“Chi emigra regala i suoi soldi alle assicurazioni sanitarie”
Gli svizzeri e le svizzere che lasciano permanentemente la Confederazione dovrebbero poter mantenere la propria assicurazione sanitaria elvetica. È questa la proposta che sarà presto presentata in Parlamento. Abbiamo parlato con l'autore all’origine dell'idea.
Quando gli svizzeri o svizzere all’estero si ammalano, spesso ritornano nel sistema sanitario svizzero. Un’iniziativa politicaCollegamento esterno vuole porre fine a questa situazione.
Avevamo già parlato del tema in questo articolo:
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All’origine dell’idea vi è Josef Schnyder. È vicepresidente della Società svizzera di Bangkok e membro del Consiglio degli svizzeri all’estero.
SWI swissinfo.ch: Lei è il promotore della richiesta secondo cui le persone di nazionalità svizzera che vivono all’estero possano stipulare un’assicurazione su base volontaria presso le casse malattie svizzere. Cosa l’ha spinta ad avanzare questa proposta?
Josef Schnyder: Vivo in Thailandia. Il numero di svizzeri e svizzere residenti qui è passato da circa 9’000 a 10’000 negli ultimi tre anni. Molti di loro sono in pensione, credo circa 6’000. È una tendenza. La vita in Svizzera è costosa, la Thailandia è molto più economica, il clima è più clemente.
Il problema è che, se si emigra in un Paese non appartenente all’UE/AELS, per legge si deve disdire l’assicurazione sanitaria, anche si sono pagati i premi in Svizzera per tutta la vita, come è il caso per le persone in pensione.
Il fatto di emigrare è però una libera scelta…
Io mi occupo di giustizia e questa è un’ingiustizia. È chiaro: quando si è giovani ci si ammala di meno. Ma il sistema svizzero non prevede una ripartizione dei premi in base all’età. Tutte le fasce d’età pagano gli stessi premi. Questo garantisce che le persone più anziane possano ancora permettersi l’assicurazione sanitaria svizzera.
È un sistema di ripartizione. Da giovane, con l’assicurazione sanitaria svizzera si pagano degli anticipi per le prestazioni potenzialmente più costose che si riceveranno in futuro.
Cosa la preoccupa?
Si paga la cassa malattie per, ad esempio, 35 anni e poi quando si emigra, avendo magari già qualche problema di cuore o di diabete, bisogna disdire l’assicurazione. È disgustoso. Tanto più che è quasi impossibile ottenere un’assicurazione privata, soprattutto a un prezzo equo. Se si parte all’estero, si regalano i soldi alle società assicurative svizzere.
Come si manifesta il problema in Thailandia?
Qui ci sono molti svizzeri e svizzere che non hanno un’assicurazione o hanno un’assicurazione insufficiente. Questo è un dato di fatto, anche se ora la Thailandia permette di rimanere solo se si ha un’assicurazione sanitaria. Secondo le mie stime, si tratta di circa una persona su quattro. tro.
Si tratta di oltre 1’000 persone. Chi interverrà quando avranno bisogno di cure?
In quel caso diventa una sfida. Nella nostra Società svizzera abbiamo un’organizzazione di assistenza. Di tanto in tanto riceviamo richieste da parte di connazionali che devono andare in ospedale e non hanno un’assicurazione. So anche che l’Ambasciata svizzera a Bangkok ha sempre dovuto fare di tutto per trovare parenti in Svizzera in grado di pagare.
Cosa ne pensa del fatto che molti pensionati e pensionate tornano in Svizzera per farsi curare?
È un’altra questione: il turismo delle cure si verifica ovunque, Tra gli 800’000 svizzeri e svizzere all’estero ci sono anche coloro che non hanno mai pagato i premi, e anche loro potrebbero tornare nella Confederazione e beneficiare delle prestazioni in qualsiasi momento.
Il tipico caso è quello della persona svizzera che emigra a 60 anni, smette di pagare i premi e poi torna nella Confederazione a 80 anni per un costoso trattamento contro il cancro. Ma potrebbe essere curato altrettanto bene in Thailandia, se non meglio. Sarebbe quindi più saggio se queste persone potessero rimanere affiliate all’assicurazione di base e farsi curare qui, dove è molto più economico. Questo sarebbe anche nell’interesse delle casse malattie svizzere. .
Quanto si risparmierebbe?
Dipende dalla clinica. Le cliniche statali thailandesi sono molto economiche. Una volta ho aiutato un connazionale che aveva bisogno di uno stent. In una clinica privata sarebbe costato l’equivalente di 10’000 franchi. Poiché non aveva soldi, abbiamo organizzato il trattamento in una clinica statale, dove è costato 2’000 franchi. In Svizzera, le assicurazioni sanitarie pagano tra i 12’000 e i 15’000 franchi per un’operazione di questo tipo.
Di norma, però, le cittadine e i cittadini svizzeri che vivono all’estero non pagano le tasse in Svizzera. Eppure, i soldi delle tasse sono un pilastro importante del sistema sanitario svizzero.
Sì, bisogna tenerne conto. A seconda dei Cantoni, il 30-50% del sistema sanitario è finanziato dalle tasse. Se vogliamo creare un sistema equo, potremmo ridurre i servizi delle compagnie di assicurazione sanitaria della relativa percentuale.
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