Da decenni il cioccolato elvetico gode di una reputazione di squisitezza. Quali sono i paesi che ne acquistano di più?
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Dirigo team diversi di specialisti della distribuzione e giornalisti multimediali nella creazione di contenuti multilingue per una serie di piattaforme online. Supervisiono lo sviluppo strategico dei nostri prodotti podcast e video, guidando la creazione di contenuti innovativi e il coinvolgimento del pubblico.
Dopo la formazione come giornalista radiotelevisivo alla City University di Londra, ho lavorato in produzione e in onda come giornalista o collaboratrice per una serie di programmi televisivi e radiofonici di prima serata presso emittenti di alto livello, tra cui BBC, NPR, Deutsche Welle e varie reti commerciali.
Scrivo articoli sulla Quinta Svizzera e per la rubrica “Svizzera insolita” oltre alle rassegne stampa giornaliere e settimanali. Inoltre, traduco e revisiono gli articoli per la redazione anglofona e mi occupo di doppiaggio video.
Nato a Londra, ho un diploma in linguistica tedesca e sono stato giornalista per The Indipendent prima di trasferirmi a Berna nel 2005. Parlo le tre lingue ufficiali svizzere e mi piace viaggiare nel Paese per tenerle allenate, soprattutto nei pub, nei ristoranti e nelle gelaterie.
Secondo le ultime cifre emananti dall’Amministrazione federale delle dogane, il cioccolato svizzero è apprezzato in particolar modo dai tedeschi. Nel 2015, la Germania ha assorbito ben il 18,5% del volume delle esportazioni, ossia oltre 21 milioni di chili.
L’anno scorso, complessivamente sono stati venduti all’estero più di 115 milioni di chili di questa prelibatezza. In questo grafico sono presentati i principali mercati d’esportazione del cioccolato elvetico.
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ChocosuisseCollegamento esterno, la Federazione svizzera dei fabbricanti di cioccolato, ha indicato che il fatturato realizzato all’estero è cresciuto del 2,5% a 845 milioni di franchi rispetto all’anno precedente.
Dopo la Germania, la Gran Bretagna è il secondo mercato più importante (12,1%), seguito da Francia (9,4%) e Canada (7,7%). L’Italia arriva al quinto posto, con una quota di quasi il 5%.
La più forte progressione è stata registrata in Belgio, un altro paese conosciuto per la sua produzione di cioccolato. Al di fuori dell’UE, Australia, Singapore, Emirati Arabi Uniti e Giappone sono pure mercati con tassi di crescita significativi.
Per contro, il calo è stato importante (dell’ordine del 30%) in paesi emergenti come Russia e Cina.
Ingegno svizzero
Ma come è riuscita la Svizzera a ritagliarsi una reputazione d’eccellenza in questo ambito allorché non produce la benché minima fava di cacao?
L’economista Ha-Joon Chang, che insegna all’Università di Cambridge e ha recentemente scritto sull’industria elvetica del cioccolato per il Financial Times, indica a swissinfo.ch che la Svizzera è riuscita a sviluppare “questa industria incredibilmente forte veramente dal nulla”.
“Paesi dell’America Latina come il Venezuela o l’Ecuador si vantano di avere le migliori fave di cacao del mondo, ma perché quando la gente sente la parola ‘cioccolato’, l’associa subito alla Svizzera?”, afferma.
“Penso che sia prima di tutto un tributo all’ingegno e allo zelo della Svizzera nel cercare la perfezione! È interessante notare che molti credono che sia la sola cosa che la Svizzera produca – ok, magari anche qualche orologio di lusso e dei coltellini – e che la gente viva di banche e servizi”.
Se il cioccolato svizzero continua ad essere molto popolare all’estero, nella Confederazione il bilancio è un po’ meno positivo. L’anno scorso, infatti, le vendite sono scese del 5,9%. In media, ogni svizzero ha consumato 11,1 chili di cioccolato, 600 grammi in meno rispetto al 2014.
Traduzione di Daniele Mariani
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