La Calabria si tinge dei colori della Svizzera
L'80° Congresso del Collegamento svizzero in Italia, tenutosi questo fine settimana a Cosenza, è stato l'occasione per fare il punto sui rapporti tra Berna e Roma e discutere dei temi più sentiti dagli svizzeri all'estero. Tra questi: le relazioni con le banche elvetiche e il voto elettronico.
“80 anni non sono mica pochi!”, ha esordito Irène Beutler-Fauguel, presidente del Collegamento svizzero in ItaliaCollegamento esterno, in apertura del tradizionale appuntamento annuale dei cittadini elvetici residenti nella Penisola. Il Collegamento – che raggruppa tutte le istituzioni private svizzere in Italia – è infatti stato fondato nel lontano 1938 a Firenze.
“Non tutti i collegamenti esteri si possono vantare di una storia così lunga”, ha detto Beutler-Fauguel, ricordando che anche la Gazzetta SvizzeraCollegamento esterno, il mensile d’informazione rivolto alla diaspora elvetica in Italia nato nel 1968, celebra quest’anno un importante anniversario.
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Svizzeri in Italia, una comunità speciale
Di fronte ai circa 120 partecipanti riuniti nella sala congressi dell’Hotel Ariha di Rende, nella periferia di Cosenza, il direttore della Direzione consolare svizzera, Jürg Burri, ha voluto sottolineare l’importanza della comunità elvetica in Italia.
Cresciuta di oltre 10’000 unità in 20 anni, conta oggi quasi 49’600 persone, di cui l’82% con la doppia cittadinanza, ha rilevato Burri. Si tratta della diaspora elvetica più numerosa dopo quelle in Francia, Germania e Stati Uniti.
Non solo. La comunità svizzera in Italia è anche quella dove i giovani e le donne sono più rappresentati. “Il 22% degli svizzeri in Italia ha meno di 20 anni. Per quanto concerne le donne con più di 45 anni, la proporzione in Italia è superata soltanto da quella in Grecia. Se però teniamo conto delle svizzere registrate a Roma, e che quindi risiedono nel sud del Paese, la quota è la più alta del mondo”, ha indicato Burri.
Relazioni italo-svizzere
Giancarlo Kessler, ambasciatore di Svizzera in Italia, ha dal canto suo parlato delle relazioni tra i due Paesi e della loro evoluzione negli ultimi quattro anni. “Da una situazione abbastanza tesa, anche a causa della situazione economica in Italia, ci troviamo oggi con dei dossier in cui ci sono stati degli sviluppi”.
A rendere difficili le relazioni tra Berna e Roma era in particolare la questione dell’accordo fiscale. Un’intesa per lo scambio di informazioni fiscali poi firmata nel febbraio del 2015, ciò che “ha permesso di distendere il clima di lavoro con le autorità italiane e di sviluppare altre collaborazioni”, ha rilevato Kessler.
Tra queste, quella relativa all’accordo sulla tassazione dei frontalieri. L’accordo, ha però puntualizzato Kessler, è stato “siglato, ma non firmato”. Le reticenze dell’Italia sono da ricollegare in particolare all’iniziativa contro l’immigrazione di massa accettata dal popolo elvetico, ciò che ha rimesso in discussione il principio della libera circolazione delle persone, e ad alcune misure adottate dal canton Ticino, ha spiegato l’ambasciatore.
La spinta “latina” di Cassis
Rammentando le scene dei migranti bloccati alla stazione di Como, Kessler ha poi affermato che c’è stato un miglioramento della collaborazione in ambito migratorio. In particolare, ha detto, da quando l’Italia ha deciso di applicare “come si deve” i regolamenti di Schengen/Dublino e da quando la Svizzera si è mostrata “solidale” con la Penisola, accogliendo dall’Italia delle famiglie riallocate.
