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“Condizionato”, ovvero il reddito di base alla finlandese

Il primo ministro Juha Sipilä punta su un reddito di base, vincolato a precise condizioni, per abbassare il tasso di disoccupazione in Finlandia. L'introduzione è prevista, in via sperimentale per due anni, nel 2017. Reuters

L'elettorato svizzero si pronuncia il 5 giugno sulla proposta di introdurre un "reddito di base incondizionato". La Finlandia ha già deciso: ha optato per un reddito di base soggetto a condizioni e volto a riformare lo stato sociale.

Due paesi, due vie, ma anche paralleli interessanti. In Svizzera, i cittadini devono ancora decidere, entro il 5 giugno a mezzogiorno, se il principio di un “reddito di base incondizionatoCollegamento esterno” debba essere sancito nella Costituzione. I sondaggi indicano che la maggioranza dei votanti lo respingerà.

In Finlandia, invece, dove una proposta popolare simile anni fa era fallita già nella fase della raccolta delle firme, l’idea di un reddito di base sarà concretizzata nei prossimi anni. Lo ha deciso una chiara maggioranza del parlamento dominato dal centro-destra.

Le somiglianze sono interessanti: sia in Svizzera sia in Finlandia c’è un solido stato sociale. In entrambi i paesi vi è carenza di personale in alcuni rami professionali, mentre al contempo diverse grosse fasce della popolazione in età lavorativa sono escluse dal mercato del lavoro. E in ambedue i paesi europei, considerate le tendenze demografiche, ossia l’invecchiamento della popolazione, c’è il rischio di non più riuscire a tenere sotto controllo i costi dei sistemi di sicurezza sociale.

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Oltre 500 iniziative popolari finlandesi

Tra i due paesi si possono tracciare paralleli anche nel campo dei diritti popolari, tramite i quali i cittadini possono intervenire direttamente nelle decisioni politiche del paese: in Svizzera, l’iniziativa popolare federale quest’anno celebra il 125° anniversario, mentre i finlandesi dispongono di uno strumento analogo da poco più di cinque anni.

Tuttavia, il diritto d’iniziativa popolare dei finlandesi non è basato sul modello vincolante svizzero, ma su quello europeo della cosiddetta mozione popolare. In Finlandia, chi riesce a raccogliere almeno 50mila firme entro sei mesi, sottopone la proposta all’esame del parlamento nazionale a Helsinki, l’Eduskunta. Spetta poi a quest’ultimo ultimo decidere se lanciare il processo legislativo, che porterà poi a disposizioni vincolanti.

A differenza della Svizzera, dove le firme devono tuttora essere raccolte esclusivamente su carta, in Finlandia i promotori di iniziative dispongono di una piattaforma elettronicaCollegamento esterno su internet. Chi vuole firmare, utilizza l’accesso e-banking. 

Sulle oltre 500 iniziative popolari finlandesi lanciate finora, quella che ha ottenuto il maggior successo chiedeva una nuova legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso: nell’estate 2013, in pochi giorni ha raccolto più di 160mila firme. Il parlamento vi ha dato seguito un anno dopo.

Decisamente molto meno successo ha invece riscontrato la proposta di introdurre un reddito di base: nel 2013 non ha neanche ottenuto mille firme, mentre un’analoga iniziativa dei cittadini a livello europeo ne ha raccolto più di 50mila.

Reddito di base “condizionato”

Ciò nonostante, l’ex parlamentare finlandese e imprenditore Juha Sipilä ha preso la palla al balzo. Dopo la vittoria elettorale del suo Partito di centro finlandese, nell’aprile 2015, il neoeletto primo ministro Sipilä ha proposto di introdurre un reddito di base a titolo di prova. Ed è quanto si farà, probabilmente nel 2017. L’esperimentoCollegamento esterno per cominciare sarà limitato a due anni.

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Il reddito di base finlandese si differenzia da quello proposto in Svizzera non solo per la via democratica seguita. Il modello previsto in Finlandia non è “incondizionato”, bensì legato a determinate condizioni. Concretamente, lo Stato dovrebbe versare un reddito di base pari a circa 800 franchi al mese a quelle persone la cui rendita dell’assicurazione di disoccupazione o dell’aiuto sociale finora era superiore allo stipendio che avrebbero percepito se avessero avuto un posto di lavoro nella loro professione e perciò erano poco motivati a lavorare.

Sostegno dal centro-destra

In certi comparti, soprattutto nel settore pubblico, la Finlandia soffre di mancanza di personale qualificato. Campagne di reclutamento all’estero – per esempio per le cure infermieristiche si fa sempre più appello a personale proveniente dalle Filippine – non sono bastate a risolvere il problema. Con l’introduzione del reddito di base “condizionato” si pensa di riuscire a sciogliere questo nodo gordiano e ad abbassare il tasso di disoccupazione che da anni in Finlandia si colloca attorno al 10%.

Non da ultimo, è interessante anche la diversità nell’approccio partitico sul reddito di base. In Svizzera il supporto proviene essenzialmente dalle cerchie di estrema sinistra e verdi, mentre in Finlandia gode dei favori degli ambienti di centro-destra.

Di conseguenza le proposte hanno finalità differenti. In Svizzera i fautori mirano a una vasta riforma dello stato sociale per mezzo di un vero e proprio reddito di cittadinanza (detto anche reddito universale) per tutti; in Finlandia è proposto un modello molto meno ambizioso, che dovrebbe portare ad una riforma graduale dello stato sociale.

“Condizionato” anche a Livorno

In Italia, l’istituzione di un reddito di base è il primo punto del programma del Movimento 5 Stelle (M5S). Il disegno di Legge sul reddito di cittadinanzaCollegamento esterno, presentato dai pentastellari nell’ottobre 2013, è in discussione in Commissione lavoro del Senato italiano dal febbraio 2015.

A livello locale, è in una città a guida M5S, Livorno, che il 20 maggio 2016 è stato introdotto, in via sperimentale per sei mesi, il “reddito di cittadinanza localeCollegamento esterno“. Esso è vincolato a una serie di precise condizioniCollegamento esterno. Per l’esperimento, sono stati selezionati un centinaio di beneficiari, ai quali il comune toscano versa 500 euro al mese.

(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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