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Regolamentare la gestione dei rifiuti di plastica per salvare gli oceani

Plastic waste dump in Indonesia in 2018
Un uomo indonesiano in una discarica di plastica importata a Mojokerto, sull’Isola di Giava in Indonesia, nel dicembre 2018. Keystone / Fully Handoko

Delegati di oltre 180 stati si ritrovano a Ginevra per discutere su come regolamentare il commercio globale di plastica riciclabile. Marco Buletti, specialista dell'ambiente del governo svizzero, è convinto che la soluzione sia a portata di mano. 

Gli Stati firmatari della Convenzione di BasileaCollegamento esterno, il principale trattato globale che regola il trasporto transnazionale di rifiuti pericolosi, si riuniscono nella città sul Lemano dal 29 aprile al 10 maggio per raggiungere un accordo destinato a rafforzare il controllo del commercio mondiale dei rifiuti di plastica.

Se la prossima settimana verrà adottata una proposta presentata dalla Norvegia, gli esportatori di rifiuti in plastica dovranno ottenere l’approvazione preventiva del paese importatore e fornire informazioni più dettagliate sul volume e sul tipo di rifiuti in questione. 

Tre conferenzeCollegamento esterno

La quattordicesima riunione della Conferenza delle parti della convenzione di Basilea si svolge a Ginevra, parallelamente alla nona Conferenza delle parti della convenzione di Rotterdam e alla nona riunione della Conferenza delle parti della convenzione di Stoccolma. Sono attese anche decisioni importanti sui rifiuti elettronici e sulle sostanze chimiche pericolose.

Marco Buletti è vice responsabile della divisione Rifiuti e materie prime presso l’Ufficio federale dell’ambiente.

swissinfo.ch: Perché è necessaria una soluzione internazionale per regolamentare il commercio di rifiuti in plastica?

Marco Buletti: Negli ultimi anni, enormi quantità di rifiuti di plastica sono state trasferite oltre confine, ma non si disponeva di informazioni sul tipo di rifiuti esportati. Si trattava di plastica che può essere riciclata? Ed è stata effettivamente riciclata o erano rifiuti urbani esportati e semplicemente depositati in una discarica?  

Poiché la Cina ha chiuso i suoi confini [nel 2018], i flussi di rifiuti di plastica sono alla ricerca di nuovi sbocchi e altri paesi vulnerabili sono inondati da rifiuti in plastica che, si presume, sono destinati al riciclaggio. Ma non sappiamo se questi paesi hanno le infrastrutture per farlo e non possiamo neppure essere sicuri che questi rifiuti di plastica siano adeguatamente controllati.

swissinfo.ch: Vi aspettate una decisione definitiva riguardo alla proposta della Norvegia nelle prossime due settimane?

M.B.: Ho l’impressione che gli Stati stiano iniziando a riconoscere il fatto che i rifiuti di plastica costituiscono un pericolo globale, se non vengono trattati in modo ecologicamente corretto. Si delineano dei segnali in questa direzione. 

Gestione della plastica in Svizzera

Gli svizzeri generano circa 800’000 tonnellate di rifiuti di plastica all’anno, secondo l’Associazione svizzera delle materie plastiche. La maggior parte (80%) viene incenerita e trasformata in energia termica ed elettrica. Circa il 12%, soprattutto bottiglie di bevande in PET, viene riciclato in Svizzera e l’8% viene esportato, principalmente in Germania, per essere riciclato. Una piccola parte dei rifiuti plastici prodotti in Svizzera finisce nel sud-est asiatico.

Non dimentichiamo che negli oceani sono già presenti 130-150 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica e che altri milioni se ne aggiungono ogni anno. Dobbiamo fare davvero qualcosa. Sono abbastanza sicuro che ci sarà una decisione in merito. Se non è questa volta, lo sarà alla prossima riunione, perché i segnali sono più o meno positivi. ​​​​​​​

swissinfo.ch: Cosa significherebbe l’adozione di questa proposta per un paese come la Svizzera?

M.B.: Per la Svizzera non vi sarà una grande differenza. Disponiamo già di un sistema di gestione dei rifiuti molto sofisticato. Quando raccogliamo plastica PET o PE [polietilene], sappiamo che verrà riciclata. In Svizzera ci sono molti inceneritori di rifiuti urbani, quindi la plastica viene trattata in modo ecologico e si recupera energia e calore.

Ma a livello internazionale vi sarebbero dei cambiamenti, poiché alcuni paesi sono inondati dalle importazioni di plastica o producono loro stessi enormi quantità di rifiuti di questo tipo. Il fatto è che non dispongono di sistemi sofisticati di gestione e raccolta dei rifiuti.  

Una proposta sui cui decidere a Ginevra riguarda il controllo del commercio dei rifiuti in plastica. Un’altra proposta concerne lo sviluppo di un nuovo partenariato pubblico-privato internazionale per risolvere i problemi dei rifiuti in plastica. L’obiettivo è quello di elaborare misure quali la sensibilizzazione, la condivisione delle informazioni e progetti pilota.  

Il commercio mondiale della plastica

La produzione globale di plastica è aumentata costantemente fino a 320 milioni di tonnellate all’anno, ma solo il 9% viene riciclato e il 12% incenerito. Si stima che oltre 100 milioni di tonnellate di plastica siano finite nei mari e negli oceani.

La Cina è stata il più grande importatore mondiale di rifiuti di plastica, fino a quando non ha vietato le importazioni all’inizio del 2018. Ciò ha perturbato il commercio di oltre sette milioni di tonnellate di rifiuti all’anno, per un valore di circa 3,7 miliardi di franchi.

Secondo una recente inchiesta di Global Alliance for Incinerator Alternatives (GAIA) e di Greenpeace East Asia, l’anno scorso i principali esportatori di rifiuti plastici sono stati gli Stati Uniti, il Giappone, la Germania, la Gran Bretagna e il Belgio. Dopo il divieto di importazione della Cina, le importazioni di rifiuti in plastica sono state riorientate verso paesi meno regolamentati come la Malesia, il Vietnam e la Thailandia, e poi verso Indonesia, Corea del Sud, Taiwan, India e Turchia.

Traduzione di Armando Mombelli

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