“La giustizia svizzera agisce nell’interesse di Vladimir Putin e nessuno sa perché”
L'attivista russo Alexei Navalny e un senatore americano hanno recentemente criticato il sistema giudiziario svizzero per i suoi legami con il governo russo. Abbiamo chiesto l'opinione di Andreas Gross, che ha indagato sul caso Magnitsky come relatore speciale del Consiglio d'Europa.
L’avvocato Sergei Magnitsky è morto nel 2009 in una prigione di Mosca in circostanze poco chiare. Aveva rivelato il coinvolgimento di alti funzionari fiscali russi in una presunta frode di 230 milioni di dollari.
Alcuni dei fondi sottratti nel caso Magnitsky sono finiti su conti bancari svizzeri. Nel 2011, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto un procedimento penale contro ignoti per riciclaggio di denaro. Tuttavia, l’MPC ha deciso lo scorso novembre di chiudere il procedimento e sbloccare la maggior parte dei fondi.
In una letteraCollegamento esterno al segretario di Stato americano Mike Pompeo, il senatore americano Roger Wicker si lamenta della decisione dell’MPC. Egli ritiene che il sistema giudiziario svizzero sia vittima delle pressioni della Russia e che gli Stati Uniti dovrebbero riconsiderare la loro cooperazione giudiziaria.
I politici in Svizzera sono preoccupati che la chiusura del caso Magnitsky possa compromettere la reputazione del sistema giudiziario elvetico. Diversi parlamentari sia di sinistra che di destra hanno presentato interventi per ottenere chiarimenti dal governo.
Intervista con Andreas Gross, che ha indagato sul caso Magnitsky come relatore speciale del Consiglio d’Europa.
Andreas Gross è un politologo svizzero, esperto di democrazia diretta. È stato membro della Camera bassa del Parlamento dal 1991 al 2015 per il Partito socialista. Dal 1995 al 2016, è stato uno dei rappresentanti della Svizzera nel Consiglio d’Europa. Come relatore speciale, ha scritto il rapporto Magnitsky per il Consiglio d’Europa nel 2013 e ha seguito il dossier sulla Russia dal 2008 al 2014.
swissinfo.ch: Alcuni critici accusano la magistratura svizzera di aiutare la Russia a mettere a tacere gli oppositori. Quanto c’è di vero in questa accusa?
Andreas Gross: La formulazione della domanda è troppo precisa. È più semplice, ma anche più drammatico, chiedersi: perché la giustizia svizzera collabora così tanto con gli oligarchi russi e i loro complici criminali, perché è così disinteressata alle loro attività?
E qual è la risposta?
Non conosco la risposta. Posso solo speculare.
“Non c’è motivo di chiudere il caso Magnitsky.”
La giustizia svizzera è semplicemente ingenua o sono in gioco interessi concreti?
La giustizia svizzera non è di certo ingenua. Forse è mal organizzata o cieca. Ho l’impressione che semplicemente non si renda conto di quanto sia crudele e perverso il sistema giudiziario russo.
In Russia, una parte del sistema giudiziario è criminale. Gli stessi funzionari del fisco rubano i soldi delle tasse. Si tratta di un fenomeno che probabilmente va oltre l’immaginazione di molti cittadini e funzionari federali svizzeri.
Come relatore speciale del Consiglio d’Europa, lei ha scritto un rapporto sul caso Magnitsky. È deluso dal fatto che il Ministero pubblico della Confederazione abbandoni il caso?
Sono più che deluso, sono perplesso, sono indignato! Non c’è motivo di chiudere il caso Magnitsky. Peggio ancora, sembra che non dia fastidio a quasi nessuno. I pochi parlamentari che fanno domande ricevono risposte senza senso. Il Consiglio federale (governo) sembra tollerare questo comportamento.
Questo atteggiamento sembra scandaloso all’estero: un senatore americano vuole addirittura mettere fine alla cooperazione giudiziaria con la Svizzera…
Sì, e l’articolo completo, ben documentato e molto critico dell’Economist Collegamento esternoe le sue potenziali conseguenze non dovrebbero essere sottovalutate da Berna! I Paesi occidentali si chiedono giustamente se possono ancora cooperare con la Svizzera o se c’è il rischio che le informazioni vengano passate ai russi troppo rapidamente o troppo facilmente. Il Consiglio federale dovrebbe interessarsi a questo.
Secondo lei, qual è la vera ragione per cui il Ministero pubblico della Confederazione ha deciso di chiudere il procedimento?
Prima di tutto, è probabilmente una mancanza di lungimiranza: l’MPC non vede fino a che punto siano pessime le condizioni a Mosca. Non si rende conto che i suoi stessi colleghi sono criminali e quindi non può cooperare con loro come con i colleghi britannici o austriaci.
