E se si facesse tabula rasa dei debiti rimanenti?
In Svizzera, tra il 6 e il 13% della popolazione è indebitata o sovraindebitata. Questa situazione non è positiva né per le persone interessate né per i Cantoni e i Comuni, che devono sostenere gran parte dei costi sociali che ne derivano. La Confederazione propone di modificare la legge cancellando i debiti non pagati.
Ha una quarantina d’anni, è di origine spagnola e vive da solo con un figlio in affido congiunto. Non è disoccupato e il comune ginevrino per cui lavora lo paga abbastanza bene. Ma Alvaro* soffre. All’età di dodici anni ha assistito al divorzio dei suoi genitori. In seguito ha vissuto lui stesso una separazione molto difficile. Ammette di aver fatto scelte sbagliate, tanto da indebitarsi appena entrato nell’età adulta.
Oggi ha 15’000 franchi di debiti in essere e dieci volte tanto di attestati di carenza beni, una sorta di riconoscimento del debito valido per 20 anni, quando la persona diventa insolvente. Ciò significa che un creditore può presentarsi in qualsiasi momento, quando Alvaro avrà qualche soldo in più, per reclamare il dovuto.
Alvaro non vuole essere assistito e “dipendere dagli altri”. Vuole solo vivere e avere dei progetti. Ma non vede come possa farcela. Soprattutto perché l’inflazione sta peggiorando la sua situazione. La sua speranza: un disegno di legge che modifichi le norme in vigore. La legge sulla esecuzione e sul fallimento (LEF), che il Consiglio federale ha messo in consultazione l’anno scorso.
Dare una seconda possibilità
L’obiettivo di questo progetto, che si concretizzerà tra quest’anno e il 2024, è di dare una seconda possibilità alle persone sovraindebitate. Basato sul modello statunitense, cancellerà tutti i debiti in sospeso. In Europa, tutti i Paesi hanno adottato questa procedura, ad eccezione di alcuni Stati balcanici. Per ottenere una seconda possibilità, però, la persona debitrice dovrà dimostrare la sua buona fede: per un periodo di quattro anni dovrà cercare di trovare un lavoro (se non ce l’ha già) e saldare il più possibile i debiti contratti.
Per il Consiglio federale, un cambiamento di legge era necessario per diversi motivi. Le attuali norme svizzere non consentono alle persone altamente indebitate di risanare la loro situazione finanziaria in modo sostenibile. Ciò ha un impatto negativo sulla loro salute e rappresenta un pesante fardello per le loro famiglie, con ripercussioni anche sul futuro dei loro figli.
Per quanto riguarda i creditori, con l’attuale procedura fallimentare hanno poche possibilità di beneficiare del futuro reddito del debitore.
23 Cantoni su 26 approvano
La consigliera agli Stati Céline Vara, presidente dell’associazione mantello svizzera degli uffici di consulenza in materia di debiti (Schuldenberatung Schweiz), ha affermato che i Cantoni o i Comuni, che spesso devono sostenere l’onere sociale delle conseguenze di tali debiti, trarrebbero maggiori benefici dalla modifica della legge rinunciando alle loro richieste. Le persone interessate sarebbero incoraggiate a tornare al lavoro e sarebbero così svincolate dall’assistenza sociale. Inoltre, i Cantoni non dovranno più sostenere i costi dell’assistenza sanitaria.
Durante la procedura di consultazione, 23 Cantoni su 26 hanno approvato il progetto. Solo Friburgo ha espresso un parere negativo, mentre Obvaldo e Appenzello Interno non hanno risposto.
“A volte queste persone indebitate escono completamente dal sistema, vengono emarginate e la loro salute ne risente. L’economia perde una forza viva, sottolinea Céline Vara. Il Consiglio federale lo ha capito e ha deciso, attraverso questa nuova procedura, di dare una possibilità a chi non vede altre prospettive oltre la fine del mese”.
Neuchâtel, un record in Svizzera
Secondo diverse indagini, nella Confederazione tra il 6 e il 13% della popolazione è indebitata o sovraindebitata. L’indebitamento mediano è pari a 41’500 franchi, secondo Schuldenberatung Schweiz. Ma non bisogna dimenticare che 720’000 persone vivono in condizioni precarie, con il minimo vitale. Per queste persone, una fattura imprevista di 2’000 franchi è impossibile da pagare. È quindi probabile che prima o poi si indebitino.
“Si è in una prigione economica a vita, mentre per l’omicidio o le lesioni personali gravi la pena massima è di dieci anni”, illustra Céline Vara. I reati economici come l’appropriazione indebita, la truffa o il ricatto sono punibili sono punibili con un massimo di cinque anni.
Céline Vara lo ha ricordato durante la Swiss Money Week, un evento che si è tenuto in varie località della Svizzera francese e del Canton Berna dal 20 al 26 marzo, per richiamare l’attenzione sull’importanza di una buona gestione del denaro. La parlamentare federale si trovava a Neuchâtel, nel suo Cantone, “dove è bello vivere se non si fa parte del 10,8% della popolazione indebitata”, un record in Svizzera.
Tuttavia, il Cantone ha preso in mano la situazione adottando una “legge sulla lotta e la prevenzione del sovraindebitamento”, che contempla tre componenti: prevenzione, individuazione precoce e risanamento finanziario. Ginevra ha fatto lo stesso.
L’inferno del recupero crediti
Paola Stanic, avvocata e responsabile di progetto dell’Associazione romanda e ticinese delle istituzioni di azione sociale, aggiunge che la legge attuale comporta molti ostacoli quando si tratta di ridurre il proprio debito. La Svizzera è un Paese liberale, che garantisce i diritti dei consumatori e delle consumatrici e la libertà contrattuale anche tra soggetti diseguali. I controlli e le regolamentazioni sono pochi.
L’assistente sociale di Alvaro presso il Centro sociale protestante di Ginevra, Adrien Busch, concorda: “È scoraggiante. Puniamo a vita le persone sovraindebitate, mentre non trattiamo allo stesso modo i debiti derivanti dal fallimento di una società anonima o di una società a responsabilità limitata”.
Busch osserva che non appena una persona entra nel sistema di recupero crediti, inizia a vivere l’inferno. “Gli uffici esecuzioni e fallimenti dovrebbero lasciargli un minimo per coprire spese di sostentamento, ma questo non include le tasse. Quindi la persona non avrà abbastanza soldi per pagarle e il suo debito aumenterà automaticamente. È una spirale infernale…”. La maggior parte dei debiti è legata alle tasse e ai premi dell’assicurazione sanitaria, sottolinea.
Alvaro lo conferma: “L’ufficio esecuzioni e fallimenti mi lascia 3’300 franchi al mese per vivere. Prima mi prendevano anche la tredicesima. Come si fa a pagare le tasse con questa cifra, quando si ha l’affidamento congiunto di un bambino e tutte le altre fatture da pagare, o i grandi imprevisti, come le spese dentistiche? È il cane che si morde la coda!”
Articolo a cura di Samuel Jaberg
Traduzione di Daniele Mariani
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