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Disoccupazione svizzera in lieve aumento

La ricerca d'impiego non è facile nemmeno in Svizzera. photopress

In Svizzera, il numero di disoccupati è leggermente aumentato in dicembre e nel 2010 rispetto al 2009. La situazione non è allarmante, ma il franco forte potrebbe ostacolare la crescita economica con ripercussioni sul mercato del lavoro.

A causa della crisi finanziaria ed economica, in Svizzera, dal 2008 al mese di gennaio 2010, la disoccupazione è quasi raddoppiata. A inizio anno, 175 765 persone erano senza impiego, ovvero il 4,5% della popolazione attiva.

La situazione è poi migliorata e a fine dicembre il numero di senza lavoro iscritti è sceso a 148 636 (3,8%).

Su base annua, il tasso di disoccupazione medio è stato del 3,9%. Rispetto al 2009 si registra un aumento di 0,2 punti percentuali. Questo non è però il tasso peggiore, negli ultimi 15 anni quello più alto è stato raggiunto nel 1997, ovvero 5,2%. Il livello più basso è stato registrato nel 2001 con l’1,7%. .

«Nel confronto internazionale, i dati sono relativamente bassi. La disoccupazione non è aumentata molto. Il mercato del lavoro svizzero si trova in buona forma e l’anno è stato piuttosto buono», afferma George Sheldon, professore dell’Università di Basilea specializzato in mercato del lavoro.

Daniel Lampart, capo economista dell’Unione sindacale svizzera, ritiene che la situazione in Svizzera «è migliore rispetto ai paesi vicini, ma negli ultimi anni il tasso di disoccupazione è aumentato costantemente. Questo significa che in Svizzera i disoccupati soffrono molto».

Situazione molto buona

Secondo Sheldon, se confrontata con i paesi membri dell’Unione europea, in Svizzera la situazione del mercato del lavoro è «eccellente».

«In Spagna il tasso di disoccupazione è del 20%. Certo, il paese è confrontato con lo scoppio della bolla immobiliare, così come gli Stati Uniti. Anche in Irlanda la disoccupazione è alle stelle. In Francia è quasi al 10% e credo che anche la Germania si trovi in una situazione analoga. La Svizzera e i paesi Scandinavi se la sono cavata bene».

Ciononostante, Lampart ritiene che nei prossimi mesi la Confederazione dovrà affrontare due problemi fondamentali. In aprile entrerà in vigore la nuova legge sulla disoccupazione: 50 000 senza lavoro non potranno più beneficiare delle indennità giornaliere. Molti di loro sono in età avanzata e hanno poche possibilità di trovare un impiego.

Poi, anche il franco forte potrebbe aggravare la situazione nel 2011, «soprattutto nel settore delle esportazioni, ovvero il turismo e l’industria dei macchinari. Per questi settori occorre prendere delle misure speciali volte a stabilire il cambio franco svizzero-euro», spiega Lampart.

Buone ragioni

Vi sono diverse ragioni perché in Svizzera la disoccupazione non è aumentata come negli altri paesi dell’UE.

«Il mercato dei capitali non è molto esteso. Non ci sono problemi come in Grecia o in Italia dove la politica fiscale non è sostenibile. E non c’è stata una bolla immobiliare come in Portogallo, Irlanda e Spagna», spiega Sheldon.

La Svizzera può dunque essere considerata un modello di successo? Sheldon non ha dubbi a riguardo. «Attualmente l’economia svizzera funziona bene. Ma per parlare di modello di successo bisogna tenere conto anche degli sviluppi a lungo termine. Finora si è rivelato un modello di successo se si considera le prestazioni economiche e il tasso di disoccupazione. Nel confronto internazionale è stato così negli ultimi 20 anni. È un fatto certo».

Tendenze future

In dicembre, la disoccupazione è aumentata dello 0,2% rispetto a novembre 2010. «Tale aumento è soprattutto riconducibili a fattori stagionali e non è fonte di reale preoccupazione», afferma Ursula Kubli di Bank Sarasin. Aumenti di questo genere sono comuni nei mesi invernali perché, soprattutto nel settore edilizio, ci sono meno opportunità d’impiego.

E per i prossimi anni, gli esperti ritengono che il tasso di disoccupazione diminuirà e si stabilizzerà. Serge Gaillard, responsabile della direzione del lavoro presso la SECO, ha dichiarato all’agenzia ATS che nel 2011 e nel 2012 la percentuale di disoccupazione annua dovrebbe raggiungere il 3,4%.

Nei prossimi mesi dovrebbe registrarsi un calo e il tasso dovrebbe stabilirsi in primavera. Stando a Gaillard, l’apprezzamento del franco potrebbe però avere delle ripercussioni negative sul mercato del lavoro, in particolare per quanto riguarda i posti di lavoro trasferiti all’estero e quelli cancellati.

In Germania il tasso di disoccupazione è aumentato in modo inaspettato in dicembre per la prima volta da giugno 2009. Le persone senza impiego sono 3,15 milioni. Il tasso di disoccupazione è del 7,5%.

In Spagna è del 20,7% e la media in 16 stati europei è del 10,1%.

In Grecia, nel terzo trimestre, è stato raggiunto il massimo negli ultimi 10 anni. Dall’11,8% nel secondo semestre la disoccupazione ha toccato il 12,4%.

In Francia, nel quarto trimestre, il 10% della popolazione attiva è disoccupata. È il risultato peggiore in dieci anni.

In Italia, il tasso di disoccupazione per il terzo trimestre è dell’8,3%.

Stando ai dati dell’OCSE, negli Stati Uniti il tasso è del 9,8%.

I dati relative alla disoccupazione sono raccolti da comuni, cantoni e a livello regionale. La Segreteria di Stato dell’economia (SECO) raggruppa tali dati e pubblica analisi e statistiche.

La disoccupazione è calcolata riferendosi alle persone di almeno 15 anni compiuti registrate negli uffici di collocamento che sono alla ricerca di un lavoro.

Il tasso di disoccupazione è il percento di persone senza impiego rispetto alla popolazione attiva. La popolazione attiva risulta dagli ultimi censimenti federali (attualmente quello del 2000, ovvero 3 946 988 di persone attive in Svizzera).

KOF Swiss Economic Institute – 3,8% (2010), 3,3% (2011)

BAK Basel Economics – 3,8% (2010), 3,4% (2011)

UBS – 3,9% (2010), 3,4% (2011)

OCSE – 4,4% (2010), 4,3 (2011), 4,1% (2012)

Credit Suisse – 3,9% (2010), 3,7% (2011)

(traduzione e adattamento, Michela Montalbetti)

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