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Disoccupazione cala ancora in Svizzera, tasso al 2,7%

In Ticino i disoccupati sono aumentati. KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) La disoccupazione è di nuovo leggermente calata in Svizzera e in agosto è scesa ai minimi da prima dello scoppio della pandemia.

Il tasso si è attestato al 2,7%, a fronte del 2,8% di luglio, del 3,3% dello stesso mese dell’anno scorso e del 2,5% di febbraio 2020, ultimo mese che ha presentato un valore più basso. In contro tendenza rispetto al quadro generale è però il Ticino, che mostra un (pur lieve) aumento mensile.

Stando ai dati diffusi oggi dalla Segreteria di Stato dell’economia (Seco) il numero dei senza lavoro iscritti agli uffici regionali di collocamento (URC), che in gennaio aveva toccato i massimi dal 2010 (oltre 261’000), è sceso in agosto a 126’355: la flessione – la settima consecutiva – è di 1924 rispetto a luglio e di 24’756 sull’arco di dodici mesi. Nel giugno 2019 le persone senza impiego erano però ancora meno di centomila (97’222).

In Ticino nell’agosto 2021 il tasso di disoccupazione si è attestato al 2,6% (+0,1 punti rispetto a luglio, -0,6 su base annua), nei Grigioni allo 0,8% (-0,1 e -0,5).

I cantoni romandi rimangono i più colpiti dalla disoccupazione, pur rimanendo tutti sotto la soglia psicologica del 5%. Con un tasso del 4,8% il primato negativo spetta a Ginevra; seguono Giura (4,6%), nonché Neuchâtel e Vaud (entrambi 3,9%). Alti sono anche i valori di Basilea Città (3,6%) e Argovia (3,2%). Con un tasso dello 0,6%, Appenzello interno è invece il cantone con meno disoccupati. Il motore economico della nazione, Zurigo, è al 2,7%, perfettamente in linea con la media nazionale.

Il Ticino è al nono posto fra i più toccati dal problema, mentre i Grigioni sono al quarto rango nella graduatoria dei meno colpiti. In termini assoluti, da Airolo a Chiasso si contano 8944 disoccupati (+94 mensile, -1431 annuo), mentre nelle valli retiche la cifra è di 1889 (-73 e -684).

Tornando all’ambito nazionale, dai dati pubblicati dalla Seco emerge anche che il numero di giovani (15-24 anni) disoccupati è aumentato di 1600 unità rispetto a luglio a un totale di 13’0801, cioè 6540 persone in meno che un anno prima. Il tasso per questa fascia di età si è attestato al 2,6%, in crescita di 0,3 punti (mese) e in calo di 1,3 punti (anno). I lavoratori ultra 50enni sono al 2,8% (-0,1 sia mensile che annuo). I disoccupati di lunga durata (cioè quelli iscritti agli URC da oltre un anno) erano 33’443, l’1,8% in meno di luglio e il 41% in più (+9636) di dodici mesi prima: 865 giovani, 18’406 25-49enni e 14’103 ultra 50enni.

Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro del 2,0% (dato mensile invariato, -0,4 annuo), gli stranieri del 4,7% (-0,1 e -0,8). Per paese di provenienza, i tassi sono più elevati per i bulgari (10,5%), gli africani (9,8%) – che la Seco considera nel loro insieme -, i rumeni (8,5%), i kosovari (7,7%) e i macedoni (7,1%). L’Ue è al 4,0%. Riguardo ai principali paesi confinanti, la Francia è al 5,4%, l’Italia al 4,2% e la Germania al 2,9%.

I dati diffusi dalla Seco si basano sulle persone effettivamente iscritte agli uffici regionali di collocamento (URC). La definizione è quindi diversa da quella dei disoccupati ai sensi dell’Ufficio internazionale del lavoro (ILO), che opera attraverso sondaggi. Lo scarto fra i due dati – quello della Seco e quello ILO – suscita spesso acceso dibattito.

Le quote di senza lavoro registrate dalla Seco sono comunque tradizionalmente basse: negli ultimi 20 anni il valore mensile più elevato è stato del 4,3%, osservato nel gennaio 2004. Va anche sottolineato come i dati sulla disoccupazione non tengano conto di coloro che hanno esaurito il diritto a ricevere le prestazioni e che ad esempio vivono di risparmi o si trovano a beneficio dell’assistenza.

Complessivamente, afferma ancora la Seco, le persone in cerca d’impiego registrate nel mese scorso erano 214’415, il 2,2% in meno rispetto a luglio e il 9,6% in meno di dodici mesi prima. Tale cifra comprende, oltre ai disoccupati iscritti, le persone che frequentano corsi di riconversione o di perfezionamento, che seguono programmi occupazionali o che conseguono un guadagno intermedio. Il numero dei posti vacanti annunciati presso gli uffici di collocamento è pari a 58’450 (+1638 rispetto a maggio e +23’398 su base annua).

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