In secondo luogo, il capo della Procura ha delegato tutte le questioni relative alla Russia a un cosiddetto esperto, che si è rivelato essere un ex sostenitore della Russia e che ha adottato le loro posizioni. Non si era mai preoccupato del diritto e della giustizia, ma solo della Russia e degli interessi delle autorità russe.
Il Cremlino fa ripetutamente riferimento a documenti svizzeri a sostegno della sua posizione. Quindi non è una coincidenza?
La Svizzera fornisce costantemente i documenti richiesti da Mosca, ma non è vero il contrario. La Russia ha chiesto aiuto alla Confederazione più di mille volte e ha ricevuto informazioni, mentre il sistema giudiziario russo ha fornito i documenti corrispondenti solo nell’11% circa delle richieste della Svizzera.
Le autorità devono cooperare, ma la giustizia svizzera si sta adattando ai metodi irregolari dei russi, e questo è il nostro problema. Nei casi relativi alla Russia, il Ministero pubblico della Confederazione ha agito nell’interesse di Vladimir Putin. Questo è lo scandalo.
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Ma su quali basi? L’MPC è incompetente o sotto pressione?
La magistratura svizzera non è certo incompetente. Ma la pressione è enorme, soprattutto da parte di banche, assicurazioni e investitori. La popolazione non sa quanti miliardi di franchi di denaro sporco dell’ex Unione Sovietica sono gestiti dalle banche svizzere con grande profitto. Inoltre, gli oligarchi russi coinvolti e i loro complici criminali possiedono molti beni immobili sulle rive soleggiate del lago Lemano e del lago di Zurigo.
“La popolazione non sa quanti miliardi di franchi di denaro sporco dell’ex Unione Sovietica sono gestiti dalle banche svizzere con grande profitto.”
C’è la pressione e la tentazione di trascurare i procedimenti penali o di capitolare di fronte alla loro complessità. Ma questo basta a spiegare perché le più alte autorità svizzere non indagano, lasciano liberi i criminali e restituiscono loro persino il denaro rubato? A mio parere, queste ragioni non sono sufficienti. Ecco perché la sua prima domanda mi ronza in testa ogni giorno. E non posso ancora rispondere.
“In qualità di autorità inquirente e giudiziaria penale della Confederazione, il Ministero pubblico della Confederazione conduce i suoi procedimenti penali e di assistenza giudiziaria esclusivamente a partire dalle basi legali pertinenti – in particolare secondo i principi della presunzione d’innocenza, della procedura accelerata e dell’indagine. Quest’ultimo principio prevede che le autorità penali debbano indagare con la stessa attenzione le circostanze incriminanti e quelle a discarico. Così, i procedimenti non sono né condotti a fini politici né sono basati su presunti legami ‘troppo stretti’ tra le persone coinvolte e/o i procuratori pubblici in Svizzera e in altri Paesi.
In quanto organo federale responsabile dell’applicazione della legge, l’MPC gestisce procedure sempre più complesse ed estese in un mondo globalizzato. Queste condizioni quadro richiedono che l’MPC collabori efficacemente a livello nazionale e internazionale. Così, il campo della cooperazione giudiziaria sta diventando sempre più importante. Nell’eseguire le richieste di assistenza giudiziaria, l’MPC deve tenere conto degli accordi internazionali della Svizzera. Questi includono la Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale, che è stata ratificata da Svizzera e Russia, e la Convenzione europea dei diritti umani. L’MPC rifiuta l’assistenza giudiziaria se il diritto svizzero lo richiede, per esempio se il procedimento è condotto allo scopo di perseguire o punire una persona a causa delle sue opinioni politiche, dell’appartenenza a un particolare gruppo sociale, della religione o dell’etnia. Sia la concessione che il rifiuto dell’assistenza giudiziaria possono essere impugnati con un ricorso alla Corte penale federale e al Tribunale federale.
L’Ufficio federale di giustizia (UFG) delega le richieste di assistenza giudiziaria della Russia all’MPC come autorità competente per l’assistenza giudiziaria internazionale in materia penale. A seconda del Paese, le richieste di assistenza giudiziaria vengono inviate tramite l’UFG o direttamente all’autorità competente. Le richieste di assistenza giudiziaria provenienti dalla Russia passano sempre attraverso l’UFG, che verifica se soddisfano i requisiti legali. Se la richiesta soddisfa i requisiti, l’UFG la trasmette all’autorità competente per l’esecuzione, se necessario all’MPC.”
Traduzione: Sara Ibrahim
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