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Donna Leon: “Non ho assolutamente nessuna stranezza”

La scrittrice Donna Leon, ha la doppia cittadinanza svizzera e americana. Il 28 settembre spegnerà 80 candeline. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Il 28 settembre Donna Leon compirà 80 anni. Nel mondo intero è nota per aver scritto 31 gialli, tutti bestseller. Ne ha già finito un 32esimo, racconta l’autrice svizzero-americana a Keystone-ATS.

Amante dell’opera, conoscitrice di Venezia e scrittrice prolifica: da oltre trent’anni, Donna Leon pubblica quasi ogni anno un nuovo romanzo giallo.

Il protagonista di questi è il veneziano Guido Brunetti, un colto e simpatico commissario con fan in tutto il mondo. I gialli sono disponibili in 35 lingue e 26 episodi sono stati filmati tra il 2000 e il 2019. Per volontà dell’autrice, i libri non sono però mai stati tradotti in italiano.

A marzo di quest’anno è uscito “Give unto Others” il 31esimo caso di Brunetti. Il 32esimo è già stato scritto, ha affermato Leon: “Al momento mi trovo tra due libri: il libro per l’anno prossimo è in fase di revisione dall’editore”.

Gossip poliziesco

Per il caso numero 33 è attualmente alla ricerca di una tema. “Leggo ogni giorno ‘Il Gazzettino’ e ‘La Repubblica’, alla ricerca di qualcosa che possa fungere da punto di partenza per un libro. Inoltre presto sarò in Italia per una settimana e rivedrò vecchi amici. Sono sicura che sentirò qualche nuovo pettegolezzo”.

Un po’ di gossip da Venezia: è tutto ciò che serve all’autrice per concepire un nuovo caso per Guido Brunetti. È anche per questo che non ha mai fatto tradurre i suoi libri in italiano: perché la fonte non si esaurisse e lei potesse vivere una vita indisturbata a Venezia. Città dove ha vissuto per molti anni prima di trasferirsi in Svizzera nel 2007.

Dopo l’esperienza fatta in Italia, si è abituata a manifestare più entusiasmo o affetto in pubblico, dice Leon. “In Svizzera le persone sono più riservate e molto discrete sulla propria vita. Per questo sono ancora più calorosi quando li si conosce meglio”.

Compleanno a Venezia

Ad oggi, Donna Leon lavora quasi quotidianamente. Per poter scrivere, ha bisogno di “una stanza con un tavolo e la certezza di rimanere in questo posto per almeno una settimana, meglio due”. Lavora, guarda spesso fuori dalla finestra, va a prendere un caffè con le amiche, fa una lunga passeggiata, fissa il muro, risponde al telefono. “Dopo di che, torno al lavoro”.

Leon festeggerà il suo compleanno a cifra tonda nella città lagunare, dice. “Sono invitata a cena da Biba, la mia più vecchia e migliore amica, che vive a Venezia.” Biba alias Roberta Pianaro è cuoca e ha creato le ricette per il libro di cucina letterario “A taste of Venice. At table with Brunetti”.

Anche il commissario Brunetti è diventato negli anni una sorta di amico per l’autrice. Una persona che ha imparato a conoscere un po’ meglio, volume dopo volume. “Lo stimo e lo rispetto ancora molto. Nel corso degli anni ho appreso di più sul suo passato e sulla sua famiglia e su come la sua giovinezza lo abbia influenzato”.

A differenza di Brunetti, cresciuto in circostanze difficili, lei ha vissuto un’infanzia felice e spensierata. “La mia famiglia non era ricca, ma non aveva nemmeno difficoltà economiche. I miei genitori erano entrambi interessati alla letteratura e ho sempre saputo che avrei studiato. Sono vantaggi invisibili ma molto importanti”.

In Iran per caso

Mentre Guido Brunetti è saldamente radicato a Venezia, Donna Leon ha lavorato in molti paesi. Ha vissuto in Cina e in Arabia Saudita, ha insegnato letteratura ai soldati americani e, da giovane, ha accettato di insegnare inglese in Iran senza nemmeno sapere dove fosse il Paese.

È stata la cosa più folle che abbia fatto nella sua vita fino ad ora, racconta l’autrice. “Non avevo qualifiche per l’insegnamento di una lingua straniera e sapevo poco dell’Islam e del suo ricco patrimonio culturale”. Racconta questa e altre avventure in “Ein Leben in Geschichten” (Diogenes), recentemente pubblicato in occasione del suo 80esimo compleanno.

Con umorismo e un sottofondo ironico, Leon descrive anche le stranezze dei suoi parenti: sua madre Moo, ad esempio, che “amava le sigarette e i drink”, che non sapeva cucinare ma era una panettiera provetta; che aveva un grande cuore ma nessuna ambizione. O la zia Gert, che non usciva mai di casa senza il suo cappello. Ha anche lei qualche stranezza? Leon risponde così: “Io? Sono sicura che la maggior parte delle persone consideri una perdita di tempo e di energia un pasto che non si conclude con un caffè freddo. Sono anche sicura che chiunque veda un cane si chinerà verso di lui e gli dirà: ‘Ciao, cagnolino. Non sei il cane più bello del mondo?’ Vede, non ho assolutamente nessuna stranezza’”.

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