Il dialogo tra i due Paesi si è poi sviluppato positivamente in dossier meno importanti, ma non per questo irrilevanti. Ad esempio in ambito ambientale, con il progetto di un parco naturale transfrontaliero a cavallo tra il Ticino e il Piemonte oppure con la creazione di una commissione italo-svizzera per la gestione del livello del Lago Maggiore.
In futuro, le sfide riguarderanno soprattutto l’accesso diretto delle banche elvetiche al mercato italiano e una migliore collaborazione in ambito di trasporti, affinché i treni merci e passeggeri siano più puntuali. “Per l’accordo sui frontalieri sono fiducioso: il nuovo governo italiano spingerà per farlo. Dal canto suo, la Svizzera dovrà continuare a sviluppare il suo rapporto con l’Unione europea e trovare un equilibrio”, ha detto Kessler.
Una relazione italo-svizzera, è stato rammentato a Cosenza, che potrà contare sulla spinta ‘latina’ del nuovo consigliere federale e ministro degli affari esteri Ignazio Cassis, che dopo quasi 20 anni ha riportato la Svizzera italiana nell’esecutivo federale.
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Banche: dieci anni di lotta
L’incontro in Calabria organizzato dal Circolo svizzero di Cosenza, fondato nel 2005, è stato anche l’occasione per parlare di una questione annosa, particolarmente sentita dagli svizzeri che vivono all’estero: la discriminazione operata dalle banche elvetiche. “È da dieci anni che ci battiamo contro questo problema”, ha detto Sarah Mastantuoni, codirettrice dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSECollegamento esterno).
In seguito alle crescenti regolamentazioni internazionali nel settore finanziario, gli istituti elvetici sono chiamati verificare con più attenzione la loro clientela all’estero, ciò che comporta maggiori costi. Un inasprimento che si ripercuote direttamente sugli espatriati svizzeri, per i quali è diventato più difficile aprire un conto presso una banca del loro Paese. E per chi già ne possiede uno, le spese di gestione applicate dalla banca sono superiori a quelle sostenute dalle persone residenti in Svizzera.
“L’anno scorso abbiamo deciso una strategia ponendo tre accenti: le banche sistemiche, quelle cantonali e quelle private. Ora le cose si stanno muovendo visto che a livello politico la relazione tra le banche e gli svizzeri all’estero è diventata un tema sempre più presente”, ha indicato Mastantuoni, rammentando le diverse mozioni in parlamento che chiedono di porre fine alla discriminazione nei confronti degli espatriati elvetici
Una delle novità, ha sottolineato la codirettrice dell’OSE, riguarda le banche cantonali. “Alla fine del 2017 abbiamo concluso un contratto con la banca cantonale di Ginevra, che si è detta interessata ad avere gli svizzeri all’estero tra la sua clientela. A loro offre condizioni simili a quelle proposte a chi risiede in Svizzera. Speriamo di concludere altri contratti come questi”.
Voto elettronico
Altra questione molto sentita è l’introduzione e la diffusione del voto elettronico, uno strumento che permetterebbe a chi risiede all’estero di partecipare maggiormente alla vita politica in Svizzera.
“Attualmente sono otto i cantoni che prevedono l’e-voting. La situazione è al momento un po’ critica siccome in Svizzera c’è un grande dibattito sul tema della sicurezza”, ha indicato Mastantuoni, aggiungendo che i recenti scandali che hanno coinvolto Facebook e Cambridge Analytica, sebbene non abbiano nulla a che vedere con il voto elettronico, non facilitano certo le cose.
“Noi proveremo comunque a fare avanzare il progetto”, ha assicurato Mastantuoni.
Visp e Palermo
Per i cittadini elvetici residenti all’estero, il prossimo appuntamento è fissato per il 10-12 agosto a Visp, in Vallese, dove si svolgerà il 96° Congresso dell’OSECollegamento esterno. Tema dell’incontro saranno le relazioni tra la Svizzera e l’Unione europea.
L’81° edizione del Congresso del Collegamento svizzero in Italia si terrà invece a Palermo, il 18-19 maggio 2019.
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