marta Vincenzi. «Nel corso della medesima settimana abbiamo visto il peggio e il meglio. Martedì, le violenze a margine di Italia-Serbia, segno che l’Europa dei popoli è purtroppo ancora lungi dall’essere una realtà. Oggi si celebra invece un grande momento simbolico, a immagine dei lavoratori di tutte le nazioni presenti sul cantiere di un’opera che vuole unire il continente e far crollare le barriere psicologiche e culturali».
1947: Il basilese Carl Eduard Gruner lancia l’idea di un tunnel di base sotto il San Gottardo.
1962: Primo progetto per un tunnel tra Amsteg e Giornico.
1971: Il governo incarica le Ferrovie federali svizzere (FFS) di elaborare un progetto, che sarà presentato nel 1975.
1990: Il governo propone la realizzazione della cosiddetta «variante a rete» che prevede la costruzione dei tunnel di base del Lötschberg e del San Gottardo.
1992: Referendum. I cittadini svizzeri approvano con il 63,6% di sì la Nuova ferrovia transalpina (NFTA) con i due tunnel di base.
1994: I cittadini approvano con il 52% di sì l’Iniziativa delle Alpi per il trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia.
1998: Popolo e parlamento approvano il programma di finanziamento del progetto. Le FFS fondano l’azienda committente Alptransit San Gottardo SA.
1999: Dopo i sondaggi effettuati negli anni precedenti, cominciano sia al San Gottardo che al Lötschberg i lavori di scavo veri e propri.
2007: Apertura del Lötschberg (34,6 km).
2010: il 15 ottobre cade il diaframma principale del tunnel di base del San Gottardo (57 km).
2017: Data prevista per l’apertura al traffico della galleria del San Gottardo.
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