Disoccupazione: la crisi comincia a farsi sentire
La disoccupazione in Svizzera è salita nettamente in dicembre, raggiungendo la quota più alta da due anni a questa parte. Sull'aumento ha influito, oltre alla fluttuazione stagionale nell'edilizia, il deterioramento della congiuntura, che ha colpito soprattutto gli impieghi temporanei.
Il tasso di disoccupazione in Svizzera ha proseguito la sua ascesa nel mese di dicembre passando al 3%, contro il 2,7% di novembre. Il numero dei senza lavoro ha raggiunto quota 118’762.
Nel settore delle costruzioni in dicembre i senza lavoro registrati erano 10’854, ben 3751 in più rispetto a novembre. «Ciò corrisponde a oltre un terzo dei disoccupati aggiuntivi», ha osservato Serge Gaillard, responsabile della Direzione del lavoro presso la Segreteria di Stato dell’economia (Seco).
Effetti sul personale temporaneo
Complessivamente il numero dei senza impiego è salito di 11’110 unità lo scorso mese. Correggendo i dati dalle variazioni stagionali, l’incremento è di 4496 unità. Il peggioramento della congiuntura ha avuto conseguenze negative in particolare per le imprese di intermediazione di personale temporaneo e – in misura minore – per l’industria.
Le imprese d’intermediazione forniscono personale all’edilizia e all’industria, ha spiegato Gaillard. L’industria a sua volta risente gli effetti del calo delle esportazioni.
Per gli stranieri il numero di senza lavoro è salito del 12,1% (per gli svizzeri dell’8,9%). Per i lavoratori di nazionalità tedesca il tasso di disoccupazione in dicembre ha raggiunto il 3,0% (svizzeri: 2,1%). Ciò è dovuto al fatto che molti tedeschi lavorano a tempo determinato e nel settore delle costruzioni.
La situazione dovrebbe ritornare rapidamente alla normalità, secondo Gaillard. Per gennaio è prevista una nuova marcata progressione del numero dei senza lavoro. Successivamente la Seco si attende incrementi ma più deboli.
Aumento più sensibile in Vallese
La progressione più marcata della disoccupazione è stata rilevata nel Vallese: +1,3 punti percentuali al 4,7%. Seguono il canton Giura (+0,5 punti al 3,8%), Neuchâtel (+0,4 al 3,9%) e Soletta (+0,4 al 2,8%). Con un tasso del 5,9% (+0,2 punti) Ginevra risulta essere tuttora il cantone più colpito.
In Ticino il tasso ha raggiunto il 4,8%, con un aumento di 0,3 punti rispetto al mese di novembre. Nei Grigioni è rimasto invariato all’1,6%.
Il numero di giovani disoccupati (15-24 anni) è progredito di 1369 unità (+7,7%) arrivando al totale di 19’263, ciò che corrisponde a un tasso del 3,5% (+0,3 punti percentuali). Il numero dei posti vacanti annunciati è diminuito di 2183 raggiungendo le 9744 unità.
Più persone in cerca di lavoro
Complessivamente le persone in cerca di impiego registrate erano 171’279, ossia 11’135 in più rispetto al mese precedente. Tale cifra comprende, oltre ai disoccupati iscritti, le persone che frequentano corsi di riqualificazione o di perfezionamento, che seguono programmi occupazionali o che conseguono un guadagno intermedio.
Secondo i dati provvisori forniti dalle casse di disoccupazione, nel corso del mese di ottobre 2008, 1742 persone hanno esaurito il loro diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione.
D’altro canto l’Ufficio federale di statistica (UST) ha anche comunicato che in ottobre sono state colpite dal lavoro ridotto 1187 persone, 475 in più (+66,7%) rispetto al mese precedente. Il numero delle aziende colpite è aumentato di 29 unità (+51,8%) portandosi a 85. Il numero delle ore di lavoro perse è cresciuto di 29’118 (+55,9%) a 81’200.
swissinfo e agenzie
La disoccupazione aumenta anche nei paesi della zona dell’euro: a novembre 2008, secondo i dati Eurostat diffusi giovedì, il tasso dei disoccupati è salito al 7,8% rispetto al 7,7% del mese precedente di ottobre e al 7,2% del novembre 2007.
Eurostat stima che nel novembre scorso 17’466 milioni di cittadini, di cui 12’180 milioni nella zona dell’euro, fossero disoccupati nei 15 paesi che allora facevano parte della zona dell’euro (oggi saliti a 16). Rispetto all’ottobre 2007, il numero dei disoccupati è aumentato di 274’000 nei 27 paesi dell’UE e di 202’000 nei 15 paesi della zona euro.
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