Dalla Svizzera a Bordeaux per fuggire dalla povertà
La Società svizzera di Bordeaux celebra quest'anno i 200 anni d'esistenza. Il presidente Jean-Michel Begey ha scavato negli archivi di un'organizzazione il cui scopo era, originariamente, "soccorrere lo svizzero indigente".
La presenza elvetica a Bordeaux ha una lunga storia. Nel 1822, una cinquantina di persone originarie della Svizzera creano la Società Svizzera di beneficenza (Societé Suisse de bienfaisance) a Bordeaux, in Francia, per sostenere i compatrioti in cerca di una vita migliore. Oggi, le attività della di questa società sono soprattutto ricreative, ma l’associazione riunisce ancora circa 120 famiglie. In occasione del bicentenario, il presidente Jean-Michel Begey racconta in un libro i momenti salienti della storia elvetica sulla Costa d’Argento.
SWI swissinfo.ch: Come è nato questo libro?
Jean-Michel Begey: La storia è cominciata con una scoperta straordinaria durante la chiusura del consolato generale nel 2008. In fondo a un baule, abbiamo ritrovato delle raccolte di atti amministrativi della Società svizzera di Bordeaux, alcuni dei quali risalenti alla sua creazione, nel 1822. Sono documenti favolosi perché testimoniano la storia delle persone svizzere a Bordeaux, ma anche la vita dell’epoca nella città e nella Confederazione. Il libro contiene e mette in contesto gli estratti più significativi di questa documentazione.
Quando è stata creata, l’organizzazione si chiamava Società svizzera di beneficenza. Qual era il suo ruolo?
Numerose persone svizzere fuggivano dalla povertà arrivando a Bordeaux, uno dei più importanti porti della Francia. Tentavano di imbarcarsi per andare a cercare lavoro oltreoceano. C’era chi non riusciva a partire e si trovava senza niente. La Società svizzera di beneficienza aiutava coloro che si trovavano in difficoltà. Forniva calze, pantaloni, coperte, pane o soldi. Aiuti erano talvolta dati a chi desiderava tornare in Svizzera ma non aveva i mezzi per farlo.
Cosa ci svelano sulla Svizzera dell’epoca i documenti che avete trovato?
Si nota soprattutto che in Svizzera c’era una grande povertà. Una situazione che si è protratta fino agli anni Venti del XX secolo. Berna aveva inviato un messaggio a tutte le associazioni svizzere nel mondo. Il Governo scriveva che molte cittadine e cittadini elvetici non avevano lavoro e chiedeva a coloro che invece l’avevano di aiutarle. Dopo la Prima guerra mondiale, nei dipartimenti di Lot e Garonna e del Gers, la manodopera era difficile da reperire ed era costosa. Svizzeri e svizzere vi hanno trovato lavoro. La Società svizzera di beneficienza ha aiutato molto queste persone, poiché erano malpagate, mal alloggiate e malnutrite.
L’organizzazione ha aiutato anche una ventina di operai della Svizzera francese che erano venuti a lavorare nel frantoio bordolese in condizioni molto difficili. Erano arrivati per sostituire gli operai francesi mobilitati.
Quali tracce hanno lasciato le persone svizzere nella regione?
Molti negozianti di vini di origine elvetica si sono trasferiti a Bordeaux. Hanno lasciato il segno nella città. Ancora oggi, le strade portano i loro nomi. Nel 1830, molti pasticceri grigionesi sono arrivati in questa regione. Alcune famiglie sono tuttora conosciute a Bordeaux. Per esempio, la famiglia Demund è ancora oggi attiva nella ristorazione.
Cosa l’ha colpita di più scavando negli archivi?
Ho scoperto qualche aneddoto interessante. Per esempio, nel verbale di un’assemblea, il presidente parla del decesso di un uomo. Si dice molto irritato, perché il defunto portava una redingote nuova. Chiedeva al comitato l’autorizzazione a venderla per poter aiutare altre persone svizzere in difficoltà. La questione ha occupato l’intera riunione.
Nel 1921 è stata creata una seconda società. Perché?
Oltre ad aiutare compatrioti e compatriote, la gente aveva anche voglia di divertirsi. Quindi hanno creato il Club svizzero di Bordeaux, che aveva lo scopo di organizzare attività ricreative. Nel 1945, il segretario della Società svizzera di beneficienza ha offerto al club un edificio che divenne la Maison Suisse (Casa Svizzera). I membri vi si riunivano per delle feste a cui partecipavano centinaia di persone. All’inizio degli anni 2000, i costi di manutenzione dell’edificio erano diventati troppo onerosi. L’abbiamo quindi venduto e abbiamo fuso le due organizzazioni per diventare la società Svizzera di Bordeaux. Continuiamo a fare donazioni per le persone in difficoltà e a sostenere dei progetti.
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