La Svizzera rimane un’isola di stabilità politica
Mentre nei paesi vicini il quadro politico è profondamente mutato negli ultimi mesi, in Svizzera l’equilibrio tra i partiti rimane sostanzialmente stabile a metà legislatura. Secondo il barometro elettorale 2017 della SRG SSR, avanzano leggermente PES, Verdi liberali e PLR, mentre perdono alcuni consensi PS, PPD e UDC.
In molti paesi europei si osservano regolarmente grandi variazioni nei rapporti di forze tra i maggiori partiti nazionali. È stato il caso anche quest’anno in Francia, Germania e Austria, dove le elezioni legislative hanno fortemente scombussolato il quadro politico negli ultimi mesi. Rispetto a questi paesi limitrofi, la Svizzera rimane invece un’isola di stabilità politica.
È quanto emerge ancora una volta dal barometro elettorale della SRG SSRCollegamento esterno, realizzato dall’istituto di studi sociali e politici sotomoCollegamento esterno di Zurigo, tra il 28 settembre e il 2 ottobre scorsi. Secondo il sondaggio, per il quale sono state intervistate 14’063 persone in tutta la Svizzera, a metà legislatura si denotano soltanto piccole variazioni tra i principali partiti nazionali.
Per quanto riguarda gli schieramenti più a destra, l’Unione democratica di centro (UDC) vede ridurre il suo elettorato dello 0,7%, rispetto alle elezioni federali del 2015, ma si mantiene saldamente davanti a tutti gli altri partiti, a quota 28,7%. Cresce invece dello 0,7% il Partito liberale radicale (PLR), che sale al 17,1% e consolida la sua posizione di terzo partito nazionale.
I liberali radicali si avvicinano così al Partito socialista (PS), che registra le perdite maggiori, con un meno 1,1%, scendendo a quota 17,7%. Nel campo della sinistra, l’indebolimento del PS è compensato dalla progressione del Partito ecologista svizzero (PES), che guadagna 1 punto, issandosi all’8,1%.
Tra le formazioni del centro, prosegue il lungo declino del Partito popolare democratico (PPD), che perde un altro 0,7% di preferenze, e si situa ormai soltanto al 10,9%. Continua a scivolare verso il basso anche il Partito borghese democratico (PBD), che aveva toccato il suo apice nel 2011: la piccola formazione di centro si ritrova al 3,4%, registrando un calo dello 0,7% rispetto a due anni fa. Si rafforzano invece i Verdi liberali (VL), i quali aumentano il loro elettorato dello 0,8%, portandosi a quota 5,4%.
I dati del sondaggio confermano, in buona parte, le tendenze delineate nelle elezioni cantonali che hanno avuto luogo in questi ultimi due anni. Dall’inizio della nuova legislatura delle Camere federali, quasi la metà dei Cantoni hanno rinnovato i loro parlamenti. Anche queste elezioni hanno registrato una progressione di PLR, PES e VL, a scapito di UDC, PPD e PBD. Unica eccezione il PS che si è rafforzato nelle elezioni cantonali, mentre viene dato in perdita di sostegni nel barometro elettorale.
La stabilità del quadro politico è confermata anche dal basso tasso di fluttuazione degli elettori, rimasti in stragrande maggioranza fedeli ai loro partiti. L’87% delle persone interrogate hanno infatti indicato di continuare ad accordare la loro fiducia alla formazione politica per la quale hanno votato due anni.
Per quanto riguarda infine i temi che preoccupano maggiormente l’elettorato, al primo posto figura tuttora la questione della migrazione e dell’asilo. Per il 21% degli intervistati si tratta del problema più urgente da risolvere. In seconda posizione si trova la politica sanitaria, in particolare l’aumento dei premi delle casse malati, considerata prioritaria per il 20% delle persone interrogate. Seguono le assicurazioni sociali (17%), l’ambiente e il clima (13%), il mercato del lavoro (8%), il sistema politico (5%) e l’economia (4%).
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.