De Weck direttore a sorpresa di radio e tv
Il nuovo direttore generale della SRG SSR idée suisse si chiama Roger de Weck. Il 56enne friburghese succederà ad Armin Walpen nel gennaio 2011.
Quello che aspetta Roger de Weck non è certo un compito facile. Il nuovo direttore generale dovrà confrontarsi con le crescenti pressioni finanziarie e politiche alle quali è sottoposta la SRG SSR idée suisse, l’azienda che raggruppa le radio e le televisioni pubbliche svizzere, nonché la piattaforma multimediale swissinfo.ch.
La nomina di de Weck, l’ottavo direttore generale della Società svizzera di radiotelevisione, nata nel 1931, costituisce una sorpresa.
De Weck è il primo direttore generale a non dover ottenere l’approvazione del governo. È stato infatti scelto dal consiglio d’amministrazione della SSR che ha poi sottoposto il suo nominativo all’approvazione dell’assemblea dei delegati.
Candidati di alto livello
La scelta del nominativo da proporre ai 41 delegati della SRG SSR idée suisse è stata tenuta segreta fino all’ultimo. Si è comunque parlato molto dei possibili candidati e delle qualità che dovevano avere (esperienza a livello dirigenziale, conoscenza dei media, difesa del servizio pubblico…)
Tra i nomi che sono stati fatti, figurano anche quelli dell’ex consigliera federale Ruth Metzler – che si è detta non interessata – e del deputato liberale radicale Filippo Leutenegger (come de Weck un giornalista dalla grande esperienza).
Scegliendo de Weck – afferma il professore di scienze della comunicazione Roger Blum – il consiglio d’amministrazione della SSR ha puntato su una personalità che incarna «l’idée suisse» tanto cara all’azienda. È infatti uno svizzero francese di nascita, che conosce molto bene il mondo dei media svizzeri e ha lavorato nella Svizzera tedesca.
Per Blum, de Weck difenderà a spada tratta il servizio pubblico: difficilmente accetterà di chiudere swissinfo.ch – sulla lista dei risparmi della Confederazione – o di costringere la Radiotelevisione della Svizzera italiana a rinunciare al secondo canale televisivo. «De Weck stralcerà piuttosto costose trasmissioni sportive», ha dichiarato Blum all’Agenzia telegrafica svizzera.
Sfide importanti
Il nuovo direttore generale della SSR entrerà in carica in un momento delicato. L’azienda è in piena fase di ristrutturazione. Nel 2009, è stato lanciato il piano nazionale Convergenza e efficienza che punta a migliorare la collaborazione fra radio, televisione e offerta online, e a individuare il potenziale di risparmio nell’informatica, nella gestione degli immobili e nella logistica.
«È una battaglia che non può essere vinta», ha detto a swissinfo.ch Nick Lüthi, caporedattore della rivista Klartext e attento osservatore del mondo dei media. In effetti, la SSR ha già affermato che ridurrà la sua offerta, se il governo non le concederà mezzi supplementari.
De Weck dovrà dimostrarsi un abile lobbista e battersi per l’aumento del canone o per un ammorbidimento delle restrizioni pubblicitarie imposte alla SSR, in particolare sulle sue piattaforme internet. I suoi avversari più agguerriti: gli editori privati, intenzionati a non concedere altri «privilegi» alla loro concorrente pubblica.
Per Nick Lüthi, la sfida più importante resta tuttavia quella che la SSR si è imposta da sola. Il cantiere della convergenza tra radio e canali televisivi potrebbe assorbire buona parte delle energie del nuovo direttore generale. Lüthi ritiene inoltre che de Weck dovrà sviluppare una strategia credibile per quanto riguarda l’offerta su internet.
«Nel corso degli ultimi anni, si è perso molto tempo in progetti online per la radio e la televisione, lasciando per contro swissinfo.ch nell’incertezza per quanto riguarda il suo avvenire».
Superman
Per Karl Lüönd, esperto di media, il posto di direttore generale della SSR richiede un profilo da Superman. «Le prospettive sono difficili e il peggio deve ancora venire».
Nick Lüthi è meno categorico: il posto di direttore generale della SSR è comparabile a quello di capo di una qualsiasi altra grande azienda. De Weck dovrà però effettivamente prestare particolare attenzione alle peculiarità elvetiche: comprendere il funzionamento del federalismo, rispettare la diversità linguistica e culturale del paese, valutare le esigenze delle minoranze senza urtare la sensibilità della maggioranza.
Per riuscire nell’impresa – afferma Lüthi – serve «una personalità equilibrata, dotata di una certa umiltà e di amore per la comunicazione trasparente». O per dirla con la Neue Zürcher Zeitung «la SSR può essere guidata da un direttore, ma non da un generale».
Urs Geiser, swissinfo.ch
(traduzione, Doris Lucini)
La nomina di Roger de Weck è stata salutata con favore dal Partito socialista e dal Partito popolare democratico, per i quali il friburghese è uno strenuo difensore del servizio pubblico e un avversario della polarizzazione.
Il Partito liberale radicale ha qualche riserva. Il vicepresidente Markus Hutter attesta a de Weck numerose competenze, ma guidare un azienda con più di 6000 dipendenti è una sfida enorme.
A destra, l’Unione democratica di centro si dice chiaramente delusa. Per il deputato UDC Ulrich Giezendanner, con la scelta di de Weck, le emittenti radiotelevisive pubbliche restano «rosse», ovvero sbilanciate a sinistra.
Soddisfatto della nomina è invece il Sindacato svizzero dei mass media (SSM). Dal canto suo, il ministro delle comunicazioni Moritz Leuenberger ha assicurato il suo sostegno al nuovo direttore generale della SSR.
56 anni, rampollo di una famiglia di banchieri friburghesi, Roger de Weck ha scelto il giornalismo dopo una formazione in economia e scienze sociali.
Perfettamente bilingue (francese e tedesco), ha lavorato come corrispondente a Parigi e in Germania.
È stato caporedattore del settimanale tedesco Die Zeit e del quotidiano zurighese Tages Anzeiger.
Attualmente guida l’Istituto di alti studi internazionali e dello sviluppo di Ginevra (Graduate Institute).
I conti 2009 della SRG SSR idée suisse si sono chiusi con una perdita di 46,7 milioni di franchi. Nel 2008, il deficit era stato di 79,1 milioni di franchi.
Per il 2010, l’azienda prevede un passivo di 75 milioni di franchi, dovuto in particolare alle spese per la copertura delle olimpiadi invernali di Vancouver e dei mondiali di calcio in Sudafrica.
Tra il 2007 e il 2010, i deficit cumulati dovrebbero raggiungere i 220 milioni di franchi. Questo comporta effetti negativi sul capitale proprio e l’indebitamento.
La crisi economica ha portato ad un calo dei proventi della pubblicità e degli altri introiti. Nel 2009, sono mancati all’appello 40,7 milioni di franchi d’entrate, compensati solo in parte dall’aumento del canone del 2,2% (+ 24,4 milioni di franchi per un totale di 1 miliardo e 153 milioni).
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