Numero record di autodenunce in Svizzera
In diversi cantoni le autodenunce al fisco, esenti da pena, hanno fatto segnare cifre da record nel 2017. La ragione è da ricercare soprattutto nell'introduzione dello scambio automatico di informazioni con gli altri paesi.
Dopo aver già fatto segnare cifre da primato nel 2016, le autodenunce sono ulteriormente aumentate l’anno scorso. In base ad un sondaggio realizzato dall’agenzia di stampa ats, dei 20 Cantoni che hanno comunicato i dati del 2017, la maggior parte vede il numero di denunce spontanee raddoppiare o addirittura triplicare rispetto all’anno precedente. Nel Giura tale numero si è addirittura moltiplicato per dieci.
Con i dati record registrati in molti Cantoni, complessivamente è salito a quasi 30’000 il numero di contribuenti che hanno beneficiato di un’amnistia fiscale nel 2017. Dalla sua introduzione nel 2010 circa 94’000 persone ne hanno fatto uso, secondo una stima della stampa domenicale svizzero-tedesca. Le autodenunce avrebbe permesso di far affluire 3 miliardi di franchi in più nelle casse della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni.
Effetto AIR
Dal 2010 i contribuenti che si autodenunciano per la prima volta sono esenti da pena. In questi casi si procede unicamente al ricupero d’imposta (fino a 10 anni) e vengono riscossi gli interessi di mora. Se il fisco è già a conoscenza di un’avvenuta sottrazione d’imposta, lo strumento dell’autodenuncia esente da pena non può più essere fatto valere.
Il forte aumento delle denunce spontanee appare quindi legato all’entrata in vigore dello scambio automatico di informazioni (AIR) in materia fiscale, che la Svizzera pratica con 38 Stati dal 1° gennaio 2017. Nell’autunno di quest’anno, la Confederazione procederà allo scambio dei primi dati con questi paesi, vale a dire i membri dell’UE e dieci paesi terzi. Dal 1° gennaio 2018 si sono aggiunti all’elenco altri 43 Stati, con i quali gli scambi inizieranno nell’autunno 2019.
Record nel cantona Ginevra
Per il commissario fiscale grigionese Guido Lenz, l’aumento delle autodenunce è anche da ricondurre alle campagne d’informazione portate avanti dalle associazioni di stranieri. Nel suo cantone sono state presentate 879 autodenunce, il triplo rispetto al 2016.
In Ticino gli annunci hanno raggiunto quota 1’584, contro 963 l’anno precedente. In cifre assolute, il cantone che ha registrato il maggior numero di autodenunce è Ginevra: nel 2017 sono state 10’815, l’anno precedente erano invece solo 2’836.
Nel canton Zurigo sono stati 6’150 i contribuenti che l’anno scorso si sono autodenunciati approfittando della mini amnistia varata otto anni fa. La cifra è quasi triplicata rispetto ai 2’100 casi del 2016. Sono così venuti alla luce 1,327 miliardi di franchi di beni che non erano stati precedentemente dichiarati.
Nel cantone di Basilea città il loro numero è salito a 1’342, mentre in quello vicino di Basilea campagna vi sono state 1997 denunce spontanee. Cifre in forte aumento sono state annunciate anche da Glarona (250 autodenunce, un record), Argovia (1’113, il doppio del 2016), Soletta (da 501 a 913), Lucerna (da 74 a 495) e Giura (da 82 a 886).
In moti casi l’aumento è da ricondurre all’annuncio di immobili posseduti nell’Europa meridionale. Numerose segnalazioni riguardano infatti case che i contribuenti possiedono in Italia, Portogallo e Spagna. Questi immobili non sono soggetti ad imposizione in Svizzera, ma vanno comunque notificati.
Meno domande di assistenza
In vista dell’introduzione effettiva dello scambio automatico d’informazioni sono invece nettamente diminuite le domande di assistenza amministrativa in ambito fiscale. Il loro numero è sceso da 66’553 nel 2016 a 18’164. Le maggiori richieste sono giunte da Paesi Bassi, Austria e Francia.
Spagna e Germania si trovano rispettivamente al quarto e al quinto posto, ha indicato oggi l’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC), senza però fornire le cifre dettagliate per Paese. La Svizzera ha dal canto suo depositato 18 domande d’assistenza amministrativa.
Il notevole calo registrato si spiega con l’utilizzo di domande in blocco, fra le quali una proveniente dalla Francia e riguardante 40’000 persone legate all’UBS.
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