Tecnica ferroviaria alpina per le Ande
Aziende svizzere sono ai blocchi di partenza per un progetto ferroviario del valore di 15 miliardi di dollari. Evo Morales lo chiama il "progetto del secolo". Per il suo "Tren Bioceánico", il presidente boliviano è giunto in visita in Svizzera. Per entrambi i paesi gli interessi in gioco sono enormi.
Evo Morales è stato ricevuto dalla presidente della Confederazione e ministra dei trasporti Doris Leuthard. La sua visita a Berna riveste grande importanza per l’interno delle Ande. Il sogno del presidente boliviano è di fare della terra mineraria la linea di collegamento tra l’Atlantico e il Pacifico e, soprattutto, di dare al suo paese andino l’accesso al mare. Un sogno che Evo Morales vuole realizzare entro il 2025.
Il progetto prevede un collegamento ferroviario lungo 3’755 km, dal porto di Santos, in Brasile a quello di Ilo, in Perù. Passa dalle pianure della Bolivia, sale attraverso le Ande e scende di nuovo sul versante peruviano.
Evo Morales naturalmente spera che il progetto favorisca lo sviluppo del suo paese, uno dei più poveri del Sudamerica. Ma l’intero continente ne trarrebbe beneficio. La linea ferroviaria sarebbe un’alternativa per il Brasile, ad esempio, per spedire le sue merci in Cina più velocemente che sul Canale di Panama o sulla lunga rotta marittima intorno a Capo Horn.
E cosa c’entra la Svizzera in tutto questo? Il memorandum d’intesa sulla cooperazione, che i presidenti dei due Paesi hanno firmato oggi a Berna, può mettere le ali alle trattative dei progettatori con banche e compagnie assicurative. Le imprese svizzere del settore ferroviario sperano che il memorandum sia un incentivo al finanziamento del progetto.
In realtà, esiste già anche un progetto ferroviario cinese (4’800 km) attraverso l’Amazzonia brasiliana e il Perù. Ma così la Bolivia sarebbe aggirata. Morales ha ottenuto il sostegno di Perù e Brasile per la sua variante. Anche la Svizzera e la Germania hanno firmato una lettera d’intenti con la Bolivia in marzo. Oggi, più di 30 aziende specializzate nel trasporto ferroviario formano il consorzio tedesco-svizzero che vuole partecipare alla realizzazione del “Canale di Panama del 21° secolo”. Ne fanno parte aziende quali Alpiq, Leica Geosystems, Siemens Svizzera, Walo, Stadler Rail e Molinari Rail AG.
“Abbiamo accompagnato il progetto fin dall’ inizio”, dice lo svizzero Michele Molinari, la cui azienda, con sede a Winterthur, ha già un piede in Bolivia. A Cochabamba, la Molinari Rail AG è impegnata nella costruzione di una rete ferroviaria urbana, per un valore di 450 milioni di franchi. Questo progetto ha aperto le porte in Bolivia ad altre aziende svizzere, come Lombardi Engineering, Amberg Rail Inspection e al costruttore di carrozze e locomotive Stadler Rail.
“Abbiamo una grande esperienza con le ferrovie di montagna in Svizzera”, rileva Molinari. Egli ricorda anche la locomotiva a cremagliera più potente del mondo, fabbricata da Stadler Rail.
Molinari rammenta poi le grandi opere ferroviarie svizzere, quali le trasversali alpine del San Gottardo e del Lötschberg. I sistemi di binari per irti pendii e curve strette fanno parte dell’equipaggiamento di base di quasi tutte le linee ferroviarie della Svizzera, poiché è un paese montagnoso.
Stesso suono di musica nella conferenza stampa di Evo Morales e Doris Leuthard. “La Svizzera conosce bene l’importanza dei collegamenti ferroviari, in particolare a livello economico”, ha detto la presidente della Confederazione. “Un paese come la Svizzera ha il savoir-faire e le competenze per questo genere di progetto”, le ha fatto eco il presidente boliviano.
Inoltre nell’America meridionale è in ballo anche il trasferimento del traffico pesante dalla strada alla ferrovia. Vale a dire un altro campo in cui la Svizzera vanta una solida esperienza. “Siamo cresciuti come società e come paese grazie ai nostri treni”, afferma Molinari.
(Traduzione dal tedesco)
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